Il passaggio segreto

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Anna allungò una mano creando un varco per permettersi di uscire dal passaggio segreto. Si trascinò fuori dal cunicolo e la accolse una lieve ma frizzante brezza. Sgranò gli occhi dopo esserseli strofinati con le mani.

Davanti a lei si apriva un prato immenso, ancora più grande di quello vicino a casa sua. Era attraversato da un’imponente corso d’acqua blu argentata. Al centro, un ponte di pietre ricoperto di verdi rampicanti, si distendeva sull’acqua. Al di là del fiume un mulino di pietra chiara cosparso di edera e rampicanti che davano fiori rosa imponeva la sua presenza e la sua ruota girava spinta dall’acqua producendo un piacevole rumore di sottofondo. Tutt’intorno erano sparsi dei salici piangenti con fronde verdi e viola luccicanti e alberi maestosi come querce le cui radici offrivano posti ideali per fermarsi a riposare. Erano alternati da cespugli con fiori azzurri e rosa e alberi come aceri che davano chiome sui toni del rosso e arancione. Le chiome colorate, i fiori e le foglie si specchiavano sull’acqua argentea. L’erba era così morbida e fresca che Anna sentì subito l’impulso di levarsi i sandali per godersi il piacevole solletichio dell’erba sotto i piedi nudi. La bambina era ammaliata dalla bellezza di quel mondo incantato.

Corse, rise e giocò tra quelle chiome fino a quando il sole iniziò a calare. Spaventata che la mamma potesse sgridarla se si fosse trattenuta oltre, Anna si affrettò a tornare a casa ripercorrendo il passaggio segreto e attraversando correndo il prato davanti alla sua abitazione. Arrivò davanti alla porta di casa con il fiatone e si ricompose prima di rientrare.

Il giorno seguente la bambina si recò di nuovo nel mondo incantato attraversando il passaggio segreto. Aveva deciso di esplorare ciò che ancora non era riuscita a vedere perciò attraversò il ponte solido e si imbucò nel mulino aprendo un grande portone di legno con dorate maniglie rotonde.

La prima cosa che la bambina notò entrando furono i grandi ingranaggi che permettevano alla ruota di muoversi sollo la forza costante delle spinte dell’acqua. Addossata alla parete di sinistra c’era una scala che Anna non esitò a salire. Al piano di sopra l’ampia stanza, illuminata da larghi fori nella pietra come fossero finestre, era completamente vuota.

Secondo Anna era un ottimo posto da trasformare in una specie di rifugio segreto. Si affacciò alla finestra senza vetro e poté ammirare quel prato fiabesco da una prospettiva più alta.

Nei giorni successivi la bambina si occupò di portare alcune coperte, cuscini, giochi, colori e fogli nel suo nuovo posto preferito. Fu abbastanza fortunata poiché la madre non si accorse di nulla.

Lì passò l’estate più bella di tutte quelle precedenti. Tuttavia, durante l’inverno, non poté recarsi nel prato incantato poiché il freddo e il gelo aveva coperto di neve e ghiaccio la superficie di ogni cosa, rendendo pericoloso addentrarsi nel boschetto.

L’estate successiva Anna fu di nuovo libera di correre nel prato vicino a casa sua e di addentrarsi nel bosco fino a raggiungere il passaggio segreto che la portava in quel posto tanto bello quanto ancora misterioso a suoi occhi.

Aveva otto anni e iniziò a fare tanti disegni per cercare di rappresentare quella radura dall’aspetto quasi magico.

Durante la primavera erano sbocciati dei bellissimi fiori bianchi che Anna non ricordava di aver visto l’anno precedente. Era il classico tipo di fiori che si trova nei bouquet durante i matrimoni.

La bambina si armò di pastelli e pennarelli e iniziò a riempire fogli e fogli come se disegnasse arcobaleni di forme diverse.  A parte alcune piante, nulla era cambiato e nulla cambiò anche dopo l’anno in cui la bambina compì otto anni. Nella stanza sopra al mulino aveva disposto diversi raccoglitori colorati dove aveva riposto con cura e in ordine cronologico tutti i suoi disegni.

Il passaggio segreto [ONE-SHOT]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora