25. Assenza di pietà

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⚠️ATTENZIONE⚠️
Presenza di scene crude ed esplicite, chi non se la sente di leggerle può fermarsi alla fine del punto di vista di Jimin.




Jiminie's pov

Osservo impotente la sagoma del mio ragazzo allontanarsi da me e chiudersi la porta alle spalle, diretto chissà dove.

La vergogna mi assale, sono stato nuovamente messo da parte dalla persona che amo e la cosa più preoccupante è che non è rara come situazione negli ultimi tempi. Non so cosa sia successo di preciso, so solo che il nostro rapporto non è più quello di prima e nonostante vorrei saperne il motivo, il solo pensiero di sentirmi spiaccicare in faccia la realtà mi spaventa a morte. Ho sempre dato tutto me stesso per la nostra relazione e all'improvviso sembra non bastare più, sembro non bastare più.
Tutti i bei momenti in sua compagnia riaffiorano improvvisamente, tanto improvvisamente quanto ci impiegano alcune lacrime a bagnarmi il viso.

Il ragazzo di fronte a me si accorge subito del mio cambio d'umore e sembra esserne preoccupato. Esita un po' ma alla fine mi poggia una mano sulla mia e la strofina piano, quasi come se avesse paura di farmi male. Sussulto leggermente ma poi lo lascio fare, incrociando il mio sguardo col suo.

«Ehy tutto a posto?»
«Potrei stare meglio» dico semplicemente, incantato a fissare un punto indefinito sulla superficie in legno su cui poggiano le nostre mani.

La stanza cala nel silenzio più totale mentre cerco in tutti i modi di evitare lo sguardo del giovane agente evidentemente preoccupato.
Spero di non fargli pena in questo stato...

«Ehm grazie per averci fornito il nome di un possibile sospettato, sicuramente adesso avremo un campo più vasto su cui lavorare» spezza il silenzio alzandosi dalla sedia e prendendo a camminare in cerchio per tutta la stanza. Non lo conosco ma potrei quasi dire che si senta a disagio in questo momento. «Molto presto la richiameremo e la informeremo dei progressi» conclude voltandosi verso di me e facendomi mancare un attimo il respiro.

«Per favore non parlarmi formalmente, avremo più o meno la stessa età. Chiamami solo Jimin o Min, è ok» gli sorrido cordialmente per poi prendere il mio cappotto e indossarlo, consapevole che la mia presenza sia di troppo.
«Grazie mille e arrivederci!» lo saluto dirigendomi verso la porta.
«A-aspetta Jimin!» mi blocco sul posto al sentire il mio nome uscire dalle labbra dell'agente e devo ammettere che suona proprio bene.

Mi volto a guardarlo come ad intimarlo di proseguire il discorso, mi guarda ancora qualche secondo e una volta ricomposto si avvicina a me.
«Ehm..tra dieci minuti finisce il mio turno, se ti va possiamo uscire insieme dalla centrale..ovviamente solo se vu-»
«Mi farebbe molto piacere, grazie. Allora ti aspetto in sala d'attesa» osservo un'ultima volta il suo volto pallido in contrasto col rossore formatosi sulle sue guance e mi accomodo sulla sedia dove prima mi faceva compagnia Taehyung.
Taehyung...che ti sta succedendo tutto d'un tratto? Non ti riconosco più e questo mi spaventa, poterti perdere da un momento all'altro mi spaventa.

Giro un po' sui social e rispondo ai messaggi ancora non letti e senza che nemmeno me ne accorga il turno di Yoongi finisce. Vengo infatti raggiunto dal moro e dopo un piccolo sorriso mi alzo e lo seguo all'esterno.

Il silenzio regna sovrano nel breve tragitto che abbiamo condiviso, probabilmente per l'imbarazzo nel camminare con uno sconosciuto davvero attraente al mio fianco senza un apparente motivo.
Va tutto bene fino a quando non ricordo un dettaglio poco trascurabile arrivando davanti al parcheggio dove ci sarebbe dovuta essere l'auto del mio ragazzo, trovandolo vuoto.
Mi schiaffeggio mentalmente per non essermene ricordato prima e come sempre con un'occhio di falco il moro mi scruta e capisce che qualcosa non va.

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋWhere stories live. Discover now