42. Nonostante tutto

Start from the beginning
                                    

«Ehy...»

«Hey piccolo» mi prende il volto a coppa tra le mani, lasciando dei dolci baci a stampo sulle mie guance, sul mio naso ed infine sulle mie labbra, dove approfondisco il contatto. Mi lascio andare sul suo corpo, non sentendo più le gambe dalla passione del bacio mischiata al leggero tremolio che già prima avevo per l'agitazione. La sua presa si fa infatti più salda sui miei fianchi, come se oltre per non far cadere il mio corpo, lo stia facendo per non far cadere in oblio la mia mente; Taehyung è e sarà sempre il mio appiglio a cui reggermi nel momento del bisogno e ne è più che cosciente.

Sorrido istintivamente alla premura che caratterizza le attenzioni che mi rivolge e porto le mie mani al suo collo per averlo più vicino. Ci stacchiamo dopo qualche secondo con uno schiocco e infilo la testa nell'incavo del suo collo per poter sentire il suo forte profumo capace di tranquillizzarmi all'istante.

«Pronto?» mi chiede allontanandosi di poco per guardarmi in faccia, tenendomi sempre per i fianchi.

«Per niente, ma dobbiamo farlo, per lui e per noi» cerco di infondere coraggio ad entrambi, consapevole di star fingendo la sicurezza che in realtà vorrei possedere, sentendo un senso di vuoto enorme quando mi stacco a malincuore da lui.

Gli faccio segno con la testa di entrare e mi segue all'interno dell'abitazione.

Chiudo la porta con delicatezza, nonostante Chim sappia che prima o poi devo tornare da lui e inizio a camminare verso il salotto con la lentezza e la paura di un uomo che si avvicina al rogo. Sta davvero per succedere, sto davvero per mostrare a Jimin la realtà di cui non era minimamente a conoscienza; ma la vera domanda è: sono pronto a vederlo soffrire davanti ai miei occhi sapendo di esserne la causa? Sono pronto per essere odiato dall'unica persona che è sempre stata presente nella mia vita e che me l'ha migliorata?
No cazzo, non sono pronto per niente. Sarà una vista che mi spezzerà il cuore in mille pezzi e la cosa forse peggiore è che dovrò stare lì a guardarlo piangere senza poterlo abbracciare o consolare.

Non so proprio chi dei tre starà peggio tra poco.

Delle carezze sulla schiena mi incitano a fare l'ultimo passo prima di vedere il rosa, che ora è seduto sul divano con un broncio adorabile ed il telefono tra le mani. Sorrido amaramente alla scena, questo è il comportamento offeso che assume quando lo si ignora. È bambinesco come atteggiamento ma dopotutto Chim è il mio piccolo bambino cresciuto, era...

Come ad avermi sentito alza il volto e mi scruta attentamente, consapevole –probabilmente dalla faccia da morto che ho– che è successo qualcosa di brutto, peccato che non sappia che deve ancora succedere. Lo vedo sedersi a gambe incrociate e pattare il posto vicino a lui, dove fino a poco prima ero seduto io.

«Stavo dicendo, abbiamo bisogno di parlare tra noi Kook, è fondamentale conversare»

«Hai ragione Chim, dobbiamo proprio parlare» detto ciò avanzo verso di lui sentendo ancora i passi di Tae dietro di me, ne ho la conferma quando il sorriso del rosa svanisce venendo rimpiazzato da uno sguardo serio e sofferente allo stesso tempo. E l'ha solo visto, figuriamoci una volta che gli avrò rivelato la situazione.

«Che ci fa lui qui?» chiede duramente, scostandosi di poco quando entrambi prendiamo posto vicino a lui.

«Dobbiamo parlarti, entrambi» sottolineo facendogli sgranare di poco gli occhi prima di tornare normale. Sembra incerto se dirmi di andare avanti o no, ma alla fine annuisce, non prima di aver velocemente fatto saettare il suo sguardo da me al castano e viceversa.

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋWhere stories live. Discover now