Capitolo 3 - Due in uno

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<< Luke, la cosa più importante in un rapporto di amicizia è la fiducia. Come posso io fidarmi di te se tu non ti fidi di me? >>

<< Io mi fido di te, Lily. Ma se ti raccontassi questa storia potresti farti di me un'idea sbagliata e condizionata. Vorrei evitarlo. >>

Non stava funzionando, dovevo usare le maniere forti. 

<< Ok, non voglio forzarti. Chiamerò Gabriel, forse sarà meno turbato di te. Ciao Lu! >>

<< Aspetta! Ancora peggio. E...non è bello ricattare le persone. >> pronunciò l'ultima frase con più leggerezza. Sorrisi per il sollievo. << Fra cinque minuti a casa mia va bene per te? >>

<< Arrivo subito Lu, a fra poco! >> riattaccai. 

Mi cambiai di corsa, in pigiama non ero presentabile, la brillante idea di telefonare mi era venuta dopo un bel bagno che potevo farci? 

Un minuto e quaranta secondi (ok, forse me lo sto inventando) correvo giù per le scale in jeans,  camicia bianca e maglioncino grigio addosso e il telefono in mano. Afferrai il cappotto e lo indossai. Cercai la nonna e la trovai che leggeva (sì, è un tratto ereditario, noi Fray siamo grandi lettori) nella biblioteca, strano (faccina che ride). 

<< Dove vai cara? >> domandò notando che ero pronta per uscire.

<< A casa di un amico. >> risposi.

<< Il biondo o il moro? >> 

Sveglia la nonna! 

<< Il moro. >> 

<< Ok. Non tornare tardi. Oggi ceniamo alla grande! Pizza e film? >>

Sorrisi, la mia nonna. << Idea geniale, L'ascesa di Skywalker? >>

<< Perché no? Non l'abbiamo mai visto. >> commentò lei in tono ironico, riferendosi alle altre cinque volte che l'avevamo visto. Avere una nonna nerd è fantastico! Non è sempre stata così ma io sono una brava insegnante. 

<< Torno presto, non cominciare senza di me! Ciao nonna! >> le detti un bacio e uscii di casa.

Faceva freddo. Mi strinsi nel mio cappotto color crema e proseguii a camminare fino a casa di Luke . Suonai il campanello.

<< Hai fatto presto. >> notò. 

<< Io non perdo tempo. >> risposi entrando. 

La casa era calda e accogliente, un allegro fuocherello scoppiettava nel camino rustico del salotto. Lu mi fece sedere su una delle poltrone vicino al camino e appese il mio cappotto all'attaccapanni. Poi mi offrì una tazza di tè fumante che accettai volentieri e si sedette di fronte a me. Restammo un momento in silenzio che sfruttai per osservarlo attentamente. Il volto era una maschera indecifrabile, una barriera di tristezza e malinconia. La postura rigida e sulla difensiva, era teso. Decisi di rompere il ghiaccio.

<< Lo sapevi che nell'antica Grecia il focolare era sacro? >> chiesi.

<< La dea Estia. Vesta per i romani. >> rispose, per un attimo la maschera parve scivolare via lasciando sul suo viso un'espressione che tradiva affetto. << Devo confessare che è una delle mie dee preferite. >> 

<< Sì, anche una delle mie. >> bevvi un sorso del mio tè. << Non combina guai. >> commentai azzardando un sorriso. Lo ricambiò e io mi rilassai un pochino. 

<< Già, a proposito di guai : credo di essermi cacciato in un guaio serio. >> disse.

<< Hmmmm...sbaglio o devi raccontarmi qualcosa? >>

INFERNO e PARADISO - UNA SFIDA ETERNAWhere stories live. Discover now