"Be', sicuramente non avrà un buon rientro a Serpeverde," commentò Pansy.

Potter aggrottò le sopracciglia. "Perché?"

Ingenuo.

Draco si poggiò all'indietro sulle mani e ghignò. "Perché ha osato sfidare me," rispose.

"Sì ok -sul serio, perché?" chiese Potter.

"Sono serio, Potter," disse Draco ruotando gli occhi al cielo. "Lo sanno tutti a Serpeverde che se non si vogliono avere problemi permanenti non va attaccato un Malfoy."

Potter sembrò esterrefatto. "E rompevi il cazzo a me per la mia, di fama!" lo rimbeccò.

Draco si strinse nelle spalle. "Cosa posso dire, io me la merito," afferrò la borsa. "Studiamo?"

Scorse Weasley fare una smorfia. "Speravo che esserti appena svegliato da uno Schiantesimo ti dissuadesse dallo studiare per almeno qualche ora," si lamentò, afferrando il libro che la Granger gli porgeva.

Draco sbuffò. "I voti non aspettano nessuno Schiantesimo. A lavoro."

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16 novembre, venerdì

"Ma non ci provi mai?" domandò Harry quel pomeriggio, seduto sul divano della loro stanza.

"A fare che?" chiese Malfoy, rivolgendogli un'occhiata confusa.

"A fare il Patronus," rispose Harry. Sospirò e si tolse l'ultima scarpa, portandosi un piede sotto al sedere e girandosi a guardarlo. "Sono.. quanto? Due settimane che ci alleniamo? E ogni volta mi dici che ti stai preparando."

"Infatti lo sto facendo," rispose Malfoy vago, poggiando la schiena al bracciolo e tirando su le gambe. Ora Harry era davanti a lui.

Harry gli scoccò un'occhiata di rimprovero. "Guarda che sono serio."

"E io più di te."

"Cosa intendi per prepararti?" domandò Harry, decidendo di alzare una mano e disegnare piccoli cerchi sul ginocchio dell'altro, tanto per dargli anche altro a cui pensare nel caso in cui si fosse arrabbiato.

Malfoy sbuffò, ma Harry non lo fermò, perché non lo sentì arrabbiato come le altre volte. Ok, sentiva anche che non fosse la persona più felice del mondo a doverne parlare, ma non percepiva lo stesso astio di sempre.

"Serve un ricordo felice, no?" chiese tentennante, chiudendo la punta delle dita attorno allo schienale del divano accanto a lui e iniziando ad afferrare immaginari pilucchi.

Harry annuì. "Sì, e quindi?"

Malfoy scrollò le spalle. "Sto facendo una –una cernita.." borbottò.

Harry sospirò pesantemente quando il suo stomaco si strinse. Abbassò un momento gli occhi. Desiderò considerare velocemente quanto davvero volesse chiederglielo, ma non riuscì a pensare. Sembrava che la sua mente gli avesse chiuso i cancelli. Sospirò e lo guardò di nuovo.

Cercò di smussare la sua voce, di renderla tranquilla come la sentiva dentro di sé. Troppe volte si trovava a far uscire le parole in un tono diverso da quello che avrebbe voluto usare, risultando arrabbiato, o comunque dando l'impressione di avere una reazione che non gli era passata per la testa nemmeno una volta.

Sapeva anche che teoricamente Malfoy fosse in grado di sentirlo, e che se pure la sua voce fosse venuta fuori seccata, lui avrebbe capito che in realtà non fosse sua intenzione. Ma pensò anche che avrebbe avuto poca importanza –non sarebbe stato piacevole comunque doversi ritrovare ad avere a che fare con qualcuno che ti parlava come se gli avessi appena rubato i gioielli.

Perceptio - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora