30. Incubi e rimedi

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La vista decorata da tante piccole stelline e un improvviso capogiro mi obbligano a tenermi al mobile al mio fianco per non cadere, mio padre fa subito per avvicinarsi ma Taehyung interviene mettendo una mano difronte a me facendogli segno di non avvicinarsi. Mi prende in braccio a mo' di sposa e si volta verso i miei genitori, ancora allerta non conoscendo il castano.

«Sono Taehyung, un amico di Jungkook. Lo porto a riposare, è meglio se lo lasciate stare per adesso» dice soltanto prima di sorpassarli e dirigersi al piano di sopra.
Una volta arrivati in camera mia chiude la porta a chiave e ammetto che questo gesto mi fa subito agitare per via dei pessimi ricordi legati ad esso, ma mi rilasso non appena mi fa sdraiare sul mio letto per poi affiancarmi.

Percepisco la sua voglia di stringermi forte tra le sue braccia e non mollarmi più, eppure si sta trattenendo per non crearmi sconforto e non potrei esserne più felice.
Anch'io vorrei poterti abbracciare e baciare ma non credo ci riuscirei, ho iniziato ad odiare quei bellissimi gesti a forza di riceverli contro la mia volontà e per giunta dalla persona sbagliata. Scusami... penso, ma ovviamente non riesco a dare voce ai miei pensieri, un po' per lo shock ancora vivido nella mia mente e un po' per via dei miei occhi che si chiudono da soli per il sonno.

Guardo ancora Taehyung, impaurito che possa andarsene e lasciarmi solo con i miei genitori, e prendo coraggio cercando la sua mano e afferrandola appena, ma abbastanza da sentirlo vicino a me.

Lo vedo sorridere e l'ultima cosa che vedo è il suo sorriso rettangolare stupendo, prima di chiudere gli occhi e lasciarmi andare contro il morbido cuscino.
"Buonanotte piccolo" riesco ancora a sentire prima di essere avvolto dal buio più totale.




Apro nuovamente gli occhi, ritrovandomi nel bel mezzo di un grande viale totalmente deserto, non un negozio aperto o una persona per strada.
Sembra essere un quartiere abbandonato.

«C'è nessuno?» chiedo per accertarmi di essere effettivamente solo e ne ho la conferma quando a rispondermi è solo il lieve fruscio delle foglie colpite dal vento.
Non sapendo cosa fare, decido di andare alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa darmi indicazioni su come tornare a casa spiegandomi magari che luogo è questo.
Vado avanti così per un po', non incontrando nient'altro che lampioni malfunzionanti e auto vuote lungo il mio cammino.

Sbuffo, come sono finito in questo posto?

Proseguo ancora per qualche metro finché non sento un movimento veloce alle mie spalle che mi mette immediatamente allerta facendomi voltare verso la fonte di tale rumore.

Ancora niente.

Mi sento maledettamente vulnerabile in questo momento, sono solo e non c'è anima viva che potrebbe correre in mio soccorso nel peggiore dei casi. Ho paura, tanta paura, mi sembra di essere in un film horror dove un mostro aggredisce la povera vittima alle spalle, senza che nessuno si accorga dell'improvvisa scomparsa di quella povera anima in pena.

«Jungkook» riecheggia nell'aria una voce fin troppo familiare. Mentirei se dicessi di non averla riconosciuta, come si può dimenticare la voce di colui che ti ha torturato e violentato? Deglutisco con difficoltà spaventato ma continuo comunque a sperare di aver sentito male. Quando però si ripresenta la stessa voce ancora più vicina capisco di essere effettivamente nei guai. Senza una meta o un piano mi metto a correre come un pazzo nella direzione opposta, voltandomi ogni due per tre in cerca del proprietario di quella voce ma non scorgendo ovviamente nulla.

Non di nuovo, ti prego non di nuovo.

Corro per tanto tempo percorrendo chissà quanti chilometri senza fermarmi un secondo, dietro e davanti a me sempre il nulla più assoluto. Allo stremo delle forze mi convinco che fermarsi a riposare per qualche minuto non possa farmi che bene e decido così di bloccare momentaneamente la mia fuga sfrenata. Appoggio le mani alle ginocchia per sostenermi mentre prendo grandi respiri cercando di regolarizzare il respiro.

ᴍɪɴᴇ ᴏʀ ɴᴏᴛ? || ᴛᴀᴇᴋᴏᴏᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora