"Questione di stomaco; di fede." Eido portò il petto all'infuori, "E poi... ti ho visto arrivare. La scia di fuoco" Eido mimava con le mani un arco nel cielo, "So riconoscere un parvah quando lo vedo."

"Hai visto altre scie di fuoco?" Chiese Dario mentre la vita gli tornava in corpo. Che non sia il solo? Magari gli altri membri della Odyssey sono piombati in questo stesso parco giochi.

Eido abbassò lo sguardo.

"No. Non personalmente almeno. Ma ne ho letto! Il parvah arriverà a Migeria con una scia di fuoco! Così è scritto."

Dario voleva chiedere un'altra cosa ma la domanda venne soffocata dal suono di un corno. Il capitano Albian uscì dalla tenda, sorrideva, il sole baluginava sulle mostrine e gli intarsi di metallo dell'armatura; passò in rassegna il campo con lo sguardo fino a quando non incrociò Dario e a quel punto aggrottò la fronte e strinse le labbra.

"Uomini e scudieri. Prepariamoci a partire. I genieri smonteranno il campo e intanto mi aspetto che tutti tranne le retrovie si mettano in cammino fra dieci minuti." Dario notò che lo stava guardando fisso "E quando dico tutti intendo tutti. Saremo a Migene entro questa sera." Gli astanti gridarono, qualcuno alzò le mani al cielo, molti sorridevano. Il capitano sparì nuovamente nella tenda mentre il ragazzo con il buffo corno che sembrava il ramo nodoso di un albero rimase impettito sull'uscio.

Eido si mise in piedi e si spolverò la terra di dosso. Camminò verso Dario e, arrivato vicino, gli tirò una pacca sulla schiena che per poco non lo fece strozzare.

"É tempo di andare, parvah."

--

Era passata solo un ora da quando si erano messi in viaggio e le gambe di Dario erano già contorte in orribili crampi. Il piccolo contingente avanzava lento e deciso lungo un sentiero adagiato sul pendio di una collina che costeggiava una foresta di abeti. Il clima era mite e il panorama idilliaco, ma Dario non era ancora pronto ad una marcia del genere. Si portò le mani sui quadricipiti e mugugnò; fitte lancinanti gli toglievano il fiato. Tutti gli sforzi del giorno prima sembravano essersi agglomerati in un unico grumo di dolore.

Poi la gamba destra – stanca di essere trascinata in giro – cedette e Dario cadde. Picchi; col ginocchio sui ciottoli e si lasciò scappare un lamento. Eido – che non lo aveva mollato un minuto da quando erano partiti – gli fu subito addosso e lo afferrò sotto le spalle con le sue mani giganti.

"Tutto apposto, parvah?"

"Tutto okay."

Eido lo guardò confuso. Dario guardò Eva. Forse non ho tradotto bene.

"Ochei?" Disse infine il cavaliere.

"Sì, insomma. Va tutto bene."

"Sembrate debole. Scommetto che il vostro viaggio è stato duro."

Dario fece un mezzo sorriso. "Non sai quanto. Ma non preoccupare, starò bene fra qualche giorno."

Eido si passò la mano sulla barba.

"Abbiamo almeno altre sei ore di cammino. Poi ci fermeremo per la notte e domani raggiungeremo Migene. Ti sembra... ochei?"

Dario si rimise in piedi stringendo i denti, il dolore era quasi scomparso ma le gambe sembravano rispondere a malapena ai comandi.

"Sei ore." Fece una pausa, "Non possiamo rallentare, almeno?"

"Oh." Eido si guardò attorno, fissò la foresta, fissò la pianura sotto il pendio. "Albian aveva richiesto esplicitamente di raggiungere Migene entro domani; ma sono sicuro che se è il parvah a chiederlo—"

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 10, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

L'Astronauta e il MagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora