Capitolo 9.

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"Mi sa tanto del nostro primo incontro" mormorai abbassando lo sguardo sulle mie mani.
Io e Mark ce ne stavamo seduti sul muretto uno di fianco all'altro. Avendo solo l'uniforme addosso mi aveva prestato la sua felpa total black che avevo infilato infreddolita.

Ormai era qui da 20 minuti, eppure io ancora non accennavo ad entrare in casa, e prima di quella mia affermazione non avevamo spicciato parola.

"Come mi hai trovata?" lo guardai curiosa
"È successo un casino a scuola" sospirò guardando davanti a se "Quando sei andata via Grace ha cercato di convincere il professore a lasciar perdere spiegandogli che questa era una giornata particolare"
"Aspetta, come fai a sapere queste cose?" mi accigliai
"Mi ha chiamato la tua amica in lacrime, era preoccupata a morte" ammise guardandomi "Lei e i tuoi amici ti hanno cercata ovunque senza trovarti, così è venuta a cercarmi sperando che fossimo insieme. Quando mi ha spiegato cosa era successo mi sono preoccupato e li ho aiutati a cercarti" scrollò le spalle
"E come sapevi che ero qui?"
"Mi sono ricordato delle tue parole dell'altra sera e ho chiesto a Grace di darmi questo indirizzo. Mentre io sono venuto a cercarti a Lake lei ha chiamato i tuoi genitori inventandosi che avresti passato la notte da lei"

Tipico di Grace.

"Non eri obbligato a venire qui" mi portai le ginocchia al petto
"Lo so" mi guardò seriamente e io restai succube di quegli occhi "Ma perchè non vuoi entrare?" azzardò
"A dire il vero non lo so" sospirai abbattuta "Questa casa ha troppi ricordi e l'ultima volta ci sono venuta con mio fratello"

Vidi Mark saltare giù dal muretto e lo seguii con lo sguardo. Si passò una mano sui vestiti per poi porgermi la mano
"Dove vuoi andare?" mi accigliai
Restò in silenzio e allungò di più la mano verso di me. L'afferrai sospirando e lasciai che mi conducesse fino la porta d'ingresso della grande casa.

"Non serve a niente scappare" affermò tra se e se osservando serio la struttura davanti a noi.
Ma quelle parole non mi avrebbero messo coraggio così dal nulla, avevo ancora una paura fottuta ma mi rendevo anche conto che non potevo di certo starmene qui fuori tutta la notte. Sospirai veramente stufa di tutta questa situazione e afferrai le chiavi per entrare per prima, seguita subito dopo da Mark.
Appena varcai la porta d'ingresso sentii il forte odore di vaniglia, accesi l'interruttore delle luci e pian piano si illuminò tutta la casa.

Adoravo questo posto. Subito dopo l'entrata c'era l'ingresso che affacciava sul soggiorno, sulla destra un corridoio che portava alla cucina, infondo invece le scale che portavano al piano superiore dove c'erano tutte le altre stanze più la gran terrazza. Era una casa molto moderna e davvero bellissima

"Però" fischiò colpito Mark
"Fa come se fossi a casa tua" dissi un attimo prima di andare in cucina "Il frigo è vuoto, potremmo ordinare qualcosa per cena"
"Vuoi passare la notte qui?" domandò senza nessun tono in particolare
"La stazione qui nella contea di Lake non lavora di notte, i treni non passeranno prima di domani pomeriggio e non ho intenzione di uccidermi la schiena passando due ore in sella alla tua moto" misi in chiaro scrollando le spalle "Ma se vuoi puoi tornare, non sei obbligato a stare qui con me" dissi sincera

Gli feci segno di seguirmi al piano di sopra, passammo davanti la porta della camera di Robert ma la ignorai lasciandola chiusa. Andai nella camera dei miei genitori e afferrai dal loro armadio una tuta di mio padre che sarebbe potuta andare a Mark, gli passai gli indumenti e gli mostrai il bagno. In seguito andai nella mia camera e mi bloccai nel fissare la seconda piccola porta che portava alla camera di Robert.

Da piccola avevo paura di dormire da sola e spesso andavo a rifugiarmi nel letto di mio fratello, i miei genitori fecero di tutto per farmi passare questa abitudine, tanto che fecero costruire una seconda porta che univa la mia camera con quella di Robert, dopotutto erano una di fianco all'altra.

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