5. Panico, Panico, Panico!

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Una risatina fuoriesce dalle sue labbra, ci alziamo dai tavoli una volta che abbiamo finito di mangiare e paghiamo. Stiamo camminando lungo le strade di Los Angeles, la città degli angeli. Il mio sguardo vaga per tutti i negozi di Rodeo Drive finchè non arriviamo all'Hotel. Da fuori è ancora più maestoso: la scritta Pierce hotel è messa in primo piano in alto, seguito da qualche palma  e un sentiero da percorrere. Mi trascino i due trolley con le mani, cammino lungo la stradina illuminata da qualche faretto fino ad arrivare all'ingresso. L'inizio di un cambiamento.

Quasi prima dell'entrata c'è una fontana con un leone d'orato. Hotel di lusso e gente ricca sfondata. "Grace ti vedo distrutta, hai dormito male stasera? A proposito dopo l'alcol di ieri  stamattina come ti sentivi?" 

"No, sono solo stanca, ho avuto un incubo. Poi sai anche l'alcol di ieri sera ha fatto il suo effetto. Tralasciando questo, mi accompagni a prendere l'uniforme?"

Con le mie storiche converse entro nell'Hotel e arrivo alla reception seguita da Colie. "Salve, io sono qui sia per la camera che per le uniformi, mi chiamo Grace White"

La segretaria dalle lunghe unghie rosse annuisce e dopo aver preso sia le chiavi che l'uniforme mi affida ad un ragazzo. Lo stesso barista di ieri, Kevin se non ricordo male. Ci fa vedere dove dobbiamo lavorare e i diversi turni che abbiamo in settimana. Lunedì martedì e mercoledì lavoriamo al bar, tutti gli altri giorni facciamo le camere e puliamo in giro. Ringrazio con un sorriso forzato la receptionist e prendo l'ascensore. Terzo piano camera 557. Il mio numero fortunato è proprio il cinque, non lo so, ma in qualche modo mi ha sempre portato fortuna.

In mano ho tutto il necessario, due valige a trolley, l'uniforme e le chiavi. La borsa l'ho appoggiata sulla valigia. Si, sono un'acrobata se ve lo state chiedendo. Attraverso i corridoi lussuosi e mentre lo faccio cerco di notare per bene i numeri sulle porte. 554, 555, 556, 557. Trovato finalmente, mi è sembrata un'impresa! 

Infilo la chiave nella serratura e appena entro i miei occhi si illuminano alla vista di tanta bellezza. Un grande letto matrimoniale si trova al centro della stanza e un bellissimo balconcino che affaccia sulle strade di Beverly Hills. Due sedie graziose con dei cuscinetti neri e un tavolino con un vaso di gelsomino lo compongono. Senza fare troppo caso al resto della camera posiziono le mie valige nell'armadio specchiato e prendo la divisa. Ew, dovrò indossare una gonna nera a tubino. Pazienza, almeno quando lavorerò al bar non la dovrò indossare.          Arrivo giù nella hall vestita di tutto punto come l'etichetta di questo hotel vuole: Tacchi non molto alti, camicetta e gonna nera con un cartellino con il mio nome sopra.   "Va bene allora per oggi farai le consegne in camera" Per essere l'inizio preferisco, è abbastanza leggera come cosa. 

Ormai è trascorsa qualche oretta, sono esausta. Tra consegne e pulizie non so cos'è peggio. In più ho addosso questa gonna super fastidiosa che non mi permette di camminare libera. 

"Grace porta questo alla camera n 554" Ecco l'ennesimo ordine, penso di aver sottovalutato un po' troppo questo lavoro, è devastante e pensare che sono solo alla prima giornata. 

"Si certo vado subito" Rispondo cercando di mascherare la mia stanchezza.

Decido di prendere l'ascensore per fare prima,  clicco il pulsante per andare al terzo piano ma si  intrufola qualcuno prima che si possano chiudere. Indossa una camicia in stile hawaiano e ha gli occhiali da sole, buffo visto che non siamo al chiuso. Evidentemente è appena tornato da qualche servizio. Mi mantengo a debita di stanza visto che credo che non si sia neanche ricordato di me e guardo avanti alla porta sperando che si apra il più presto possibile. Prende il suo cellulare dalla tasca e scrive qualcosa abbastanza irritato, anche se sa nascondere abbastanza bene le sue emozioni. Sembra costantemente vuoto, come se gli mancasse qualcosa.  All'improvviso sento un rumore di un cigolio ed ecco che dopo qualche secondo l'ascensore si blocca con noi dentro.

Sento il respiro bloccarsi, le pareti inghiottirmi. É una sensazione che non auguro mai a nessuno di provare. Ti senti una sensazione di vuoto e impotenza, come se stessi sul punto di morire e vi assicuro che non è niente di allettante. Il respiro si fa sempre più pesante. Strizzo di occhi forte e mi accascio al suolo. Mi sento come se la stanza mi stesse inghiottendo, in più la situazione non aiuta. Lacrime calde scorrono lumgo le mie guance fino a che non sento lui avvicinarsi alla mia altezza. "Respira, vedrai che andrà tutto bene, concentrati" Mi poggia le sue mani grandi sulle spalle e prima che la camera potesse inghiottirmi mi avvolge con le sue  grandi braccia calde. Sento il suo profumo dalla sua camicia che mi estasia, ma presa dal panico scatto lontana da lui. Mi ricompongo e lui fa lo stesso, l'ascensore riparte e   in men che non si dica appena le porte si aprono, ci scambiamo degli sguardi, poi come se niente fosse continuiamo ad ignorarci.

Dopo tutto quello che mi è successo oggi, compreso l'attacco di panico direi che come prima giornata di lavoro si possa anche definire insolita. Ho avuto un sacco di turni e dire che sono distrutta è poco. La forza di chiamare Colie però la ho ancora. Prendo il cellulare e compongo il suo numero sul tastierino,  dopo qualche secondo sento la sua voce al telefono. 

"Ci sei sta sera per una passeggiata in centro?" Le chiedo speranzosa, ho bisogno di rilassarmi un po', e lei mi fa stare bene.

"Okay ci vediamo al solito posto allora" Mi risponde con tono vivace. Arriviamo entrambe all'appuntamento e ci raccontiamo entrambe le nostre giornate. Lei oggi ha dovuto pulire le camere, sono stata talmente tanto impegnata da non avere avuto neanche un secondo per capire dove fosse.

"Tu si che hai culo, spiega anche a me come fingere un attacco di panico, mi potrebbe tornare utile" Scoppio a ridere fragorosamente e mentre camminiamo mi racconta di aver conosciuto quel ragazzo, Kevin. A detta sua adorabile.

"Che mi dici del capo? Sei sicura che non hai nemmeno una cottarella?"

Sbuffo annoiata e nego. "Colie, è un bel ragazzo ma non fa per me, è anche fidanzato quindi finiamola con questa storia. Tu invece?"

 "Vedremo, comunque tralasciando l'argomento ragazzi che sono a corto di risposte, che ne dici di andare a ballare questo week-end? Il Vampire Lounge ha fatto una serata aperta a tutti" Apprezzo l'entusiasmo di Colie ma sono stanchissima, non so se ho tanta voglia.

"Sono esausta" le dico sperando che mi capisca.

"Andiamo Grace non vorrai perderti l'evento dell'anno! Domani visto che è sabato usciamo a fare shopping, tu verrai e troveremo anche qualche ragazzo, magari chi lo sa. Dai hai solo ventun' anni dobbiamo divertirci in qualche modo. Ci saranno molte cose buone da mangiare non vorrai mica sprecare  un'opportunità così?"

 "Non è uno scambio valido ne sei consapevole vero? Mi stai corrompendo con del cibo, ti odio lo giuro!" Scoppiamo entrambe a ridere come due amiche di vecchia data e ci incamminiamo verso l'hotel.

"Ci vediamo domani Grace" La saluto e vado alla reception per avere finalmente la mia camera.

Prendo l'ascensore e appena esco  intravedo Damon aprire la porta della sua camera, strizzo un po di più gli occhi per leggere il numero: 558. Sono fottuta.


Che ne pensate?Lasciate una stellina per il continuo,secondo voi cosa succederà ?Damon che farà ,e Grace ?Commentate
❤️❤️❤️
Redsoulangel

TOXIC LOVEWhere stories live. Discover now