30.

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Trevor POV

<Dov'è mia sorella?>
Mi avvicino lentamente mentre mia madre gli accarezza la testa, ma il fratello di Grace si scosta tenendo il broncio, è così simile a lei.
<Non lo sappiamo, ma sono sicuro che tornerà per te.> Lo guardo mentre incrocia le braccia al petto e ci scruta attentamente studiandoci. Poi sbuffa e si siede per terra, nessuno osa fiatare una parola, lo osserviamo mentre inizia a giocare con la manica della sua maglietta.
<Chi siete?> Nonostante sia solo un bambino ha una voce fredda e non potrei essere più sicuro di essere davanti ad una copia di Grace.
<Siamo suoi amici.> Risponde Liam avvicinandosi con i capelli legati in dei ridicoli codini, Lizzy si è superata. Baby Grace sbuffa una risata derisoria e arriccia il naso.
<Grace non ha amici come voi.>
<Come noi?> Liam è chiaramente divertito, ma io non riesco a sorridere, più guardo il fratello di Grace e più un freddo gelido mi inonda da dentro, senza che io lo possa fermare.
<Con la puzza sotto il naso.> Un silenzio alquanto strano cala tra di noi per poi essere interrotto dalla risata di Liam e di Rachel.
<Tutto sua sorella. Come ti chiami piccoletto?>
<Non sono piccolo, Grace dice che sono il suo campione e mi chiamo Ashton, ma voi potete anche non chiamarmi affatto.> Sorrido pensando al caratterino di Scheggia, sono uguali.
All'improvviso Cody si alza e cammina lentamente verso il piccolo bambino biondo che continua a giocare con la manica della sua maglietta. Cody si mette davanti ad Ashton  guardandolo dall'alto verso il basso, le loro teste, una bionda e l'altra nera si scontrano in silenzio.
<Noi non abbiamo la puzza sotto il naso trovatello.>
<Cody!> Esclama mia madre, mentre mio padre aggrotta le sopracciglia guardando il suo figlio più giovane.
<Chiedi immediatamente scusa.> Mio fratello ignora nostra madre e continua a guardare Ashton con astio ed io sto per incazzarmi.
<No, ho solo detto la verità se no non sarebbe qui in casa mia. Suo padre è un delinquente, sua madre è scappata mentre sua sorella l'ha abbandonato. Non lo vuole nessuno.>
<Oh mio dio, Cody dove hai sentito tutte queste cose? E chi ti ha insegnato a parlare così?>
<Non siete stati molto silenziosi mentre parlavate in cucina. E poi io questo non lo voglio in casa mia.>
<Non ti abbiamo insegnato a trattare le persone così, chiedi immediatamente scusa. E ricordati che stai parlando con il fratello di Grace.> Mio padre gli si avvicina minacciosamente, ma Cody è abituato ad avere tutto quello che vuole. Digrigno i denti mentre guardo mio fratello con una rabbia che non credo di aver mai provato. La tensione nella stanza cresce continuamente, Liam e Mike sono chiaramente a disagio mentre Rachel e Lizzy guardano Cody come se non lo conoscessero. Come i flash di una fotocamera immagini di Grace di pochi mesi fa mi accecano facendomi stringere lo stomaco. Ci siamo comportati così anche noi?
Guardo Cody e per poi abbassare lo sguardo si Ashton che continua a non considerare minimamente mio fratello.
<Grace ci ha lasciato tutti, mi aveva promesso che non sarebbe andata via, ma io non la vedo, ci ha solo usato finché le abbiamo fatto comodo. E poi io non chiedo scusa ha una persona inf-> Non lo lascio finire che lo schiaffeggio sul viso facendolo cascare. Ashton è il fratello di Grace e finchè non potrà prendersene cura lei lo farò io per lei. Mio fratello non può crescere come sono cresciuto io. Lentamente si gira verso di me con gli occhi lucidi e una mano paffuta su una guancia.
<Chiedi scusa, ora.> Mia madre si porta una mano alla bocca mentre mio padre non dice niente, ci guarda da vicino.
<Ho detto chiedi scusa.> Schiarisco ogni parola avvicinandomi lentamente a Cody che mi guarda impaurito. Sto per fare un'altro passo verso di lui quando una voce mi ferma.
<Smettetela, siete patetici. Ci sono abituato a persone come voi, è per questo che Grace non potrebbe mai essere vostra amica.> Ashton si avvicina lentamente a Cody guardandolo quasi divertito.
<Hai ragione su tutto a parte che su mia sorella. Lei non mi ha abbandonato, mi sta proteggendo. Mia sorella non ha bisogno di voi e non vi ha usato, non avete niente che lei potrebbe mai volere. Spero tu possa crescere perchè ora fai schifo come persona.> Cody diventa rosso dalla rabbia, si alza di scatto e corre in camera sua urlando un "Vi odio tutti"

<Ashton, mi dispiace per nostro figlio e...>
<Non mi interessa signora, voglio solo sapere quando potrò tornare a casa?> Dire che in questo momento io sia in uno stato di confusione assurdo è un eufemismo. Deglutisco abbassandomi al suo livello. Il mio corpo trema mentre lentamente sento il cuore sfracellarsi.
<Non lo so, dobbiamo entrare in contatto con tua sorella. Fino ad allora resterai con noi, va bene?> Mi fissa negli occhi, scrutandomi attentamente, poi alza una mano e me la tende, sorrido e gliela stringo. La mia mano avvolge completamente la sua per poi agitarla.
  
I nostri genitori ci guardano con un sorriso triste, mi fanno un cenno del capo per poi scomparire insieme ad Abel in cucina. Il padre di Michael, Harris, continua ad osservare Ashton insistentemente, quasi con tristezza. Lo guardo scomparire dietro le porte della cucina.

Sospiro di sollievo cadendo sul divano con un piccolo tonfo, mi passo una mano tra i capelli.
Restiamo silenziosi per quelle che sembrano ore, anche se sono sicuro che siano passati solo pochi minuti. Chiudo gli occhi buttando la testa all'indietro e buttando fuori il mio respiro trattenuto.

<Ciao, mi chiamo Elizabeth, ma puoi chiamarmi Lizzy.> Apro un occhio, la mia sorellina si è avvicinata ad Ashton che la scruta come ha fatto con tutti da quando è entrato.
<Non te l'ho chiesto.> Sto per dirgli qualcosa, ho giurato di proteggerlo, non di dargli il permesso di trattare male mia sorella.
<E io te l'ho detto lo stesso, vuoi giocare con me?> Sorrido sentendo Lizzy per nulla scoraggiata.
<No.>
<Vuoi andare a disegnare?>
<No>
<Vuoi guardare la tv?>
Ashton tentenna, resta in silenzio, ma poi scuote la testa. Mia sorella fa un adorabile broncio socchiudendo gli occhi scuri.
<Vuoi fare merenda?> Silenzio. Alzo un sopracciglio aspettando di sentire una risposta, ma quello che vedo mi lascia più stupito. Ashton afferra la mano di Lizzy e annuisce.


Sono passati tre giorni, e con Grace siamo ancora ad un punto morto. Sospiro stringendo in una mano le lenzuola scure. Non ho idea di dove sia, non so se stia bene, se sia in pericolo, non so un cazzo.
Sorrido con gli occhi lucidi, mi manca come l'aria, è come se non fossi più io, come se avessi appena perso una parte di me. Vaffanculo! Rido tristemente sbattendo un pugno sul materasso morbido. Solo colpa mia, è sempre colpa mia.

La sveglia inizia a suonare, passano pochi secondi prima che io decida di non poterne più. Mi preparo con gesti meccanici, svogliati.
Lentamente mi dirigo in cucina ancora completamente buia illuminata solo dalla debole luce del corridoio. Non ho nemmeno più fame, stringo i pugni pensando alle mattine con Grace. Lei nel mio letto, coperta solo dalle lenzuola. Scuoto la testa cercando di non lasciar andare nessun singhiozzo.
Mi fermo immediatamente all'entrata della cucina, corrugo le sopracciglia vedendo un'ombra scura accanto al frigo.
<Papà?> Chiedo, ma la figura non mi risponde, si gira lentamente verso di me, è alta quanto me, ma leggermente più muscolosa, è sicuramente un uomo. Sento il fiato intrappolarsi in gola. I muscoli mi si irrigidiscono, lancio un'occhiata al set di coltelli poco dall'altra parte del banco in marmo bianco. Deglutisco mantenendo lo sguardo sull'ombra.
<Chi cazzo sei e cosa vuoi?> Una risata bassa, roca, estremamente familiare risuona nella cucina facendomi digrignare i denti.
<Sei più stupido di quanto ricordassi.> Lo guardo mentre si avvicina lentamente, camminando verso la luce delle scale.
<Gideon?>
<Sorpreso?>    

Ehilà, capitolo abbastanza corto. Non mi fa impazzire ma non mi dispiace, ditemi cosa ne pensate!! Ci tengo tanto💗
Grazie a tutti del supporto mi fate esplodere di gioia :))))

JUDGE MEWhere stories live. Discover now