Darjeeling

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Parigi, novembre 1882

Eloise Duval appoggiò il libro capovolto e ben aperto sul tavolo, creando quelle linee discontinue sulla copertina che tanto infastidivano sua madre. Non che lei non provasse rispetto per i libri, era consapevole anche lei di quanto si rovinasse a riporlo in quel modo, ma avrebbe fatto di tutto pur di contraddire la madre. Qualsiasi cosa.

Avvertì voci di persone in avvicinamento e si alzò dalla sedia riccamente intarsiata con della seta color porpora. Cercò di stamparsi un sorriso tirato sul volto per ricevere gli eventuali ospiti, come ogni ragazza della sua classe sociale avrebbe dovuto fare. Odiava essere nata in una famiglia così ricca. Se nei primi anni della sua vita tutto le sembrava magico e luminoso, ora a sedici anni si sentiva intrappolata in quella gabbia dorata e invidiava la libertà riservata solo al resto della popolazione.

Ma la smorfia sul suo viso si trasformò presto in un vero e radioso sorriso quando vide arrivare Fabian Vettel, scortato sempre dal solito cameriere. Lasciò cadere ogni tipo di etichetta e gli corse incontro, abbracciandolo. "Sei tornato!" esclamò affondando la faccia nella camicia bianca del ragazzo. Lui le accarezzò dolcemente la schiena "Non avrei potuto fare altrimenti, mia cara". Eloise sollevò la testa per fissare i suoi pallidi occhi verdi in quelli azzurro brillante di Fabian. Tutto in lei sembrava essere una copia scolorita del ragazzo. I suoi capelli castani non possedevano una tinta decisa, ma bensì volgevano al biondo scuro, mentre la chioma di Fabian era di un castano scuro e brillante. E anche la pelle di Eloise era sempre troppo chiara, come se fosse malata, mentre la carnagione di lui aveva un colorito sano e meno pallido, nonostante fosse tedesco.

"Ci possiamo sposare, allora? Sei riuscito a guadagnare abbastanza dai nuovi affari di tuo padre?" chiese Eloise alzando lo sguardo quasi implorante verso Fabian, che sorrise a disagio strappando ogni speranza della ragazza. Lei si staccò lievemente da lui lasciando scivolare le braccia che prima erano strette su Fabian. Il tedesco si passò una mano tra i capelli "Non è così facile, Eloise. Mio padre pensava di aver indovinato l'affare giusto che ci avrebbe permesso di diventare abbastanza ricchi ma..."

"Ha fallito l'ennesima volta?" mormorò lei, allontanandosi del tutto dal ragazzo. Fabian allungò un braccio per trattenere la ragazza a sé "Non è colpa sua! È impossibile nel giro di pochi mesi riuscire a individuare l'alternativa corretta. Ti posso assicurare che la mia famiglia stia facendo di tutto per incentivare questo matrimonio, cosa che invece non si può dire della tua famiglia..."

Eloise si liberò dalla stretta di Fabian "Cosa vorresti insinuare, che noi non ci stiamo impegnando?". Lui si grattò la testa, accennando un sorrisetto stanco "Beh, avete già ogni tipo di ricchezze, non è necessario per voi trovare ulteriori affari. Ma non puoi negare che se i tuoi genitori non avessero impedito il nostro matrimonio, ora noi potremmo vivere insieme" "Non lo hanno impedito! -lo corresse lei- è stato...semplicemente rimandato". Fabian inclinò la testa "Eloise, conosciamo bene entrambi il motivo di tutto ciò. Per i tuoi genitori io non sono abbastanza ricco o nobile".

Lei iniziò a vagare per la stanza, inquieta "Hai ragione, Fabian. E mi sono scontrata varie volte con loro per questo motivo. Non credere che io non mi stia adoperando. Ho provato tutto ciò che era in mia dotazione, ma sono irremovibili. Tuttavia sai già che daranno la loro benedizione al nostro matrimonio quando dimostrerai di poter provvedere economicamente a me. Lo trovo ridicolo, io cerco un marito che ami, non un contabile addetto alle finanze".

Nonostante tutto, sul volto di Fabian comparve un piccolo sorriso. Eloise era così, totalmente anticonformista per la sua epoca e per questo maledettamente attraente.

"Come faremo ora? Riponevo grandi aspettative in questo vostro nuovo affare, me ne avevi parlato così bene nelle tue lettere..." mormorò lei con gli occhi lucidi. Fabian avanzò verso la ragazza, stringendole dolcemente gli avanbracci. "Ce la faremo, te lo prometto. Perché magari sono i soldi a mancarmi, ma la mia ricchezza più grande sei tu e troverò il modo di portarti via con me, per sempre".

Ceylon [IN PAUSA]Where stories live. Discover now