Capitolo 11 - Un covo di pirati morti ma non troppo

Start from the beginning
                                    

<< 517?! >> strillai.

<< Sì cara. Sono morto 500 anni fa. >> confermò Nicholas.

<< Wow! E com'era la vita? >> indagai.

<< Sporca per alcuni, ingioiellata per altri. >>

<< Per te? >>

<< Putrida. Vivevo in quartieri così, poi è arrivato il vaiolo e sono passato a miglior vita. Dovevi vedere la mia faccia quando ho visto che non avevo le cicatrici! >> raccontò. Mi sorprese molto la leggerezza con cui lo fece.

<< Devi aver sofferto, mi dispiace. >> dissi.

<< Non ti preoccupare. Ne è valsa la pena, morire non è la fine di tutto, per me è stato un nuovo inizio e poi non sarei mancato a nessuno. >>

Non potei fare a meno di notare che mentre lo diceva strinse forte la mano di Perla, decisi che era meglio non fare altre domande. 

<< Siamo arrivati. >> annunciò Abele.

Eravamo fermi davanti a un'anonima porta di legno con la lacca grattata e sciupata. Il generale degli angelici bussò tre volte. Uno gnomo col cappello più alto di lui aprì la porta.

<< Niente angeli qua. >> gracchiò.

<< Non siamo qua in veste ufficiale. >> lo rassicurò Abele.

<< Non importa. >> 

Non sarebbe stato facile, gli gnomi sono creature perfide e rispondono rigorosamente agli ordini del proprio padrone, ci sarebbe voluta una minaccia coi controfiocchi. Mi voltai verso Perla. <<Mi terresti un attimo la cancelleria? >> sussurrai.

<< Ok. >> rispose lei liberandomi di scatola e cartellone. 

Andai incontro allo gnomo.

<< Ti conviene farci entrare. >> dissi.

<< Se pensi che farò entrare dei paradisiaci in questo locale ti sbagli di grosso ragazzina. Smammate. >> ordinò.

Sorrisi beffarda. << Oh, quindi tu non sai chi sono.>> provai un trucco che mai avevo sperato di utilizzare ma, chissà perchè, mi venne in mente. Mi concentrai senza chiudere gli occhi e piano piano, dalla testa ai piedi trasformai i miei abiti. Mi ritrovai con la mia giacca di pelle, un vestito attillato corto (mi arrivava poco sotto le chiappe) nero e un paio di stivali alti fino al ginocchio col tacco, a coronare il tutto un rossetto rosso fuoco con effetto opaco << Va bene, il mio nome è Lily Kat Fray e di paradisiaco ho davvero poco. Sono nipote di tua signora Lilith e discendente di tuo signore Satana nonchè fidanzata di Lucifero. Sto cercando Anne Bonny e Mary Read e ti conviene portarci da loro prima che consigli a Lucifero una tortura speciale da riservarti una volta morto.>> minacciai. Mantenni però un tono tranquillo, non alzai la voce. 

Lo gnomo impallidì e si inchinò.

<< Chiedo umilmente perdono mia signora. I paradisiaci sono con voi?>>

<< Sono i miei accompagnatori. >> confermai. 

<< Ehm...da qui potete proseguire voi, la mia presenza non è più necessaria. >> si congedò Abele.

<< Grazie di tutto. >> risposi. Abele mi sorrise gentile e abbassò brevemente la testa in segno di rispetto prima di svanire. Feci lo stesso.

<< Seguitemi. >> disse lo gnomo.

Entrai per prima, a testa alta. Seguendo lo gnomo attraverso corridoi intrisi di fumo fino a una sala piena di persone intente a bere alcol. Nessuno ci degnò di uno sguardo. 

INFERNO e PARADISO - UNA SFIDA ETERNAWhere stories live. Discover now