Capitolo 18.

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<<O mio Dio Stefania....è una notizia bellissima certo che ti farò da testimone!>> disse lei con le lacrime agli occhi, mi abbracciò fortissimo ed io ricambiai immediatamente. Una sensazione di estrema leggerezza mi pervase, era come se avessi lanciato un macigno via dal mio petto, mi commossi insieme a lei

<<Non hai idea di quanto adesso io sia felice, mi sento finalmente completa grazie a te>> dissi asciugando le lacrime dalle guance, lei mi lasciò un bacio sulla fronte e corse in salone a prendere le altre buste

<<Volevo aspettare il momento migliore per darteli e credo che sia proprio questo>> mi disse lei emozionata

Dalla prima busta tirò fuori uno scatolone non troppo grande incartato con della carta regalo a tema natalizio, quando lo scartai l'interno era pieno di giornali per nascondere il contenuto che mi fece sorridere inevitabilmente. Era la prima edizione di uno dei miei libri preferiti: Tess dei d'Urbervilles, scritto da Thomas Hardy nel 1891. Scoppiai di gioia

<<Ma dove diavolo l'hai trovato?? E soprattutto quanto ti è costato fede? È la prima edizione accidenti!>> dissi io basita

<<Beh ti dirò, non è stato per niente facile ma ti dovevo un bel regalo di Natale dopo quello che è successo tra noi, dimmi che ti piace ti prego>> rispose lei leggermente preoccupata ma anche divertita. L'abbracciai forte ringraziandola almeno mille volte, lei sorrise e mi passò le ultime due buste

<<Questo è da parte dei miei genitori, un piccolo pensierino per compensare la tua ossessione per quel maledetto film>> disse lei divertita, era una lampada bellissima, la copia della cupola con la rosa incantata del film La bella e la Bestia.

I suoi sapevano della mia ossessione per quel film perché da piccola costrinsi Federica a guardarlo così tante volte che alla fine esausta decise di rompere il lettore CD. Presi la terza busta alla fine, era più piccola, ma più pesante delle altre e dentro c'era la miniatura di una delle teste di moro, famosi vasi siciliani dalle fattezze del volto di un uomo ed una donna. All'interno del vaso (era il volto dell'uomo) c'erano due biglietti aerei per la Sicilia.

Io mi commossi ma fede mi diede un altro biglietto, l'aveva scritto mia madre

~Amore mio, buon Natale! È la prima volta che non passi questa festa con noi. Ci manchi tantissimo e con questo piccolo pensiero da parte nostra speriamo di vederti il prima possibile, ah e mi raccomando, sbrigati perché a fimmina aspetta u so masculu!. Tuoi mamma e papà.

<<O mio Dio...non ci credo che potrò tornare lì! Non mi sembra vero, ma come fai ad avere il regalo ed il biglietto che ha scritto mia madre? Non li ha spediti in un pacco?>> chiesi con le lacrime agli occhi e curiosa

<<I biglietti sono per te e David, così potrete comunicargli di persona che vi sposate! Per quanto riguarda il regalo...sono stata a Palermo per delle faccende e nel frattempo sono passata dai tuoi genitori>> disse lei emozionata

Il resto della serata passò tranquillamente, chiesi a Federica di rimanere a dormire con me e lei accettò, finimmo di vedere un film e finalmente ci addormentarmmo. Il giorno dopo mi svegliai presto, preparai la colazione per fede e chiamai David, sperai che fosse già sveglio. Dopo qualche squillo rispose

<<Buongiorno amore, come ti senti? Hai passato una notte tranquilla?>>

<<Buongiorno, diciamo di sì tranne qualche attacco di nausea e un po' di dolore ma il dottore dice che è normale. Com'è andata con Federica?>> la sua voce era ancora impastata dal sonno

<<È andata bene, mi ha dato i regali di natale da parte sua e della sua famiglia e anche quello da parte dei miei genitori. Ci hanno regalato due biglietti per Palermo, potremmo dirgli di persona che ci sposiamo, che ne dici?>>

<<Dico che è un pensiero bellissimo ma...amore non so se posso venire. Dovrei parlarne col dott. Coleman, comunque ci vediamo dopo, devo riattaccare>> rispose dispiaciuto.

<<Certo hai ragione, oggi vengo in clinica e ne parliamo con lui, tranquillo non staremo molto a Palermo, solo qualche giorno. A dopo amore>> sperai con tutta me stessa in una risposta positiva dal dottore,

Federica si svegliò, facemmo colazione e le raccontai quello di cui avevo parlato con David, lei mi disse di non preoccuparmi, nel caso in cui il mio ragazzo sarebbe stato troppo debole per viaggiare mi avrebbe accompagnata lei. Poco dopo andò a casa ed io mi preparai per andare in clinica

Arrivai lì e mi accolse la stessa infermiera dell'altra volta che mi salutò cordialmente

<<Mi scusi infermiera, potrei parlare con dottore?>> chiesi

<<Certamente, nel frattempo può recarsi dal Sig. Ortega. La chiamerò quando il dottore sarà libero, ah e mi chiami pure Margo. Può darmi tranquillamente del tu.>> rispose sorridendo.

<<D'accordo Margo, chiamami Stefania e anche tu dammi pure del tu>> le sorrisi di riflesso

Mi accompagnò nella stanza di David ed andò ad avvisare il dottore, io entrai e lo vidi ancora disteso a letto, aveva fra le mani il mio libro su cui era completamente assorto.

<<Ehi, ho fatto prima che ho potuto. Come mai leggi il mio libro?>> chiesi curiosa, David odiava quel romanzo

<<Volevo vedere se dopo una più attenta lettura avrei cambiato idea su quello stronzo di Heathcliff>>

<<E com'è andata?>>

<<Beh adesso non lo considero stronzo, ma totalmente coglione>> rispose scuotendo il capo, io scoppiai a ridere e gli diedi un leggero schiaffo sul braccio

<<Ma va', io trovo che sia originale e realistico>>, lui mi guardò interrogativo alzando un sopracciglio, mimò un "pff" e rise

Poco dopo entrarono l'infermiera seguita dal dottore che mi salutò cordialmente

<<Mi hanno riferito che voleva parlarmi, ma l'avverto che se volesse chiedermi novità sulla terapia non posso ancora dare una prognosi attendibile>>

<<No non riguarda la sua terapia. Volevo chiederle se David sarebbe in grado di affrontare un viaggio in aereo e stare giusto qualche giorno fuori>> chiesi speranzosa

Il dott. Coleman rimase un attimo in silenzio riflettendo sulla mia richiesta, passava la mano sul mento quasi assorto nei suoi pensieri, non traspariva nessuna espressione, dopo qualche secondo rispose

<<Beh è un po' complicato, se non sono indiscreto potrei chiedere la meta di questo viaggio?>>

<<Palermo, a casa dei miei genitori>>

<<Signorina ci sono quasi 13 ore di viaggio, spero che stia scherzando. È impossibile che il corpo di David possa reggere un simile viaggio in queste condizioni. Mi dispiace ma non approvo.>> rispose con tono duro, quasi come se la mia domanda fosse un assurdità di dimensioni mastodontiche.

<<Ha pienamente ragione, perdoni la domanda sciocca>> sorrisi flebile, lui annuì e cominciò ad effettuare vari esami di routine, poco dopo uscì ed io sospirai afflitta, David mi strinse la mano e mimò un "mi dispiace", io scossi la testa e gli sorrisi. Non volevo che si sentisse in colpa

Arrivò la sera ed io uscii dalla clinica, chiamai Federica e le raccontai tutto, lei nuovamente si offrì di accompagnarmi ed io accettai. L'idea di partire anche per pochi giorni e lasciare David in clinica mi destabilizzava ma mi feci forza, avrei comunicato di persona ai miei genitori che era lui la persona che avevo scelto per il resto della vita

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