23. Acqua inaspettata

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"Non sapevi ancora le regole, sarebbe stato scorretto.. ora però che le sai- fa un sorriso malizioso- posso divertirmi." Sussurra afferrando un gavettone dal suo zainetto.

Cazzo sono finita.

"Alex, lo sai che ti voglio bene?" Chiedo in un tentativo disperato di fargli pena.

"Si Addison, ma in guerra non si guarda MAI in faccia il nemico." Risponde in aria solenne che, se non fosse per la situazione, mi farebbe ridere.

"Non devi farlo per forza. Sei il mio migliore amico. I veri migliori amici possono essere guardati in faccia?"

"Addison, meglio che vada veloce, almeno soffrirai di meno." Mormora prima di tendere il braccio e lanciare il gavettone nella perfetta traiettoria verso la mia faccia.

"Cazzo." Sussurra lui appena nota il gavettone scoppiato al muro, visto che sono riuscita ad abbassarmi in tempo.

Fa per prenderne un altro, ma corro subito fuori dal bagno.

Faccio qualche metro finché non mi scontro con qualcuno.

"Olive, finalmente una faccia amica." Dico sollevata appena la vedo in faccia.

"Addison, Che ci fai qui? Senza munizioni per altro." Chiede osservandomi le mani vuote.

"Sono appena arrivata. Non sapevo niente di tutto questo." Replico stringendomi nelle spalle.

"Tieni questi. Vai a chiuderti in una classe. Alle 12 nell'aula di chimica, è il nostro quartier generale." Sussurra guardandosi intorno, prima di mettermi due gavettoni nelle mani.

"Ok corro." Mormoro sforzandomi di non ridere.

Passo davanti alla mensa senza fermarmi e corro finché non vedo uno sgabuzzino.

Appena lo vedo ci entro dentro e per un soffio riesco a chiudere fuori un ragazzo che provava a entrare.

"Finalmente." Sussurro rilassandomi e girandomi.

"Entri sempre in posti dove non dovresti?" Chiede Logan, con la sua solita voce bassa e roca, facendomi spaventare.

"Solo quando ci sei tu." dico provando ad apparire tranquilla nonostante la sua presenza.

Lui scoppia a ridere e solo in quel momento mi rendo conto che la frase può essere fraintesa e mi gratto il naso, simbolo di nervosismo che ho fin da piccola.

"Non intendevo.." mormoro chinando la testa.

"Aspetta io dovrei colpirti." Urlo quasi appena mi ricordo.

Lui inarca le sopracciglia e mi fa vedere che, come me, anche lui ha due gavettoni in mano.

"Abbiamo due possibilità: o ci colpiamo a vicenda oppure nessuno dei due colpisce l'altro." Sussurra avvicinandosi lentamente.

"Oppure solo io colpisco te." Dico assottigliando lo sguardo.

"Non ne avresti il coraggio e sinceramente non ti biasimo. Finiresti male."

"Mi stai sfidando?" Chiedo riprendendo il coraggio.

"Assolutamente no." Ribatte divertito lui ormai a pochi centimetri da me.

"Più ti avvicini, più farà male il colpo. Lo sai, vero?" Sussurro, sperando che indietreggi.

"Credo che debba avvicinarmi di più allora."

Detto questo di avvicina facendo toccare le punte dei nostri piedi.
Gli arrivo alle spalle e quindi sono obbligata ad alzare la testa per poterlo guardare.

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