Cap. 13 - Mar rosso di fuoco

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SCOTT

Il boschetto non era enorme. C'erano due enormi querce e addirittura sotto un salice un'altalena come in un vetusto dipinto tardomedievale. Scorreva lì vicino un ruscello, stretto abbastanza da poterlo scavalcare con un buon salto piazzato, ma non occorreva: un ponticello corto di assi di legno elegantemente dotato di balaustra tratteggiava l'andamento da una parte all'altra. Il sentiero che portava al fiumiciattolo era costituito da una semplice gettata di ghiaia dai colori morbidi, il giallo tenue del diaspro e dell'arenaria, briciole di porfido. Era un castagneto a ben vedere, salvo le rade querce e quel salice che sembravano piantati appositamente. Le foglie degli alberi li avevano interamente abbandonati e in terra ce n'era uno strato bruno, i rami puntavano innocui al cielo, spogli.
Mentre Joe e Jacob sembravano due ragazzini imbronciati, Nolan aveva tutti i sensi allertati.

Scott appena appresa la notizia si diresse lì con Balth e li vide tutti e tre, la faccia seria ma mai quanto la sua.
E sono cazzi, a questo punto.
Per poco Nolan non sbavava tanto schiumava di rabbia, raccontando di come era arrivato «Ho dovuto correre qui e scoprirvi tutti a spasso per il rave, ho massacrato di botte un vampiro coglione di nome Lucas e...»
Scott interloquì «Ah per quello te ne sarò eternamente grato»
«Devi andare affanculo Scott. Ho saputo che stanno facendo qualcosa»
Lui si voltò a guardare Balth che con quella voce da "lista della spesa" raccontò in sintesi «La spalla del capoclan dei vampiri, di Eridanus insomma, ci ha detto che tenteranno una trasformazione in vampiro. Su un ragazzo di nome Dan che ha una malattia terminale. Credo che la cosa preveda un rituale magico. Il solo scopo che mi viene in mente per un rituale del genere è...»
«Zombie!» esclamò Joe.
«No, macché fare zombie. Vogliono solo provare a canalizzare meglio l'energia dei vampiri in quanto solo un sourdre de sang, una sorgente di sangue può creare dei vampiri. Per scavalcare un vampiro che ne sia in grado occorre molto potere»
Joe riprese a indicare e Jacob gli fece coro «Zombie!»

Già stava per riprenderli per la loro ottusità quando...vide che effettivamente c'erano delle sagome barcollanti e quasi immobili dall'altro lato del boschetto. Come umani, due sagome, brandelli di carne che pendono come lembi dalla faccia, ossa bianche come la luna mostrano denti battenti, simili a spaventapasseri che tremino nel gelo dell'abbraccio mortale e non per il freddo di una sera simile. Persino gli abiti stantii e desolatamente poveri, i piedi verdognoli scalzi, le unghie sporche e lunghe.

Tutti e tre i lupi esclamarono contemporaneamente
«Cazzo!»

Balth impallidì.

E quando Balth impallidisce sono guai seri.
«Ci hanno visti?» chiese Nolan sottovoce, freneticamente «Puoi farci qualcosa?»
Balth rispose «No. Io non controllo gli zombie. Fra quei warlock e witches c'è un negromante. Gli zombie sono fermi, forse fanno la guardia a non so che»

Scott ansimava dalla paura, come un cane che sbava. Il boschetto di castagni gli sembrava fatto di dita pronte a serrarsi su di lui e persino l'odore del vento era sbagliato, cattivo, trasudava l'odore della terra smossa dalle tombe e del marciume.
Fanno fottutamente ansia. Hanno quegli occhi velati...quelle ossa sporgenti sul volto e battono e digrignano denti e unghie.

Nolan prese la situazione in pugno «Cambio piano. Prendiamo quel Dan e scappiamo. Un problema alla volta. Ma io ho promesso a Merida di aiutarlo se potevo.»
Gli fece un sorrisetto «Perché tu dovunque vai incontri donne che vogliono qualcosa da te?»

Balth sorrise «Lasciate fare a me. Sarò discreto»
Da quel sorriso che vide, non gli credette neppure per un secondo.

Qualche momento dopo un tunnel di fiamme si levava in due enormi colonne di fuoco ruggenti. Una macchina correva al suo interno con dentro lui e Nolan, che urlavano e imprecavano pregando che il calore non fondesse le gomme.
Davanti a loro c'erano i warlock, i vampiri e sempre quel ragazzo inginocchiato.
«Li investi così! Li investi!»
«Che si spostino, brutti figli di una grandissima cagna!»

Ma all'ultimo l'auto fece una curva precisa intorno a quel ragazzo, pallidissimo con un simbolo fatto di olio e resina nerastro sulla fronte e le occhiaie, le palpebre ricoperte di venuzze, gli occhi iniettati di sangue, mentre il lupo apriva lo sportello del passeggero e lo afferrava sotto le ascelle.

Uno dei warlock si riprese e provò a dirigere su di lui una voluta d'aria che fu fermata dalla cortina di fiamme a richiudersi in un globo arancio e scarlatto. L'aria all'interno si scaldava in fretta ma la sfera seguì precisa, netta i movimenti del veicolo fino all'uscita dal tunnel di fiamme. La sfera di fiamme scomparve lasciando posto ai fari nel buio della notte. Il ragazzo fra le braccia di Scott era scheletrico.

Imboccarono rapidamente l'autostrada.

«Yuuuhuuu!! Balthino è meglio di El diablo!» rise eccitato.

«Voglio proprio capire come gliela spieghiamo all'Alpha e al mio capodipartimento questa storia. Ehi...se sta per vomitare abbassa il finestrino!»

BLOOD TOXIECITY- IN PAUSAWhere stories live. Discover now