Dear Juvia

147 10 30
                                    

Cara Juvia,

la vita è dura senza di te.

E' passato un anno eppure io ancora non mi rassegno all'idea che non ti rivedrò mai più.

Dovrebbero dirlo alla gente che il dolore più grande non lo prova chi se ne va ma le persone che rimangono. Loro sono costrette a vivere ogni giorno consapevoli di quello che hanno perso, consapevoli di quel vuoto incolmabile. E credimi Juvia, non esiste pena più grande di svegliarsi e avere la certezza che non ti vedrò seduta al tuo solito posto alla Gilda, di sapere che non ci sarà nessuno dei tuoi sorrisi a rendere sopportabile la mia giornata.

Tutti hanno cercato di consolarmi come potevano dicendomi che sarebbe andata meglio, ripetevano che i giorni più difficili sono i primi. Qualcuno mi ha addirittura detto che prima o poi avrei imparato a conviverci. Io però posso affermare con assoluta certezza che no, i giorni più difficili non sono stati affatto i primi: quelli sono arrivati settimane dopo, mesi dopo, quando tutti sono andati avanti ritornando alle loro vite mentre io sono rimasto bloccato. E no, non imparerò mai a convivere con un mondo in cui tu non esisti. Come può la gente accettarlo? La sola idea mi risulta inconcepibile, sbagliata, contro natura.

Non sei più al mio fianco ma io mi ero concesso il lusso di credere che ci saresti sempre stata. Non mi sarei mai aspettato che sempre durasse così poco.

Le cose sono così diverse ora. Anche quelle più semplici appaiono incredibilmente difficili e fuori portata, persino alzarsi la mattina richiede uno sforzo non indifferente.

Dovrei essere abituato a perdere le persone a cui tengo ma la vita è crudele, non c'è una soglia di dolore limite passata la quale diventi insensibile. Io questo lo so bene perché lo sperimento sulla mia pelle quotidianamente.

Non faccio altro che rivivere quel giorno: tu fra le mie braccia e sotto di noi una distesa di sangue, il mio ed il tuo. Principalmente il tuo. Sento ancora quell'odore di ruggine. Nelle orecchie ho ancora impresso il suono del tuo cuore che si spegne, lo sento quando chiudo gli occhi e mi lascia tutte le volte senza fiato.

Questo dolore non mi abbandona in nessun momento della giornata. Non mi dà tregua e minaccia ogni secondo di trascinarmi a fondo.

Forse in realtà quel giorno sono morto anche io e questo è l'inferno. In questo caso ha perfettamente senso che tu non sia qui con me e se così stanno le cose non posso che esserne felice.

Forse invece questa è semplicemente la realtà ed io sto solo impazzendo.

Non faccio altro che chiedermi cosa tu abbia provato in quel momento.

Eri in pace?

Stavi soffrendo?

E' stato difficile scegliere di rinunciare al tuo futuro? Eppure, mi dico, non ci hai messo più di qualche secondo a dare via la tua vita per salvare la mia.

Valeva così tanto per te, Juvia?

Anche in un momento come quello ricordo bene il sorriso che mi hai rivolto.

Ricordo di aver pensato che fossi bellissima, la cosa più bella che avessi mai visto.. non ho avuto la forza per dirtelo anche se probabilmente ti avrebbe fatto piacere saperlo.

Sono tante le cose che non ho avuto il coraggio di dirti.

Ti avevo promesso una risposta quando la Guerra fosse giunta al termine ma tu non l'hai mai avuta. In questo momento vorrei tanto che tu l'avessi potuta ascoltare.

Dear JuviaWhere stories live. Discover now