Terra?

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Un vivace squittio elettronico spezzò il continuo mormorio dello scafo.

"Buongiorno Dario. Sono le 7:00 del mattino. Alle nove è previsto l'evento Riunione Scientifica."

Dario aprì gli occhi come colpito da uno schiaffo. Il suo bracciale fluttuava a venti centimetri dalla sua faccia ed emetteva un bagliore rosso intermittente. La voce di Eva riecheggiava limpida nel buio e silenzioso vano della navetta d'emergenza.

Aveva la bocca impastata che sapeva di sangue. Si strofinò la faccia. Faceva freddo. Si guardò attorno e tutto era calmo, il piccolo spazio della navetta era buio e illuminato solo dalla tenue luce arancione delle luci di emergenza.

Ci mise un po' a realizzare che non era stato tutto un brutto sogno. L'ultima cosa che ricordava era l'abbraccio de La Sirena che lo trascinava all'interno di un enorme buco nero – seppur minuscolo se paragonato ai suoi giganteschi simili. Come era sopravvissuto? Come aveva fatto a non essere stato inghiottito e stritolato da un buco nero? Forse il buco nero mi ha stritolato e questa è solo la vita ultraterrena di chi muore a quattro miliardi di chilometri da casa. Era un idea assurda. Eppure come poteva escluderlo? Fino a quarantotto ore prima avrebbe definito ugualmente assurdo che un conglomerato di buchi neri potesse spontaneamente crearsi e scomparire fra le orbite interne di pianeti così relativamente vicini alla Terra. Eppure...

Si sporse verso la cupola di comando cercando qualcosa – qualunque cosa – nel vuoto dello spazio. Non trovò nulla: niente Tritone; niente Nettuno; niente di familiare. Persino le stelle apparivano strane. Dario afferrò il bracciale e lo poggiò nell'incavo del pannello di controllo. Luce verde sgorgò come linfa dal bracciale invadendo l'intera console notificando così l'avvenuto collegamento dell'AI al computer della navetta.

"Eva, che diavolo è successo?"

"I dati sono inconsistenti."

"Inconsistenti in che senso?"

"Che secondo i miei dati la navetta dovrebbe essere stata stritolata in una sfera di tredici millimetri di diametro."

"A quanto pare, non è successo. Sai dove siamo? Quanto dista la Terra?"

"Sconosciuto."

"Cosa vuol dire sconosciuto?"

"Non ancora conosciuto, ignoto: regione sconosciuta; non identificato: un individuo sconosciuto..."

"Piantala! Sai a cosa mi riferisco. Dammi qualcosa, anche una larga approssimazione."

"Non ho abbastanza dati."

"Siamo nel Sistema Solare almeno?"

"Non ne sono sicura, Dario."

Dario aggrottò la fronte mordendosi il labbro.

"Da quello che percepisco, la mappa delle stelle visibili non coincide con quella che è possibile vedere nel sistema solare." Continuò l'AI.

"Cosa?!" esclamò Dario "Dannazione. Dove diavolo siamo finiti?"

"Non lo so. Sconosciuto. Appunto."

Dario si risistemò sulla sedia e si strofinò il mento col dorso della mano, come faceva ogni volta che il dubbio lo assaliva. Passò le mani sulla console e cominciò a digitare alcuni comandi. In men che non si dica i motori si accesero nuovamente a piena potenza e riempirono ancor di più la navetta del loro incessante ronzio.

"I motori funzionano. È già qualcosa." sussurrò fra se. Almeno non sarebbe morto di freddo. Poi si rivolse ad Eva. "C'è qualcosa qua vicino?"

"Un pianeta abitabile."

L'Astronauta e il MagoWhere stories live. Discover now