Il mistero della cella n° 108

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«È colpa sua, è colpa sua...»

«Sébastien Lefevre, ce sont vos médicaments, si vous les prenez constamment, ils vous aideront à mieux vous souvenir».⁰ «Merci docteur» farfugliò Sébastien.

Sébastien Lefevre, o almeno così si faceva chiamare, era un ragazzo che studiava arti teatrali poichè voleva realizzare il suo più grande sogno: diventare un celebre attore. In Italia, la sua nazione nativa, nonostante i grandi sforzi e sacrifici, non riusciva a trovare lavoro, così si era trasferito in Francia.
Un attore di teatro, trasferitosi in un Paese straniero, come la Francia, che lavoro avrebbe potuto fare?
Sébastien divenne un mimo. 

Dall' arrangiare qualche spettacolo per le strade di Parigi solamente per guadagnare pochi spiccioli, passò ad essere un mimo professionista

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Dall' arrangiare qualche spettacolo per le strade di Parigi solamente per guadagnare pochi spiccioli, passò ad essere un mimo professionista. Riusciva a intrattenere centinaia di passanti che lo accerchiavano per assistere ai suoi spettacoli. Ormai comunicava qualsiasi cosa volesse senza neanche dire una parola, ma esclusivamente utilizzando, in maniera straordinaria, il linguaggio del corpo. 

Era una giornata d'aprile piuttosto soleggiata, ciò nonostante, il centro sembrava deserto, quasi come se fosse disabitato. Eppure, Sébastien era diretto in un parco vicino casa sua per preparare l'occorrente che sarebbe poi servito a dar vita ad un nuovo spettacolo.

  Eppure, Sébastien era diretto in un parco vicino casa sua per preparare l'occorrente che sarebbe poi servito a dar vita ad un nuovo spettacolo

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Dopo pochi attimi, si sentirono un forte rumore di vetri infranti e poi delle urla. Quei rumori non sembravano essere molto lontani. Sébastien preoccupato, lasciò tutto quello che stava facendo, si guardò attorno cercando di capire cosa stesse succedendo e si mise a correre nella direzione delle urla.
In lontananza vide, in prossimità di un grande albero, un uomo dall'aspetto trascurato che con passo veloce cercava di allontanarsi dal parco. Sébastien non si era mai trovato prima in una situazione così strana e pericolosa. Però voleva capire cosa stesse succedendo. Iniziò a correre, voleva parlare con quell'uomo.
Ma quest'ultimo capì subito che qualcuno lo stava rincorrendo così rallentò il passo. Si voltò e vide Sébastien e, senza pensarci un secondo, l'uomo nettamente di stazza superiore al mimo, con un pugno ben piazzato lo atterrò e gli fece perdere i sensi. Prese il corpo di Sébastien e lo trascinò sulla scena del crimine. Alle radici di un albero c'era il corpo privo di vita di un uomo.
L'uomo sospetto non era una brava persona, aveva commesso molti crimini e anche omicidi. La sua ultima vittima fu Oliver Fontaine.
Fece in modo che, grazie ad una boccetta di vetro contenente del veleno con la quale aveva colpito ripetutamente Fontaine al tal punto di ucciderlo, la polizia avrebbe riconosciuto Sébastien come aggressore o complice dell'omicidio, appena consumatosi per mano del fuggitivo. Posizionò dunque, la boccetta nelle mani di Sébastien e fuggì via senza lasciare nessuna sua traccia.

Sébastien si svegliò all'ospedale, era circondato da poliziotti e medici che parlavano fra di loro in francese. Si sentiva disorientato e non riusciva a capire molto di ciò che dicevano. L'incidente gli riportò delle fratture e per di più, non ricordava nulla dell'accaduto.
Non fu solo un pugno a farlo arrivare in ospedale d'emergenza, ma cadde a terra e sbatté la testa su una panchina. La caduta fu così forte e l'impatto brusco che gli causarono un trauma cranico.
Sébastien Lefevre aveva perso la memoria.
Non riusciva a ricordare neppure il suo nome.
Era incapace di parlare con gli altri, adesso più che mai. La perdita di memoria però non influì sul suo innato talento di comunicare attraverso il linguaggio del corpo. Divenne il sua unica via di comunicazione.
Considerato un pericolo e completamente pazzo, venne rinchiuso in un manicomio penitenziario con la presunta accusa di omicidio, un'accusa che Sébastien considerava assolutamente infondata.

«Votre cellule est le numéro 108. Nous vous donnerons des médicaments pour vous aider. Maintenant, repose-toi». ² Sébastien non capendo, entrò nella stanza senza dire nulla.
Passò qualche giorno prima di ricevere una visita dall'avvocato assegnatogli. Arrivò nella sala visite e iniziò a parlare con il suo avvocato. Vicino al loro tavolo, c'era seduto un uomo che parlava ad una giovane donna, probabilmente sarà stata sua moglie. L'uomo sembra vestito fin troppo elegante per andare in un manicomio a far visita ad una paziente. Inoltre, aveva un atteggiamento piuttosto strano, quasi... sospetto.

Quella stessa notte, Sébastien non riuscì a dormire, il volto dell'uomo gli apparve famigliare e non riusciva a far altro che pensarci.
«Non sei colpevole» gli risuonavano nella testa delle frasi inspiegabili, «Ti hanno incastrato».
La mattina seguente si svegliò con un gran mal di testa e sommerso da domande. «Cosa significavano quelle frasi? Chi, chi mi ha incastrato? E se invece fossi veramente io il colpevole?»
Non riuscì a dormire per settimane per colpa di questi pensieri che lo assillavano. Ogni notte sentiva quelle voci, vedeva delle immagini di quella giornata che, gli riaffioravano alla memoria, lasciandolo ogni giorno sempre più sconcertato.
«Perché avevo tra le mani una boccetta contenente del veleno? Cosa mi è successo?» pensò tra sé e sé.

Passarono anni e Sébastien viveva ancora lì, nel manicomio.Arrivato all'età di ottantuno anni, non gli rimaneva molto da vivere. Dopo qualche settimana morì nel sonno. La sua, fu una morte in solitudine, dentro la sua nuova casa: una cella di un manicomio. Fu tormentato, come mai prima, fino ai suoi ultimi istanti di vita, da mille voci, gli dicevano: «Lo devi far saper a tutti!»
La mattina seguente alla sua morte, trovarono incisa sul muro della sua cella, vicino al suo letto, la frase: «È stato lui, è colpa sua.»

 Note francese-italiano:⁰ «Sébastien Lefevre, questi sono i tuoi farmaci, se li assumerai costantemente, ti aiuteranno a ricordare meglio»

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 Note francese-italiano:
«Sébastien Lefevre, questi sono i tuoi farmaci, se li assumerai costantemente, ti aiuteranno a ricordare meglio».

² «La tua cella è il numero 108. Ti forniremo dei medicinali per aiutarti. Adesso riposati».





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