Come primule in primavera

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E io che prima avevo solo ghiaccio
nel petto
Piantai un bucaneve aspettando
che fiorisse.
   - Ernia

Ci sono momenti in cui vivi la tua vita come se fosse quella di un'altra persona. Momenti in cui diventa difficile quasi anche respirare. Sono questi i pensieri che si insediano nella mia mente mentre preparo i bagagli.

«Maëlys lo sai che potete rimanere quanto volete, sei come una figlia lo sai. Non devi sentirti un peso» sorrisi guardando con tenerezza Claire, mia suocera «Lo so che cerchi di persuadermi solo perché ti mancherà passare del tempo con Adelaide» scherzai «ma Annecy è distante solo un'ora da questo posto, potrai venirci a trovare ogni volta che vorrai, ho bisogno di allontanarmi da questo posto che mi ricorda costantemente lui, capisci?» delle lacrime fuoriuscirono dalle orbite dei miei occhi e mi costrinsi a rivolgere lo sguardo verso il soffitto per non scoppiare in un pianto disperato. Con movimenti meccanici salutai Claire e raggiunsi la macchina dove si trovava Adelaide.
Dal 13 Agosto del lontano 2013 mi ripeto che l'unica ragione per cui io sia ancora viva è Adelaide, il mio calore in questo perenne inverno che sembra non voler finire mai. Adelaide avrebbe dovuto avere una sorella maggiore e un padre, che non conobbe mai. Quella mattina mi svegliai con il calore di Nadine, la mia prima primogenita e come ogni giorno ci recammo in giardino per parlare ai fiori. Nadine fin da piccolina ebbe una passione innata per le piante, in particolare i fiori, volle conoscere il nome di ogni fiore, il loro significato... Così, passai intere settimane a leggere libri sulla botanica e trasmisi il mio sapere alla piccola Nadine. Se fossi stata un fiore sarei stata un Bucaneve, mi diceva, ma non sapeva che la sua mamma non avrebbe mai retto agli inverni rigidi e tempestosi della vita. Non sarebbe mai fiorita alla prima alba della primavera. Non avrebbe mai visto il sole. Non avrebbe più avuto pace dopo tutto quel dolore.

A volte mi chiedo se c'è un modo per non sentire più nulla, né dolore né felicità. Vorrei soltanto annullare tutte le emozioni, eliminarle dal mio corpo. Dicono che con il tempo il dolore passi, che dopo un po' ti ci abitui, impari a conviverci. Ma è davvero così? Ogni giorno mi sveglio sperando che qualcuno mi dica che non è mai successo nulla, che un camion non ha mai travolto la mia famiglia. Come è possibile che la vita sia così breve per alcune persone? Perché io sono viva e loro sono morti?

Vorrei che qualcuno potesse rispondere a queste domande, ma so che nessuno lo farà. Cambio città sperando che il dolore si riponga nel lato più piccolo e profondo della mia anima, ma so che non sarà così.

Non fiorirò mai come le primule in primavera.
Da quel giorno il mio modo di vedere è grigio.

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