Capitolo 1

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Buio.

Questo fu quello che vidi appena mi svegliai.

Ero in una stanza vuota e buia,  contentenente un letto malandato composto solo dal materasso e qualche quadro di cui non riuscivo a distinguere le figure.

Infreddolita ed impaurita mi sedetti in un angolo con le ginocchia strette al petto, aspettando che qualcuno mi trovasse.

Mi avevano rapita. Ma chi era stato?

Ma soprattutto, perché? Roxanne e mia madre ne erano al corrente?

Tante domande mi perseguitavano, senza ricevere risposte. Il mal di testa aumentava a dismisura e delle lacrime calde cominciarono a scendermi dal viso.

Che ne sarà di me? Cosa mi faranno?

Il mio tormento finì quando il forte rumore di una porta blindata che si apriva, fece spazio nella stanza.

«Kimberly, alzati non c'è tempo da perdere» mi disse, o meglio urlò, un uomo di colore alto e grosso, con un vocione che farebbe paura a chiunque. Ma un attimo...come faceva a sapere il mio nome? Qualcosa di strano stava accadendo e solo il piensiero mi fece tremare.

«Allora? Sei sorda?» disse più forte.

Mi alzai lentamente raggiungendolo, non era il caso di farlo arrabbiare.

«Chi sei? Dove mi stai portando? Non mi ucciderete vero?» dissi tutto d'un fiato ma con un fil di voce

«Niente domande, seguimi e basta. Stiamo andando a farti bella»

questa volta il suo tono fù leggermente più dolce, forse intenerito dalla mia paura.

A farmi bella? È uno scherzo?

Se devono uccidermi che senso ha farmi bella? Fatto sta che mi ritrovai in una stanza piena di specchiere e scrivanie con trucchi, smalti e profumi di tutti i tipi e colori.

A destra si trovavano esposti molti vestiti lunghi da sera, la maggior parte in pizzo e a sinistra c'erano quelli corti, ma sempre eleganti.

Per un istante mi sembrò di essere in paradiso, ma poi l'omone accanto a me, scuotendomi mi presentò una ragazza indaffarata a sistemare dei rossetti fuori posto, nella scrivania centrale.

«Cindy, lei è Kimberly.
Dobbiamo portarla da Styles, sai com'è esigente, quindi...fa di lei una dama» detto questo, uscì lasciandoci da sole.

«Chi è Styles? Cosa intendeva dire?» non persi tempo a riempirla di domande.. Dovevo sembrare proprio disperata...

«Non spetta a me dirtelo, scoprirai tutto da sola, devi solo avere un pò di pazienza.
Ora vieni con me»

Disse gentilmente,  trascinandomi per mano verso sinistra, dove si trovavano i vestiti corti.

«Scegline uno» mi disse sorridendo

«È proprio necessario?» non volevo indossare uno di quei cosi, non mi sentivo a mio agio con le gambe scoperte.

«Indispensabile» precisò.

Okay ora si che sono nei guai.

Ma purtroppo non avevo molta scelta, quindi cominciai a fare un giro tra i vestiti per trovarne uno che mi piacesse un pò e con mio stupore lo trovai.

Appena lo vidi mi piacque subito.

Aveva la scollatura a cuore con il corpetto ricamato con dei brillantini e la gonna con delle frange rosa carne.

Infine, alla vita c'era un cinturino del medesimo colore, con un fiocco argentato.

Era bellissimo.

«Scelgo questo» dissi leggermente euforica

«Perfetto! Và nel camerino a cambiarti, io prendo le scarpe adatte» era così felice che si sarebbe potuta mettere a saltellare da un momento all'altro. Io invece non nascondevo l'ansia che stavo provando.

Chi era lo Styles di cui parlavano?

Perché devono portarmi da lui?

Spero solo di scoprirlo presto, altrimenti rischio di impazzire.

Indossato il vestito, uscì dal camerino e trovai Cindy con un paio di scarpe dal tacco dodici argentate e una pochette.

«Perfetto, adesso passiamo al trucco» sorrise raggiante.

Applicò un eyeliner nero, mascara, ombretto con delle sfumature rosa carne e bordeaux, infine rossetto e smalto del medesimo colore.

«Adesso manca il tocco finale» detto questo, mi riempì di profumo ovunque e mi arricciò i capelli con il Babyliss.

«Finito, adesso puoi guardarti allo specchio» mi trascinò davanti lo specchio e quello che vidi non era orribile come pensavo.

Per una volta mi trovai...bella.

«Sei bellissima» quasi lesse i miei pensieri

«Kenny puoi entrare, abbiamo finito» urlando questo, l'omone di prima si presentò. Allora è così che si chiamava.

Kenny mi trascinò fuori, dove c'era un taxi ad aspettarci.

«Ci porti a villa Styles» ordinò, una volta entrati in macchina.

Dopo dieci minuti circa, l'auto si fermo davanti ad una vera e propria regia, altro che villa. Ero letteralmente incantata.

Dall'esterno si potevano vedere tre piani.

Essendo sera, la casa era illuminata dalle luci interne, in questo modo sembrava che brillasse... A sinistra c'era un'enorme piscina, trampolino compreso, di un profondo azzurro dato dalla luce dei faretti a bordo vasca e accanto un piccolo tavolino rotondo con due sedie.

Kenny suonò dal cancello esterno, bianco candido e ad esso rispose una voce roca e profonda che attirò la mia attenzione.

«Entrate» disse brevemente, facendo aprire il cancello davanti a noi.

Se prima mi ero calmata adesso l'ansia e la paura erano tornate e peggio di prima.

Chi è quest'uomo che mi ha fatta rapire?

O forse dovrei dire ragazzo, in fondo non so la sua età.

Perché mi vuole a casa sua?

Mi girai di scatto quando sentì il pesante portone di villa Styles aprirsi.

SPAZIO AUTRICE

Salve questo capitolo è leggermente corto ma non mi andava di farli incontrare al primo capitolo, così ho voluto lasciarvi sulle spine. *chiede perdono* spero che ci piaccia e spero che leggerete in tanti.

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Alla prossima -V

Stockholm Syndrome || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora