Capitolo 11

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Akito cercò di risalire con cautela dal balcone.

Al suo rientro, trovò il Dottor Yamamoto in preda al panico.

- Akito!!! Ti abbiamo cercato dappertutto!!! Ma... ma come ti è saltato in mente di... -

Il Dottore non ebbe nemmeno il tempo di completare la frase, che Akito gli cadde davanti, perdendo i sensi.

- AKITO!-

Il Dottore chiamò allarmato alcuni infermieri che, di corsa, portarono Akito a rifare una TAC.

Qualche ora dopo, Akito si svegliò sul suo letto, col Dottor Yamamoto accanto.

- Ragazzo mio! Come ti senti!?- esclamò il medico appena gli vide aprire gli occhi.

- Sto bene, dottore. Grazie.-

- Ma cosa è successo!? Come mai sei sparito saltando dal balcone!? Abbiamo rifatto la TAC perché mi sei svenuto davanti! E...-

- E...?!-

- E... per fortuna il tutto è rimasto invariato. Ma mio caro, hai rischiato parecchio! Perché!?-

- Ho dovuto soccorrere qualcuno in difficoltà...- Akito non disse più nulla, lasciando intendere che non poteva rivelare altro.

- Ma...- il medico rimase senza parole. Poi sospirò, fece un mezzo sorriso e in seguito disse:- Va bene. Ma la prossima volta, almeno, usa la porta di ingresso.-

"Questo ragazzo è speciale. Unico.", pensò tra sé e sé il medico sentendo  dell'altruismo di Akito. "Non ha pensato minimamente a se stesso".

- Ti lascio riposare, mi raccomando... evita gli sforzi al momento. Ritornerai presto più forte di prima. Ma sii paziente. A breve potrai andare a casa, ma lì dovrai continuare a far degenza, come se fossi quì. Quando verrai a fare i controlli periodici, e saremo certi che l'ematoma si sarà completamente riassorbito, allora potremo riparlare delle attività che potrai iniziare nuovamente a svolgere. Ma fino ad allora: assoluto riposo.-

Akito accennò un Sì... poco dopo si addormentò.

Ore 21:30.

Il locale chiude dopo cena.

Resta aperti fino a tardi solo il fine settimana.

Quando la sua famiglia andò via, [T/N] prense un bel po' di cibo, mettendolo in una scatola per asporto ed uscì dal locale chiudendo con cura la porta.

Si avviò all'ospedale, verso quel balcone dove aveva visto Akito affacciarsi.
Con molta abilità, scavalcò, tenendosi ben stretta con una mano, mentre con l'altra poggiava la scatola sul davanzale della finestra per avere le mani libere e scendere con più comodità.

Bussò piano alla porta in vetro.

Sentendo rumore, Akito si svegliò.

Accese la luce notturna.

Poi si alzò piano e si diresse verso la porta del balcone.

Spostò prima la tenda, per capire cosa provocasse quel rumore.
Inaspettatamente vide [T/N].

- Ma che...-

Akito, sconvolto aprì la porta.

- Ehm... ciao! -

- Ciao...-

- Ti ho portato questo per ringraziarti...-

Akito continuava a guardarla senza dire una parola.

[T/N], a quel silenzio imbarazzante, si intimidì.

- Ecco... forse... forse ti ho svegliato, sono passata nel momento meno opportuno. Ehm... Adesso vado... grazie ancora per oggi!-

La ragazza poggiò la scatola sul davanzale, si girò e stava per scavalcare quando Akito l'afferrò per il polso.

-Aspetta...-

[T/N] si voltò, fermandosi.

Akito aprì la scatola e vide ogni ben di Dio.
- È troppo per me... dividiamo. Vieni. Accomodati.-

La ragazza, sorpresa, acconsentì.

Akito si sedette sul letto, con la testa appoggiata allo schienale. Sentiva ancora dolori.

La ragazza si sedette sulla sedia vicino ai piedi del letto.

Dopo qualche minuto di silenzio, Akito replicò:- Com'è finita oggi?-

- Beh... dopo aver visto la registrazione delle videocamere, il cuoco si rese conto che un gruppo di 5 clienti non aveva pagato il conto.
A chiusura uffici uno di loro venne al ristorante e tutto mortificato disse che aveva promesso ai suoi colleghi che avrebbe pagato lui il conto per tutti... ma a causa dell'affollamento del locale si era fatto veramente tardi e la premura di tornare a lavoro gli aveva giocato un brutto scherzo facendogli dimenticare di pagare il conto.
Noi, invece, non ci siamo accorti di nulla. A quell'ora, essendoci troppa gente da dover servire in fretta, eravamo impegnatissimi tra cucina e servizio ai tavoli.-

- Pazzesco...-

- Sono cose che possono capitare... brevi attimi di distrazione e...-

- ...e ti sei dovuta sorbire pure un gran schiaffone...-

- Fa niente...-

-Tuo padre è esageratamente severo, pure offensivo nei tuoi riguardi...-

- Lui non è mio padre...-

Akito sfoggiò il suo classico sguardo interrogativo.

- Forse hai tratto questa conclusione in base al dialogo avvenuto tra me e Jin. In realtà... mia madre è in seconde nozze, da 11 anni. Lui è il mio patrigno. Jin è il mio fratellastro, ma per me è un vero e proprio fratello. E tu, invece? Che ci fai qui? Cosa ti è successo?-

- Ho avuto un incidente. Grave trauma cranico. Ho un ematoma che sta pian piano riassorbendosi. Ho perso buona parte della mia memoria, e pure parte del mio udito. Sono stato esortato a ricordare da solo. Al mio risveglio sapevo solo il mio nome, chi fosse mio padre, chi fosse mia sorella e chi fosse il mio migliore amico. Il mio primo ricordo è stato l'essere a conoscenza della morte di mia madre avvenuta subito dopo avermi partorito.-

La ragazza si intristì:- Oh... mi dispiace davvero tanto. Deve essere stato orribile.-

Akito si zittì. Sospirò. Poi prese la scatola poggiata sul comodino accanto ed esclamò:-Ma non dovevamo mangiare? Sto morendo di fame. -

La ragazza sorrise e annuì.

Akito aprì la scatola.

- Ti piace il sushi?- chiese [T/N].

- Non saprei... O perlomeno, non me lo ricordo...- rispose Akito con sarcasmo.

La ragazza accennò una risata. Poi disse tutta fiera:
- Assaggia! Questo l'ho preparato io personalmente. -

***
Niente, neanche l'amnesia, riesce a influire sull'indole altruistica di Akito.
È sempre pronto a rischiare tutto per i suoi ideali filantropici.

Questa attitudine gli permette di trovare sempre nuovi amici, pronti anch'essi ad essere sempre presenti per lui.

Cosa accadrà in seguito?

Lo scoprirete settimana prossima ❤



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