Them

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Teddy Lupin aveva trascorso gran parte della sua vita a chiedersi chi fossero i suoi genitori. Remus John Lupin e Ninfadora Tonks risponderete voi, che ovvietà! Ma non erano i loro nomi che Teddy non conosceva... bensì il loro sguardo, le loro carezze, i loro modi di fare, il suono delle loro voci e il modo in cui le loro labbra si dispiegavano per disegnare un sorriso. Era a conoscenza delle generalità che nel mondo magico conoscevano tutti, ma lui era loro figlio, meritava di sapere qualcosa in più.

《Teddy, sveglia!》Una donna dalla voce gentile sussurrò al suo orecchio, richiamandolo dal sonno. Il ragazzo aprì piano gli occhi, ritrovandosi davanti dei capelli rosa -come quello zucchero filato che Harry prendeva sempre a Lily- e degli occhi dolci e premurosi.

《Finalmente!》Esclamò poi un uomo dall'aria felice che si avvicinava a loro sorridente. Aveva il volto stanco segnato da profonde cicatrici ed i capelli biondo miele che ricadevano ordinati sul volto. 《Ci sei mancato tanto, Teddy, ma ora siamo tornati qui da te.》Disse poi accarezzandogli i capelli in modo affettuoso.

Ma d'improvviso proprio quando era sul punto di proferire parola, il ragazzo venne riportato alla vita reale, svegliato da un rumore in lontanaza, forse una porta che si chiudeva. Non era la prima volta che li sognava, e non era la prima volta che per qualche motivo si svegliava senza riuscire a parlare con loro. Si passò il dorso della mano sugli occhi, prima di aprirli completamente e mettersi seduto sul suo letto a casa dei Potter.
La sua camera era la mansarda che Harry gli aveva gentilmente concesso, sapendo quanto gli piacesse osservare il cielo dal lucernario che c'era sul soffitto. Fu proprio quello infatti il suo primo pensiero appena sveglio: aprire il lucernario e sedersi sul tetto ad osservare il tramonto. Era fine estate, tra non molto sarebbe tornato ad Hogwarts e faceva ancora molto caldo, infatti indossava una maglietta a mezze maniche gialla con degli ananas, un regalo di sua nonna Dromeda, e dei bermuda blu, in tinta con i suoi capelli.

《Ted, che fai lì sul tetto?》Chiese Ginny affacciandosi alla botola della mansarda.

《Guardo solo il tramonto.》Alzò le spalle senza voltarsi verso la sua interlocutrice.

《Va bene, ma sta' attento a non cadere!》Raccomandò premurosa. 《Mando James a chiamarti quando la cena sarà pronta, okay?》Chiese scrutandolo attentamente, forse un po' preoccupata per il ragazzo che aveva i capelli di una sfumatura di blu più scura del solito, chiaro segno che -perso nei suoi pensieri- si stava abbandonando alla tristezza. Teddy annuì e Ginny tornò in casa, dirigendosi a passo svelto verso lo studio di Harry, luogo in cui suo marito trascorreva gran parte delle sue giornate. Bussò un paio di volte sulla rigida porta di quercia, poi entrò senza attendere alcuna risposta da parte sua.

《Avanti.》Disse ironico sistemandosi gli occhiali che gli ricadevano sul naso.

《Sono preoccupata per Teddy.》Ammise sedendosi di fronte a lui. Harry ripose la sua piuma sul poggia-penna e mise da parte la pergamena su cui stava scrivendo degli appunti per prestarle la sua completa attenzione.

《Perché?》Chiese quindi, alzando un sopracciglio.

《Era... pensieroso... credo che dovresti parlargli, Harry.》Disse con tono autoritario, il cassico tono con cui impartiva ordini e che non ammetteva repliche. 《È seduto sul tetto.》

《Sul tetto?》Chiese l'uomo stupito, prima di alzarsi. 《Vado da lui.》Disse poi salutando sua moglie con un bacio e avviandosi verso la mansarda. Una volta giunto alla botola che dava sul tetto, salì gli instabili gradini di legno scuro fino a raggiungere -seppure con fatica- il ragazzo. Teddy si voltò nella sua direzione, e gli porse una mano.

《Serve aiuto?》Chiese ridacchiando sotto i baffi.

《No, ci riesco.》Rispose sistemandosi a fianco a lui.

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