1. Dead Inside

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Don't leave me out in the cold
Don't leave me out to die

***

Grindelwald stava correndo come mai aveva fatto, imprecando in tedesco contro i suoi inseguitori.

I mangiamorte. I seguaci di Voldemort. Conosceva alcuni di loro e aveva sempre creduto fossero tutti molto stupidi, istruiti solo a eseguire ordini, ma si era dovuto ricredere; per disarmare un mago potente come lui bisognava essere discretamente bravi, o essere incoscienti. Lui avrebbe puntato su entrambe.

Non gli avevano dato tregua tutta la sera e si era ritrovato costretto a fuggire, senza bacchetta e pure ferito al braccio dominante, giusto per non farsi mancare nulla.

Si diede un’occhiata alle spalle. Lungo la strada non c’era nessuno, il che era un pessimo segno, ma si fermò lo stesso, nascondendosi dietro uno degli alberi che costeggiavano il marciapiede. Fece un paio di respiri profondi e cercò di riordinare le idee.

Doveva fuggire. Voldemort lo voleva, non sapeva per quale motivo e non voleva nemmeno saperlo, qualunque fosse la ragione di certo non era niente di buono.

Sapeva anche che Voldemort lo voleva vivo, non aveva sentito pronunciare nessun anatema che uccide, quindi doveva a maggior ragione cercare di sfuggirgli e di andarsene il prima possibile.

Ma non poteva andarsene a casa sua, dove sarebbe stato al sicuro. Senza bacchetta non poteva smaterializzarsi, e gli incantesimi che riusciva a fare senza bacchetta erano inutilizzabili, avendo il braccio ferito.

Aveva una sola via di fuga. Poco lontano da lì c’era una casa abbandonata dove Silente andava spesso per stare da solo durante i suoi studi. Era anche la casa in cui ogni tanto si incontravano, nascondendosi da tutti.

Forse Silente era lì. Forse lui avrebbe potuto aiutarlo.

Iniziò a correre verso la sua meta. I mangiamorte riapparvero su nel cielo, in volo, e Grindelwald si ritrovò a pregare Merlino di tirarlo fuori da quel casino.

I suoi nemici cercarono di schiantarlo, volando accanto a lui. Abbassandosi e fermandosi riuscì a far schiantare due dei mangiamorte, mentre un alto lo mise fuori gioco con un pugno, un metodo di difesa molto babbano ma anche molto funzionante.

Peccato ne avesse alle spalle ancora almeno quattro, che non intendevano lasciarlo stare.

La casa che stava cercando fu presto visibile, in fondo a una stradina sterrata in mezzo ai campi. Gli alberi non lo avrebbero protetto stavolta.

Accelerò contro le urla dei polmoni e delle gambe, cercando di raggiungere la casa. Appena fu davanti alla porta provò ad entrare, ma la trovò chiusa.

«Mein Lieber*, aprimi! Ti prego, aprimi!», urlò battendo la mano buona contro il legno.

Sentì qualcuno urlare “Stupeficium”, e Grindelwald cadde a terra, svenuto.

***

* Mein Lieber: mio caro/mio amato, in tedesco

Canzone originale:

Drones || GrindeldoreWhere stories live. Discover now