Capitolo 1

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STATI UNITI ORIENTALI. Dopo l'anno duemila.

La luna al massimo della sua luminosità rischiarava l'ampia radura dove erano radunate decine di persone incappucciate.

Al limitare di quella radura, dove iniziava una folta linea di alberi, era stato sistemato una specie di podio da palcoscenico, simile a quelli che si vedono nei concerti. Un altare vi svettava sopra.

Su quel podio un uomo si stava cambiando di abito per assumere l'identità del cerimoniere.

Aveva un'ampia capigliatura con capelli ricci castani a caschetto, abbastanza alto e forse sui trent'anni, esibiva ampi tatuaggi sulle braccia lasciate nude da un giubbotto jeans senza maniche.

In particolare sul braccio destro svettava una specie di sigla VTRL e su quello sinistro una cifra 110.

L'ampia tunica sotto la quale stava per sparire aveva un simbolo alquanto strano sulla schiena.

Era una specie di doppia croce che sormontava un otto coricato, la doppia croce era di colore rosso mentre l'otto coricato era nero e il tutto era contenuto da un cerchio giallo che toccava quel simbolo in tre punti estremi, sopra il vertice della doppia croce e ai fianchi dell'otto coricato.

A vestizione ultimata si diresse verso il retro del palco e da un ampio baule prese una torcia che accese con del liquido combustibile.

La usò per illuminare altre cinque torce che erano state messe intorno all'altare in modo da formare una Stella di Venere.

Quando tutte furono accese diede un ampio sguardo alla radura così da prenderne meglio le coordinate mentali. Spense la torcia che aveva usato per accendere le altre e si diresse verso un leggio sul quale era stato posto un libro che dall'aspetto pareva essere molto antico.

Ne lesse un passo ad alta voce.

Quindi si diresse verso l'estremità del palco e alzò le braccia al cielo come a chiedere la benedizione di un dio nascosto oltre le stelle.

"Illuminate i vostri cuori e le vostre menti" urlò rivolto verso l'alto.

D'improvviso la radura prese vita e tutti gli incappucciati presero lentamente a muoversi verso il palco in una fila indiana che aveva una forma spiraleggiante. Il primo che arrivò sotto al palco passò al cerimoniere una torcia che fu accesa usando il fuoco della torcia che indicava il vertice superiore della Stella di Venere.

Il processo si ripeté per ben 152 volte tanti quanti erano gli incappucciati che partecipavano a quella singolare cerimonia, i quali erano vestiti allo stesso modo del cerimoniere compreso il simbolo dipinto sulla schiena, che però mancava dell'otto coricato e anche del cerchio giallo limitandosi ad essere una semplice doppia croce di colore rosso.

Dopo che anche l'ultima torcia era stata accesa e la radura brillava alla luce tremolante di tutti quei fuochi, il cerimoniere a voce molto alta pronunciò.

"Venga quindi colui che fu chiamato per ultimo"

Da una scaletta che si trovava sul fianco sinistro del palco due incappucciati che avevano vesti leggermente diverse dagli altri portarono un uomo legato alla schiena, era completamente nudo ad eccezione di un perizoma che gli copriva i genitali.

Non era stato bendato ma aveva la bocca chiusa da un grosso pezzo di adesivo di colore argento.

Si muoveva a fatica per via di alcuni sedativi che gli erano stati inoculati alcuni minuti prima e per questo erano costretti a portarlo sottobraccio.

Era un tipo non molto alto, di età indefinita e di razza bianca, dai tratti che li si sarebbe forse potuti definire slavi.

Le orecchie gli fischiavano e la vista era tremolante, un mal di testa sempre più forte lo stava aggredendo a ogni minuto che passava.

Neanche si accorse tanto del momento in cui fu adagiato sull'altare e legato strettamente con delle corde.

Sempre più confuso con la coda dell'occhio gli parve di vedere una specie di doppia croce che sormontava un otto coricato muoversi e sparire intorno a lui. Quindi un uomo con una grossa tunica bianca che gli si avvicinava, due braccia unite che si alzavano da sotto quella tunica, e un luccichio tra le mani di quelle braccia.

Fu quando le braccia si alzarono che cercò di gridare da sotto il nastro adesivo, ma non fu capace neanche di un urlo strozzato.

Le braccia si abbassarono con tutta la forza che potevano esprimere e l'uomo legato all'altare avvertì uno strappo dolorosissimo al fianco sinistro al punto che il suo sistema nervoso vinse l'effetto stordente dei sedativi.

Capì quello che gli era avvenuto e ogni muscolo del corpo cercò istintivamente di opporsi a quel terribile destino, ma era troppo ben legato perché potesse tentare una qualche forma di resistenza.

Lo spavento passò quasi all'improvviso e una naturale rassegnazione lo avvolse quando realizzò che non sentiva più niente. Dolore, ansia, terrore, parevano tutti scomparsi.

Anche la luce iniziò a svanire e in meno di un minuto tutto fu buio.

Il Velo di MayaМесто, где живут истории. Откройте их для себя