25.

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Trevor Pov

Sono esattamente quindici minuti che la stiamo seguendo cercando di essere il più discreti possibili, ma non siamo esattamente un gruppo che passa inosservato. Megan con i suoi tacchi e la gonna scolastica striminzita, Io e il resto dei ragazzi sembriamo appena cascati dalle nuvole e mia sorella è esageratamente felice. Abbiamo tutti la divisa scolastica che attira molti sguardi. Le strade sono semideserte.
Il sole sta calando lentamente lasciando che il buio prenda il sopravvento dell'intera città. Guardo il mio respiro che si condensa appena lascia la mia bocca.
La figura di Grace è minuta e scura mentre cammina velocemente per i vicoli sporchi, ha circa cento metri di vantaggio rispetto a noi. La guardo mentre si sistema le cuffiette. Scuoto la testa cercando di riprendermi, lei non ha  niente a che fare con tutta questa merda, la sua pelle risplende sotto i leggeri raggi di luce mentre i suoi capelli biondi svolazzano agilmente intorno a lei, sembra un angelo caduto.

<Mike, Liam e Megan, forse è meglio se andate dall'altra parte della strada, saremo meno visibili.> Annuiscono senza dire niente, Megan mi lancia un'occhiataccia ma non osa contraddirmi.
<Secondo te vive veramente qui?> Mia sorella mi si avvicina accostandosi a me.
<Non vedo perchè avrebbe dovuto mentire.>
<Preferirei lo avesse fatto.> Osservo i palazzi grigi e decadenti mentre qualche senzatetto si riscalda nascondendosi sotto qualche scatolone, sacchi della spazzatura sono lasciati sui lati della strada senza che nessuno se ne occupi. I negozi sono piccoli e semivuoti.
<Anch'io.>
Riporto lo sguardo su Grace che sembra a malapena in grado di reggersi in piedi, traballa leggermente. Trattengo il respiro mentre la guardo allarmato quando si appoggia con un braccio al muro di mattoni accanto a lei. Si porta una mano alla testa, sto per mettermi a correre verso di lei, ma Rachel mi tiene per un braccio. Scuote leggermente la testa in senso di diniego. Incontro lo sguardo di Mike che sembra altrettanto preoccupato. Stringo i denti infastidito.
Grace si riprende in un batter d'occhio e si rimette a camminare ancora più velocemente finchè non sparisce dietro un vicolo creato da due strutture alte e mal tenute. Schivo le persone che mi si parano davanti e arrivo all'entrata di quello che sembra un punto morto. Mi affaccio ma prima che possa fare anche solo fare un passo vengo preso per il colletto e sbattuto contro il muro, gemo più per la sorpresa che per il dolore.

<Trevor!> L'urlo di mia sorella mi trapana le orecchie mentre le esclamazione degli altri mi raggiungono ovattati. Tutto quello che riesco a sentire è un respiro affannato contro il mio altrettanto agitato. I miei occhi si scontrano con quelli di Grace che mi guardano furenti e agitati. Bellissimi.
<Che cazzo ci fai quì?>  Solo ora mi accorgo del coltello che ho puntato alla gola. Deglutisco sentendo la lama pigiare dolcemente contro la pelle morbida del mio collo.
<Trevor!> Grace si gira verso i miei amici e il suo sguardo si scurisce ancora di più.
<Hai portato il resto della banda.> La sua voce è roca ed estremamente... stanca.
<Cosa volete?> Tengo le mani incollate al muro mentre Grace spinge la lama ancora più in profondità, sento un minuscolo rivolo di sangue scivolarmi lungo il collo.
<Abbassa la lama Grace.> La voce di Mike è insolitamente preoccupata, non è fredda come al solito. La ragazza davanti a me sembra risvegliarsi da un trance e si allontana da me con uno scatto. Mormora uno scusa a mezza voce e richiude il coltello con uno scatto veloce del polso. Si allontana da me di un paio di passi e abbassa lo sguardo stringendo i pugni. Mi porto una mano al collo, ma tutto quello che sento è un lieve pizzicore, non mi ha fatto male.
<Andatevene, non avreste dovuto seguirmi.> La guardo, è sempre bellissima, nonostante i capelli in confusione, le occhiaia profonde e la pelle bianchissima.

<Lo sapevi, sapevi che ti stavamo seguendo.> Megan le punta contro un dito come se quelli in torto non fossimo noi.
Grace scoppia a ridere, una risata fredda e priva di felicità. Rabbrividisco.
<Certo che me ne sono accorta! Spiccate quanto un pesce che vola con dei gabbiani. Non è posto per voi, andatevene.>
<Non possiamo lasciarti qui è pericoloso.>
<Questa è casa mia Liam, ci sono nata e cresciuta, non sarete voi a portarmi via.> Poi guarda Rachel per scuotere la testa, come se fosse delusa.
<Da te non me lo sarei aspettato.> Vedo mia sorella sussultare impercettibilmente.
<Chiamate un taxi, andatevene con la metropolitana o un fottuto jet privato. Non m'importa, basta che spariate il prima possibile.> Prima di andarsene si gira verso di me e si accosta al mio orecchio. Il suo respiro calmo e caldo fanno accelerare il battito del mio cuore.
<Noi abbiamo chiuso. Le cose che abbiamo fatto insieme, dimenticatele, qualunque pensiero tu abbia mai avuto su di me, distruggilo. L'insignificante... cosa che c'è stata tra noi è e sarà sempre l'unico rimpianto della mia vita. Non osare nemmeno a provare a parlarmi, guardarmi o solo pensarmi, per te sono morta come tu lo sei per me. Non sei mai esistito ai miei occhi.>

JUDGE MEWhere stories live. Discover now