Au! College [Clintasha]

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Clint POV's

"Com'è andata oggi?"
Sentii una voce provenire da dietro di me, e vidi Nat che andava verso l'armadietto affianco al mio.
"Come sempre. Te?" Risposi, finendo di mettere i libri dentro l'armadietto.
"Oggi abbiamo fatto la verifica di fisica." Sospirò. "Un disastro." Poi cambiò completamente espressione, che passò dal disperato al giuro che non sono stata io. "Se non fosse stato per i miei compagni di corso, che sono dei completi idioti, e che non si sono accorti che li copiavo."
"Sei fantastica." Risi.
Poi ci avviamo verso l'uscita, parlando del più e del meno, e che in teoria domani doveva nevicare.

"A domani" la salutai, quando arrivammo davanti a casa sua.
"A domani." La vidi entrare, stetti fermo qualche secondo non so per aspettare cosa, e mi avviai verso casa.

"Sono arrivato." Urlai.
"Clint!" Vidi mio fratello scendere dalle scale e corrermi in contro.
"Hei bestiolina." Lo presi in braccio, buttando lo zaino e la giacca nel divano, e andai verso la cucina.
"Buongiorno Clint."
"Hei." Misi Tom nella sedia, e presi un pacchetto di patatine dalla dispensa.
"Non mangio oggi." Avvisai la babysitter di mio fratello, Rebecca.
Era stato male, e non poteva stare a casa da solo avendo ancora solo 7 anni, quindi i miei avevano chiamato un'amica di mia madre per badare a lui.
Ripresi lo zaino, e andai su in camera.
Mi buttai sul letto e iniziai a mangiare le patatine cercando qualche serie TV da vedere.
Mi addormentai a metà di un episodio di the vampire diaries, mi risvegliai che il sole stava tramontando, non era nemmeno passato troppo tempo, perché in inverno il sole tramontava alle quattro.
Quindi facendo un paio di calcoli, avevo dormito qualcosa come un ora e mezza.

Ehi, oggi non possiamo tornare a casa, bada a Tom finché Becca non c'è.
Lanciai il telefono nella scrivania, dopo aver letto il messaggio di mia madre.
Tirai un urlo di sfogo.
Perché non potevo avere dei cazzo di genitori un po' più presenti? Tom li vedeva si e no due volte alla settimana, non che io li avessi visti più volte, può un bambino crescere così?
Nat, non posso venire a studiare sta sera. Devo stare a casa con mio fratello, scusa.
Scrissi velocemente, poi misi il telefono in tasca e andai a cercare Tom.
"Sta sera guardiamo un film, okay? Decidi tu quale." Gli dissi, adorava guardare film, soprattutto quelli dei supereroi.
"Ma, la mamma?" Chiese.
"Non riesce a tornare a casa sta sera, mi dispiace Tom."
"Ah, okay." Disse un po' dispiaciuto.

Dopo cena, rigorosamente pizza ordinata da asporto, ci misimo davanti alla TV con il camino acceso e dei popcorn.
Il film era iniziato da circa una decina di minuti, quando sentii suonare il campanello.
"Aspetti qualcuno Tom?" Lui mi guardò, non capendo.
Allora mi alzai, e andai ad aprire, mi ritrovai sul cancello una Natasha tremante sotto una bufera di neve, della quale, tra parentesi, non mi ero nemmeno accorto.
"Tu sei fuori di testa." Le dissi.
"Tutto pur di studiare." Rispose,  mostrandomi la borsa con i libri che teneva in mano.
La feci entrare e mettere davanti al camino per scaldarsi.
"Cioè, te sei venuta qui con la moto?" Le chiesi, lei annuì distrattamente, mentre cercava di asciugarsi.
"Hei Tom."
Mio fratello ricambiò il saluto, sorridendole.
"Sei pazza."
"Lo so." Disse sorridendo.
Intanto Tom, che stava ancora aspettando di guardare il film, non tardò a lamentarsi.
"Hai ragione Tom, ora noi andiamo in biblioteca."
Gli feci ripartire il film, e io e Nat ci trasferimmo nello studio di mio padre, che ormai era diventato mio e di Tom dato che lui non c'era mai.
"Allora da cosa cominciamo?" Chiese.
"Cominciamo dal fatto che tu sei venuta qui, in moto, in mezzo ad una bufera di neve, almeno la moto l'hai parcheggiata sotto una tettoia nel parcheggio vero?"
Annuì, io sospirai.
"Direi di iniziare da matematica." Aggiunsi dopo.

Studiammo per un paio di ore.
"... Quindi per trovare i punti di intersecazione tra la parabola e questa retta bisogna..."
"Clint, il film è finito." M'interruppe Tom, affacciandosi alla porta della sala.
"Arrivo."
Fermai la spiegazione per portare Tom a letto.
"Incredibile come passa velocemente il tempo quando ci si diverte." Disse Nat appena tornai nello studio.
Annuii poco convinto.
"Allora, a domani." Mi salutò alzandosi dal tavolo.
L'accompagnai fino alla porta, e la aprii, sentii un vento freddo entrare, e portare dentro anche dei fiocchi di neve.
"Tu sei pazza se credi che ti faccio uscire così." Richiusi la porta.
"Tu sta notte dormi qua, e domani mattina passiamo per casa tua prima di scuola."
"Guarda che ce la faccio..." Iniziò lei.
"Ho detto di no punto. E poi mio padre mi ha portato a casa da poco la PlayStation 4." Aggiunsi per convincerla.
"La parte della Play mi piace particolarmente." Ridemmo assieme.
Quant'era bella quando rideva, che dico, era sempre stupenda.
Cosa? Hahaha lei è la mia migliore amica, la trovo bella come amica, giusto?
Non mi sentivo molto convinto di questo, ma sorvolai.
"Andiamo." Dissi, andammo verso camera mia, ormai sapeva anche lei la strada, era da quando avevamo 3 anni che ci conoscevamo, e avevamo dormito un sacco di volte assieme, anche se ormai era da un paio di anni che Nat non veniva in camera mia.

"Tieni." Le passai una felpa e dei pantaloni della prima tuta che avevo trovato nel cassetto.
"Grazie." Disse, e si avviò verso il bagno per cambiarsi.
Io mi cambiai velocemente lì, mettendomi il pigiama, che consisteva anch'esso in una tuta.
Dopo qualche minuto che aspettavo, Nat si decise ad uscire.
Quanto cazzo è sexy.
Poteva una ragazza essere così perfetta con indosso una semplice tuta da ragazzo?
"Puoi finirla di fissarmi?" Domandò, risi per allentare la tensione.
"Certo."
Giocammo un po' con Fifa 16, alla fine entrambe le partite finirono con un pareggio.
"Che ne dici di andare a dormire?" Chiesi.
"Uhm,che ora è?" Sbadigliò.
"L'una e mezza. E domani dobbiamo andare a scuola, vorrei ricordarti."
"Va bene mamma."
Spensi la play, e ci misimo a letto, entrambi girati verso il lato opposto, fortunatamente avevo un letto matrimoniale, di conseguenza c'era abbastanza spazio per entrambi.
Cercai di addormentarmi, ma non ci riuscii, avevo tutti i muscoli in tensione e non volevano rilassarsi.
"Clint?" Sentii chiamarmi da dietro le spalle.
"Stai già dormendo?" Aggiunse.
"No." Risposi.
Sentii Nat che si girava, quindi mi girai anche io, i nostri visi si ritrovarono ad un paio di centimetri di distanza.
"Non riesci a dormire?" Le chiesi.
"No..."
Contemporaneamente, la mia e la sua mano si cercarono, e, appena si trovarono, si strinsero.
Ci addormentammo così, con le mani strette l'una all'altra.

Mi svegliai prima di Nat, e mi alzai cercando di non fare troppo rumore.
"Hei Clint."
Cazzo.
"Buongiorno" La salutai.
"Vado a preparare la colazione, tu puoi andare a cambiarti." Aggiunsi.

"Ti aspetto in macchina." Le dissi, prima che scendere per andare a cambiarsi e prendere le cose per scuola.
La vidi un'attimo incerta sul da farsi, come se si stesse chiedendo se fare una cosa oppure no.
E poi mi baciò.
Fu un bacio fugace, non feci nemmeno in tempo a rendermi conto di quello che era appena successo, che lei era già scesa e stava camminando nel vialetto innevato per casa.
Il viaggio d'andata verso la scuola fu silenzioso e pieno di imbarazzo.
Misi la macchina nel parcheggiò della scuola, e sospirai appena la spensi.
Girandomi, sorpresi Nat a guardarmi.
"Cos'era?" Le chiesi.
"Niente." Disse lei, noncurante.
"Esatto, quello non era niente."
E la baciai.
Quello fu un vero bacio, lei appoggiò le mani nei miei capelli, iniziando a giocarci, mentre approfondivamo il bacio, da parte mia le circondai la vita con le braccia e mi misi ad accarezzarle la schiena.
Ci staccammo per riprendere fiato, Nat aveva gli zigomi leggermente arrossito, mentre io sentivo le guance in fiamme.
"Ci troviamo qua dopo scuola?" Chiesi, mentre scendavamo.
Lei accennò un sì con la testa, e si avviò verso le classi, la guardai un attimo, e mi avviai verso il gruppo.

"A domani Nat." La salutai, poco prima che scendesse dall'auto.
"A domani."
Scese, stavo per ripartire, quando la vidi girarsi di scatto, aprire lo sportello e saltarmi letteralmente addosso, baciandomi.
Poco prima di staccarsi pronunciò due parole che non avrei mai creduto do sentire dire da lei, e soprattutto verso di me.
"Ti amo."
"Anche io ti amo Nat."

Io odio questa oneshot, e odio questa ship c:
Avevo scritto questa storia per una mia amica che ha come otp loro due nonostante io li odiassi uaoh.
Comunque spero che vi piaccia, ditemi cosa ne pensate >.<

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