Hold On to Memories

187 9 9
                                    


Do you remember your mother? Your real mother?

Star Wars - The Return of the Jedi


Un fascio di luce, proveniente dalla calotta metallica di R2, illuminava il pavimento di marmo lucido. Un ologramma si ergeva dal pavimento, trasparente e di un azzurro perlaceo, eppure la bambina che gli stava davanti riusciva a immaginarne ogni colore, come se vedesse la scena con i suoi stessi occhi e non attraverso i ricordi del droide.

Benché fosse alta solo una ventina di centimetri, la donna dell'ologramma appariva splendida. I tratti del suo volto erano delicati e armoniosi e i vestiti erano da vera principessa, proprio come quelli che indossava la bambina nelle occasioni importanti. Ora, però, aveva addosso solo una tunica leggera, estiva, completamente bianca.

Fosse stato per lei, avrebbe indossato solo abiti bianchi, semplici, senza fronzoli.

Lo amava, il bianco.

Una volta, uno dei suoi precettori le aveva confidato un fatto curioso, ovvero che quel colore era, in realtà, la somma di tutti gli altri. Era stata travolta da quella rivelazione e da allora non aveva desiderato che essere come il bianco: un insieme armonioso, innocente e semplice, di sensazioni diverse ma indivisibili. Desiderava racchiudere in sé il viola dell'ambizione, il blu della lealtà e il rosso del vigore e del coraggio. Voleva essere tutti i colori, perché uno solo non poteva bastare per regnare. E quale qualità sfoggiare di più, se non la purezza?

Il bianco era perfetto per lei. L'unica pecca era che si sporcava subito. Ogni volta che giocava con i figli degli ospiti che, di tanto in tanto, venivano a far visita a lei e a suo padre, la governante la sgridava sempre.

Vi siete sporcata di nuovo, Altezza! Venite a cambiarvi prima che vi veda vostro padre. Quante volte vi devo ripetere che non potete rotolarvi nell'erba?!

Ogni giorno una sgridata diversa, finché non finiva il repertorio delle frasi fatte e la governante doveva iniziare da capo.

Ma alla bambina non importava. Non perché fosse la primogenita di un senatore, la padroncina di casa o la figlia di una regina. No, niente di tutto questo. Lei era semplicemente fatta così: estremamente pragmatica, spensierata e con una lista di priorità ben precise in testa. E se la priorità in quel momento era giocare con i suoi giovani ospiti... beh, l'abito si sarebbe sporcato!

Suo padre, scherzando, le diceva sempre che da grande sarebbe diventata un'ottima stratega. E lei, nella sua tunica bianca, si faceva cullare da quel sogno. S'immaginava combattere le ingiustizie del suo popolo e liberare la Galassia dal male. Soprattutto, si vedeva fiera e forte come la donna dell'ologramma.

R2 gliel'aveva mostrata altre volte. Ormai conosceva a memoria tutta la sequenza delle immagini olografiche: la donna sembrava guardare qualcosa in lontananza, al di là di una grande vetrata. Non si riusciva a distinguere di cosa si trattasse, ma doveva essere qualcosa di davvero bello, perché non vi staccava gli occhi. Poi sul suo volto elegante appariva un sorriso dolce che le illuminava gli occhi. A prima vista appariva felice, ma più la guardava e più la bambina notava quanta tristezza ci fosse dietro quello sguardo dolce. A quel punto diventava triste anche lei, inconsapevolmente, e si ritrovava a stringersi le ginocchia al petto, con gli occhi umidi di lacrime incapaci di staccarsi dall'immagine.

La registrazione giunse alla fine e il fascio di luce scomparve.

La bambina alzò gli occhi verso R2, rivolgendogli uno sguardo seccato e implorante allo stesso tempo. «Rimettila, R2».

La voce del Senatore risuonò lontana, spegnendosi nei lunghi corridoi della residenza reale. La bambina non lo sentì, ma il suono giunse chiaro al sistema di riconoscimento vocale del droide.

Hold On to Memories || STAR WARSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora