Capitolo 3.

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Mi buttai a letto come un sacco di patate, sentii David rovistare in frigo ''ma non smette mai di mangiare?''  poco dopo mi raggiunse a letto dove sprofondò con la delicatezza di un mammut obeso e si girò a fissarmi <<Che guardi? E' proprietà privata>> dissi fingendomi seria.

<<Esatto, di mia proprietà>> rispose, si avvicinò e mi baciò delicatamente, ma ben presto divenne più spinto. Chiese l'accesso alla mia bocca e glielo diedi, le sue mani cominciarono ad accarezzarmi per tutto il corpo e mi ritrovai a cavalcioni su di lui. Mi tolse la maglietta e mise le mani sui miei fianchi <<David...dobbiamo andare alla festa>> gli dissi ma fu come se non avessi mai aperto bocca.

Cominciò a sbottonare i miei pantaloni continuando a baciarmi ma non era semplice visto che lui era sdraiato sotto  di me <<David dai o faremo tardi>> 

<<Non mi interessa, non voglio più andarci>> rispose tra un bacio e un altro. Resistere stava cominciando a diventare sempre più difficile. ''oh ma al diavolo''  e mi lasciai andare.

Andammo comunque alla festa anche se in netto ritardo grazie a David e ai suoi momenti, già in giardino c'era gente svenuta completamente ubriaca, altri che si baciavano quasi stuprandosi e la situazione in casa non era molto diversa. Musica altissima, alcol ovunque e gente che ballava senza ritegno.

Pian piano trovammo tutti i ragazzi del nostro ''gruppo'' e dopo qualche bicchiere di non so cosa, la testa improvvisamente si alleggerì e tutti cominciammo a ballare urlando come matti. Vedemmo Emily ed Adam baciarsi e scoppiammo tutti a ridere, ma questo scatenò la reazione di David che si fiondò su di me baciandomi con passione.

Mi misi a ridere <<Le tue labbra sanno di alcol abbastanza scadente>>.

<<Beh, le tue invece sanno di vodka alla pesca sintetica>> cominciammo a ridere, a baciarci e a ballare. Nel frattempo vedemmo Adam ed Emily andare verso il piano di sopra dio solo sa a fare cosa e anche altri ragazzi del gruppo cominciarono a baciarsi. David mi fece capire di voler andare al piano di sopra ma io in disaccordo gli dissi <<Oh no signorino, non ho la minima intenzione di andare in qualcuna di quelle stanze perché tu hai gli ormoni ubriachi>>

Lui decisamente ubriaco mi rispose <<Dai Steph! lo fanno tutti perché noi no!>> quasi piagnucolando.

<<Beh non voglio prendermi l'AIDS solo toccando la maniglia, ne riparleremo quando torneremo a casa, sempre se ti reggerai ancora in piedi>> . Continuammo a bere e a ballare fino a quando la sua espressione non mutò di colpo, cominciò a correre verso il giardino spintonando chiunque trovasse davanti a lui ed una volta fuori cominciò a vomitare. Il suo volto era pallidissimo e sudato, quando ebbe finito si appoggiò al muro con un braccio, il respiro era affannato.

<<Ehi che succede, sei ubriaco per caso?>> chiesi io sfottendolo, ma la sua espressione era dura

<<Non sono ubriaco, torna pure dentro me la cavo da solo>> sputò lui arrabbiato, che diavolo gli era preso all'improvviso?

<<Ti ha dato di volta il cervello per caso? Ti senti male e mi dici di tornare dentro a festeggiare?>> il mio tono si era notevolmente alzato

<<Senti non fare la pesante, avrò mangiato qualcosa che mi avrà fatto male. Vado a casa a riposare, vieni con me?>> la sua voce si addolcí alla fine, mi sorrise debolmente. Io annuii semplicemente, ero ancora arrabbiata e soprattutto confusa, il tragitto fino a casa sua passò silenzioso. Nessuno dei due proferiva parola, aveva lo sguardo perso mentre guardava fuori dal finestrino.

Quando arrivammo si limitò a baciarmi la guancia, chiuse la porta di casa sua senza voltarsi, senza dire una parola. Io rimasi lì a fissare il sedile in cui c'era lui prima adesso vuoto, una sensazione orribile si faceva strada lentamente dentro di me, come se qualcosa di orribile dovesse accadere. Scacciai quei pensieri negativi e tornai a casa, mi misi a letto e passai la notte completamente in bianco a causa di quella strana sensazione che non accennava ad andare via.

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