Capitolo 3

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Suzuki si sta dirigendo verso la sua auto, sembra un po' nervoso.

"A quale gioco stai giocando?" dice, rivelando una minuscola trasmittente nell'orecchio, prima di toglierla e lasciarla cadere.

Di fronte a lui si palesa una figura nell'oscurità che gli va incontro.

Appena i due si trovano abbastanza vicini, la figura misteriosa dice: "Il boss, ci ha ripensato, voleva che ci fosse la nostra firma anche sul detective." E gli porge una busta ingiallita. "Hai fatto la tua parte, aspetta nuove indicazioni."

Suzuki prende la busta visibilmente seccato e riprende la strada verso la sua auto. La figura misteriosa si dirige di fronte a sé. Controllando accuratamente tutte le porte.

Appena vista la trasmittente a terra la raccoglie e bussa alla porta. In codice. Otto colpi.

"E' aperto" dice Takahashi. 

La figura entra in casa e si chiude la porta alle spalle.

"Perchè questo improvviso cambio di programma?" chiede Takahashi un po' seccato mentre si toglie una trasmittente dall'orecchio.

"Il boss ci ha ripensato, voleva che ci fosse la nostra firma anche sull'ispettore capo."

I due si dirigono alla finestra e vedono la macchina di Suzuki uscire dal retro dell'edificio. Takahashi si accende una sigaretta.

Intanto Suzuki si dirige verso la via principale, mentre apre la busta. Ci sono un bel po' di yen e un telefono. Preso dalla curiosità lo accende.

Il boato si sente a chilometri di distanza. La macchina e il capo ispettore si fondono in un ammasso di carne e metallo brucianti. La luce dell'esplosione e delle fiamme illuminano la notte e il volto di Takahashi e della figura misteriosa. Quest'ultimo consegna a Takahashi una busta ingiallita. Takahashi non perde tempo e la apre subito: è piena di yen.

"Qual è la prossima mossa?"

"Bhe, Suzuki te lo ha detto chi fosse il prossimo no?"

Dopo un attimo di silenzio Takahashi lascia cadere la sigaretta dalla sua bocca e istantaneamente afferra la pistola e va per puntarla verso l'uomo misterioso, che prima lo schiva con grande agilità muovendosi lateralmente e poi con un fendente di tanto gli taglia la mano armata. Nessun colpo viene esploso.

Takahashi si accascia al suolo, in preda non solo al dolore dovuto all'amputazione della sua mano ma anche alla tossina di cui era impregnato il pugnale. Le sue urla vengono coperte dalle sirene dei vigili del fuoco.

La figura misteriosa lo gira mettendolo a pancia in su e si siede sul suo stomaco.

"Dal tuo punto di vista potrà sembrarti una serie di sfortunati eventi, ma la verita è che la partita era truccata fin dall'inizio."

Mentre pronuncia quelle parole impugna la mano mozzata di Takahashi che stringe ancora la pistola e mentre termina la frase gli ficca la canna in bocca e spara, puntando in direzione della testa.


Racconto 3: Le 8 spire della serpeМесто, где живут истории. Откройте их для себя