Prologo

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Josephine's POV

Ci siamo conosciuti all'università.

Ci siamo incontrati per caso ad una festa. Era cosi sicuro di se che è stato facile ignorarlo per le prime settimane. Il classico don giovanni che ci prova con tutte.

Più lui ci provava più mi stava sulle palle.

Poi non so cosa è cambiato ma ho deciso di concedergli una possibilità capendo che sotto sotto non era poi cosi stronzo come voleva far credere. E' riuscito con la sua dolcezza, la sua premura e il suo tipico umorismo inglese poco compreso da noi australiani, a conquistarmi.

E se all'inizio ci sono andata con i piedi di piombo visto tutte le voci che correvano sul suo conto, alla fine mi sono irrimediabilmente e incondizionatamente innamorata di lui come una ragazzina.

Quando lui si è laureato all'università di Harvard, un anno prima di me vista la differenza d'eta, è tornato nella sua amata Londra per creare una azienda editoriale in società con suo padre e mio fratello.

Per un anno abbiamo avuto una relazione a distanza, lui è venuto da me quante volte poteva e io l'ho raggiungo in occasione delle feste a Londra grazie anche ai miei genitori che hanno acconsentito a passare le feste lontano da casa. Lontano dalla mia amata Perth.

Finiti gli studi, il giorno della mia laurea, Hero si è inginocchiato davanti alla nostra famiglia e ai nostri amici e mi ha chiesto di sposarlo. Eravamo nel cortile del campus, io indossavo ancora la toga per la consegna della pergamena mentre lui uno smoking davvero troppo elegante per l'occasione. Non ho ben capito cosa stesse facendo, troppo emozionata per la situazione. E' stato il mio cuore a parlare ancor prima che la testa ragionasse accuratamente sulla cosa perché si sa, in amore non si ragiona. Si segue l'istinto. Cosi ho pronunciato il SI più importante della mia vita.

Mi sono trasferita a Londra, mio padre Stephen e George Tiffin hanno pensato bene di mettersi in società e creare anche a Perth un'azienda come quella di Londra visto il successo riscosso permettendo cosi alle nostre famiglie di unirsi ancora di più. E mentre Hero avviava il sogno di tutta una vita, io progettavo il nostro matrimonio con l'aiuto di sua sorella Mercy e sua madre Martha.

Ci eravamo prefissati una data: il 5 settembre. Perché era il giorno in cui ci siamo conosciuti e come diceva Hero sarebbe stato più facile ricordare il nostro anniversario.

Ma in realtà sapevo che scherzava, perché lui è sempre stato molto bravo con le date soprattutto le nostre.

Ci saremo sposati nel giardino della tenuta dei suoi genitori. Un giardino che circondava una bellissima villa in stile vittoriano che sorge a qualche chilometro dalla grande metropoli di Londra lontano da caos e traffico stradale tipico della capitale britannica.

Era tutto pronto.

Il vestito, la band, il rinfresco, la cerimonia civile, il giudice di pace, la luna di miele.

E poi... 

E poi nulla, ho pensato bene di non presentarmi al matrimonio.

E non perché non lo amassi o ci fosse un altro come molti dei nostri conoscenti hanno pensato.

No...

La verità era più grave di quella che sembrava.

Perché ci sono decisioni più grandi di te da dover prendere quando si cresce e si diventa adulti. E dopo quell'incontro, quel brevissimo incontro durato si e no 5 minuti prima di affrontare la navata che mi avrebbe legato per sempre all'uomo che amavo, nulla è stato più lo stesso.

La mia vita, le mie scelte, il mio trasferimento a Perth.

La sua di vita, il suo lavoro, il suo successo... la donna con cui ha scelto di sposarsi tra meno di 6 mesi.

Alex. La nostra cara amica Alex.

Lei e suo padre alla fine ci sono riusciti.

Ma hanno sottovalutato una cosa però.

Il mio ritorno. 

Business WomanWhere stories live. Discover now