Capitolo 7

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La quiete mattutina ristorava il cuore di Akito.

La strada, a quell'ora, era ancora deserta.

Il luogo in cui si trovava la struttura ospedaliera sembrava un vecchio quartiere di periferia e la via era stretta.

Di fronte all'ospedale c'era un enorme grattacielo di nuova costruzione che ospitava vari uffici e accanto ad esso un bellissimo ristorante con lucide vetrate che permettevano di vedere l'ordine e la pulizia che regnavano lì dentro con delle tende molto eleganti ai lati che potevano essere chiuse, non mostrando più l'interno del ristorante all'occorrenza.
Poi, c'erano alcune vecchie case ai lati del grattacielo e del ristorante, qualcuna d'esse sembrava esser disabitata.

Poco dopo, una ragazza in divisa, molto distinta, uscì dal quel ristorante signorile.

Iniziò a pulire la porta in vetro dell'ingresso con uno spruzzino e un panno.

Un uomo, con indosso il cappello da cuoco, uscì dal ristorante una decina di minuti dopo e con gesti animati fece delle indicazioni alla ragazza verso il ristorante.

Sembrava arrabbiatissimo.
Aveva in mano qualcosa che lanciò contro la ragazza, colpendola all'altezza dello stomaco e facendole cadere dalle mani spruzzino e panno.

Pure l'oggetto tiratole cadde per terra.

La ragazza si piegò in due per un attimo, ma si ricompose subito dopo, rimanendo seria e non replicando.

Akito si accigliò.

La ragazza rientrò subito al ristorante e qualche minuto dopo uscì nuovamente con un'enorme scala legno doppia salita.
L'aprì, poi prese un secchio e si munì dell'oggetto che le aveva tirato poco prima il cuoco e che era finito per terra.

Era un attrezzo per lavare i vetri.

- Le avrà fatto malissimo, vigliacco...- disse Akito irritato.

La ragazza cominciò a pulire le enormi vetrate, porta di ingresso compresa.

- Erano già lucide, che motivo c'era di farla faticare così...-

- Hayama! Che ci fai fuori!!! Un'influenza al momento potrebbe costarti cara! Entra dentro immediatamente! - lo rimproverò l'infermiera entrata improvvisamente in stanza.

- Agli ordini...- disse sbuffando.

Akito diede un'ultima occhiata alla ragazza, che con impegno faceva sali e scendi dalla scala continuando a svolgere il suo lavoro.

Andò a sdraiarsi, stanco come se avesse fatto di corsa il giro dell'intero isolato.

- Come ti senti?- chiese preoccupata l'infermiera.

- Sto bene...- e dopo aver risposto, Akito chiuse gli occhi e si addormentò poco dopo.

La sonnolenza eccessiva era una delle conseguenze della commozione cerebrale.

Ci sarebbe voluto del tempo, ma l'infermiera era sicura che il ragazzo, già dimostratosi più determinato che mai, si sarebbe ripreso.

Akito si svegliò poco prima di pranzo.

Aperti gli occhi, fissò il soffitto e cominciò a pensare al maltrattamento a cui aveva assistito la mattina.

- Cominciamo bene... ecco il mio primo brutto ricordo...- pensò.

Impensierito per lei, andò piano verso il balcone, aprendo solo le tende veneziane ma non la porta in vetro.
Non c'era nessuno fuori al ristorante.
Essendo ora di pranzo tutti erano dentro a servire la clientela. Akito intravedeva dalle vetrate le sagome, un po' sfocate dai riflessi del sole, di persone che facevano avanti e indietro velocemente.
Trascinando un sedia, la posizionò vicino al balcone, così da potersi sedere monitorando intanto la situazione. Non riusciva più a stare in piedi.

Dimentica il passato (❤️Akito x Lettrice❤️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora