my heart beats again

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-jj pov-

21.00, fine del secondo giorno in cui la mia vita era stata stravolta.

Ellie, ellie, ellie, continuavo a pensarci, a lei, al suo nome, alla sua pelle, i suoi occhi, a tutto di lei.

L'avevo salutata quella sera scostandole i capelli dal viso, non volevo fare mosse troppo azzardate, non avevo intenzione di rovinare tutto come il mio solito.

Non era come le altre, non l'avevo mai pensato nemmeno per un istante, non era un'avventura di una notte.

Poteva essere la svolta, poteva piacermi davvero. La conoscevo da poco però, non volevo sbilanciarmi troppo, ma sapevo che in lei c'era qualcosa.

"Ei bro, eiii jj ci sei? Pianeta terra chiama jj...amico sveglia, a che stai pensando?" mi dissero pope e john b, estraendomi dal mio stato di trance.

"No, niente, non pensavo a nulla" dissi fingendo nonchalance, ma stavo ancora sorridendo come un ebete e a quanto pare non ci cascarono.

"Dai jj, so che stai pensando a qualche cazzata e se non vuoi raccontarla fai pure ahaha" mi disse john b fingendosi offeso. "Comunque che programmi hai per questa sera?" mi chiesero i due ragazzi

"In realtà nulla, pensavo di tornare a casa..." risposi sovrappensiero.

John b che stava guidando fermò di botto il van in mezzo alla strada e si girò verso il sedile posteriore.

"Jj, tutto bene? Da quando in qua non passi le serate con qualche tua conquista occasionale?" mi chiese con sguardo indagatore e occhi allibiti.

"Da questa sera a quanto pare, non mi va proprio..." risposi sorridendo.

Fu a quel punto che john b e pope si scambiarono uno sguardo d'intesa e senza aggiungere altro rimisero in moto il van.

Sospettavano qualcosa, qualcosa che nemmeno io conoscevo e che non mi era mai importato.

"Jj, ti lascio a casa tua o vieni da me?" mi chiese john b.

"Torno a casa sta sera, mi auguro che non ci sia nessuno, ma non mi va di andare a scrocco in questo modo ahahah"gli risposi ridacchiando.

"Sei sicuro...?"mi chiese con uno sguardo preoccupato.

Risposi con un cenno di assenso e scesi davanti a casa, dopo esserci messi d'accordo per vederci anche il giorno seguente.

Okei, john b se ne era andato...

Guardai la porta di casa mia, scardinata e praticamente marcia.

Cercando di produrre il minor rumore possibile entrai in casa. Cercai di non calpestare i cocci di vetro di alcolici disseminati per tutta la casa e tentai di dirigermi in camera mia.

Stavo per mettere un piede nel corridoio quando una voce proveniente dalla cucina mi congeló sul posto.

"Ei, ragazzo sei te?" chiese una voce profonda e ruvida, quella di mio padre.

Mediati di fare finta di niente, ma poi sentii qualcosa sbattere per terra e decisi di rispondere per non peggiorare la situazione già critica.

"Sì...sono io. Sto andando in camera mia, non ti darò fastidio..." gli risposi con voce ferma, anche se in realtà dentro ero in tensione.

Non ci fu nessuna risposta.

A quel punto mio padre uscì dalla cucina e mi si avvicinò pericolosamente.

"E chi ti dice che puoi definire tua, una cosa che ho pagato io eh? la tua camera dici" mi disse ringhiando.

Mi era così vicino, sentivo il suo alito che sapeva di alcool sul viso, ma ci ero abituato e non battei ciglio.

"Beh sì, in teoria è mia..." risposi cercando di essere forte.

A quel punto mio padre mollò la birra che aveva in mano, che cadde sul pavimento disperdendo tutto il liquido sul pavimento.

Io strinsi la mascella e restai impassibile.

"scusami figlio di puttana, non ho capito bene. Di chi è la roba che usi e il posto in cui dormi?" mi richiese prendendomi con una mano il viso stringendomi le guance in una mossa ferrea.

Ci ero abituato, sarebbe stato come ogni altra sera, bastava stringere i denti.

"Mia, la camera è mia..." risposi piano.

"A davvero, sarebbe tua la cazzo di camera?"sbottò e come mi aspettavo mi strinse ancora più forte e mi afferrò per i capelli, strappandomi alcune ciocche.

"Davvero pensi, brutto bastardo che qualcosa qua sia tuo, neanche il nome è tuo cazzo. Niente, lo hai capito? Un cazzo è tuo. Non vali niente, niente, come quella puttana di tua mamma che ci ha lasciato. Se davvero tu valessi qualcosa pensi ti avrebbe lasciato eh? rispondimi dai.

Stavo per piangere, lo sentivo, gli occhi mi bruciavano e nella testa mi ruotavano le sue parole.

Non volevo niente. Lo sapevo d'altronde, me lo ripeteva da sempre.

"Rispondi cazzo, o hai per caso paura?" mi chiese nuovamente spingendomi per terra e tirandomi un calcio nella pancia.

Io non risposi, stetti zitto come sempre a subire quello che mi faceva.

"Pezzo di merda" sibilò mio padre e finalmente mi lasciò andare.

Aspettai che se ne tornasse in cucina e finalmente mi alzai. Non era andata tanto male, ormai ci ero abituato...

Mi diressi silenziosamente in bagno per fare una doccia in quello schifo che chiamavamo bagno e mi misi una canottiera per dormire.

Me ne andai a letto, accompagnato dagli insulti di quello che chiamavo padre e mi sdraiai.

Presi un sospiro e ricacciai indietro le lacrime.

Cominciai a pensare a qualcosa di felice.

Mi venne in mente Ellie. Pensai a lei, alla sua voce, ai suoi capelli. A quello che mi stava facendo provare, che non avevo mai sentito.

Non sapevo cosa voleva dire amare, nessuno mi aveva mai dato amore e io non sapevo come riconoscerlo.

Mi sentivo desideroso di rivederla il giorno dopo, di sapere se aveva dormito bene e altre cose di questo genere.

Emozioni che pensavo non sarei mai stato capace di provare.

Forse il mio cuore aveva ricominciato a battere. Forse non era completamente da buttare via e sarebbe stato in grado in seguito e con tanto lavoro di provare dei sentimenti veri per qualcuno.

Forse...forse ci sarei riuscito.

Per adesso dovevo aspettare, vedere se davvero quello che sentivo potesse essere duraturo soprattutto ricambiato.

Ellie mi incuriosiva, mi dava l'idea di qualcuno da proteggere e non mi sarei tirato indietro.

Chissà che sarebbe successo andando avanti...

Mi addormentai con questi pensieri, dimenticandosi almeno durante la notte del mostro che viveva con me.

only you//JJ//obxWhere stories live. Discover now