Bancha

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Erano trascorsi diversi giorni da quando George e Lando si erano allontanati con la promessa di contattare l'esperto.

Eloise viveva in uno stato continuo di ansia, dal momento che avrebbe dovuto parlarne con Sebastian ma non riusciva ad individuare mai il momento giusto. E soprattutto, la spaventava la possibile reazione negativa di Fabian.

Intercettò proprio il ragazzo, che con un libro in mano si stava dirigendo verso il soggiorno. "Posso parlarti?" gli chiese timidamente, tormentandosi le mani. Fabian annuì svogliato "È successo qualcosa con quei due inglesi?". Eloise scosse la testa "No, no. Assolutamente no. Si tratta di..." "Non mi piace che continui a frequentarli -la interruppe Fabian alzando la voce- una ragazza perbene non dovrebbe avere degli amici maschi. Soprattutto se si tratta di quei due. Temo che tu mi stia nascondendo qualcosa".

La ragazza barcollò all'indietro, offesa. "Come puoi rivolgerti a me in questi toni? – disse con voce ferita- il motivo per cui incontro George e Lando è perché sono gli unici che si sono dimostrati ospitali nei nostri confronti e soprattutto possono aiutarci a sistemare le sorti della piantagione". Fabian scosse la testa "Penso che Sebastian sia capace di gestire al meglio le nostre coltivazioni. Se permetti ad altri di entrare nei nostri affari, ne usciremo distrutti. Ti ringrazio per voler aiutare, ma credo che tu stia sbagliando la modalità".

Eloise non rispose, infastidita. Ma con che coraggio lui parlava di affari quando trascorreva tutto il giorno rinchiuso nella sua stanza a lamentarsi?

Senza aggiungere altro, il ragazzo si diresse verso la camera da letto. Eloise rimase sola e immobile nel corridoio, come avveniva ripetutamente da quando erano fuggiti a Ceylon.

Si rimangiò la delusione e si avviò verso la cucina, versandosi una tazza di tè. Poi raggiunse il porticato, sedendosi sugli scalini. Chiuse gli occhi, respirando a fondo l'aroma emanato dalla bevanda calda che stringeva tra le mani. Riuscì a calmare i suoi nervi, trovando un senso di armonia dentro di sé. Lo faceva spesso a Parigi, quando la realtà attorno a lei diventava così soffocante da aver bisogno di ricavarsi un piccolo spazio interiore dove recuperare l'equilibrio.

Riaprì gli occhi, lasciandosi abbracciare dalle distese verdeggianti della piantagione. Aveva scelto Ceylon o forse Ceylon aveva scelto lei. In ogni caso, era giunta in quel posto carica di grandi aspettative. Forse non le aveva realizzate con Fabian, ma sentiva di appartenere a quegli spazi sconfinati e brillanti. Vi era stata attratta in qualche modo ed era soddisfatta di trovarsi lì. Non poteva più immaginarsi rinchiusa in qualche salone parigino. La sua vita era a contatto con la natura, con i piedi immersi nella rugiada dei lunghi steli d'erba la mattina presto, con la faccia sempre un po' scottata dal sole. Forse aveva perso il suo pallore nobiliare, ma quel leggero rossore sulle guance la rendeva più viva e vera.

Nonostante con il suo fidanzato le cose non procedessero nel migliore dei modi, lei era felice di averlo seguito in quell'isola. E se non avesse sposato Fabian, avrebbe sposato Ceylon.

"Stai bene?" chiese una voce dietro di lei.

Eloise si voltò di scatto, derubata della quiete personale che si era ricavata. Sorrise a Sebastian, che si avvicinava a lei. "Bevi del tè?" continuò lui, appoggiandosi alla struttura del porticato.

Eloise abbassò lo sguardo sulla bevanda, sollevando la tazza "Si tratta del Bancha, è un tè verde giapponese ricavato dall'ultimo raccolto, che ha luogo in ottobre. Il Bancha è il tè verde comune per i nipponici. Viene raccolto dalla stessa pianta da cui si ricava la qualità Sencha, però viene colto più tardi, particolare che gli conferisce una qualità inferiore sul mercato. È considerata anche la più leggera qualità di tè verde" "Vedo che stai imparando velocemente" ridacchiò Sebastian, ammirato. Eloise si strinse nelle spalle "Trascorro il tempo a studiare per cercare di capire come migliorare".

"È buono, almeno?" chiese il ragazzo alludendo al tè. "Il sapore è unico, ha un marcato odore di paglia" commentò la ragazza assaporandolo dopo averlo fatto girare qualche istante nella tazza. Sebastian prese fiato, poi disse "Volevo ringraziarti per il tuo impegno nella piantagione. So che ti stai informando molto sulle coltivazioni in modo da poter dare il tuo supporto al nostro lavoro. Credo che anche le donne tamil ti stimino molto. Guadagnare il loro rispetto in così poco tempo non è scontato e non è facile. Ma ci aiuta a mantenere i lavoratori fedeli. Grazie".

Eloise sorrise debolmente, poi lo guardò in volto "A questo proposito vorrei dirti una cosa..." "So che hai chiesto a Norris e Russell di chiamare il loro amico -la interruppe Sebastian sedendosi accanto a lei sui gradini- e so anche che è la scelta migliore per tutti noi. Forse davvero ci potrà aiutare a sollevare i nostri affari". Eloise si lasciò sfuggire un sorriso di sollievo. Aveva temuto per giorni che Sebastian si infuriasse con lei per quella decisione, invece ne era sempre stato consapevole fin dall'inizio.

"Ora tocca a me parlare- continuò il tedesco guardandola negli occhi e abbassando il tono della voce- io pensavo di offrire come regalo a te e mio fratello un matrimonio da favola. La nostra piantagione sarebbe stata la cornice ideale. Ma non me la sento più di proporvi una cosa simile. Ho notato che tu e Fabian vi state allontanando molto e credo che sposarvi in questo momento sia una mossa troppo azzardata e affrettata. Non voglio rovinare la vostra serenità. Sono grato a Dio che ti abbia portato qui da noi e per questo aspetterò prima di incentivare la vostra unione. Sei diventata una sorella per me e voglio solo la tua felicità. Se oggi non coincide con quella di Fabian, credo sia necessario rimandare".

Eloise lo guardò con gli occhi lucidi, non riuscendo neppure a rispondere. Era il discorso più bello che avesse mai sentito da quando si trovava a Ceylon e in realtà nella sua intera vita. Finalmente sentiva di far parte di una famiglia che ci teneva a lei realmente.

"Grazie" mormorò con la voce incrinata dal pianto. Era anche sollevata che Sebastian avesse notato le sue difficoltà con Fabian. Si sentiva meno sola perché si sarebbe finalmente potuta confidare anche con lui.

"Puoi...puoi non raccontare nulla a tuo fratello? Non vorrei causare ulteriori problemi" chiese rivolta al ragazzo. Sebastian annuì con la testa "Certo. Conta su di me. Non parlerò con Fabian e lui non verrà a sapere niente di tutto ciò".

"Sapere che cosa?" domandò improvvisamente proprio Fabian, comparso alle loro spalle.

Sebastian ed Eloise si voltarono verso di lui, spaventati. Non sapevano cosa avesse sentito, ma la ragazza sperava che lui fosse arrivato lì solo verso l'ultima parte del discorso.

"Ma niente, stavamo solo..." iniziò a balbettare Sebastian a fatica, ma venne prontamente interrotto da un tamil che accorse verso di loro, richiamando l'attenzione. "È arrivato! Signor Sebastian, è arrivato!" urlò infatti senza riprendere fiato. "Chi è arrivato?" chiese Sebastian confuso, alzandosi in piedi.

"Il ragazzo della Thailandia!" esclamò l'altro. 






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Un capitolo a sorpresa per celebrare il primo podio in carriera del nostro Alex Albon e anche il primo podio in Formula 1 per la Thailandia!! 

Ovviamente gli auguro che sia solo il primo di una lunga serie!

Ceylon [IN PAUSA]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt