LX ~Nemiche-Amiche~

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OksI

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Oks
I

l giorno prima.

«Vi assicuro che non ne so nulla, sono rimasta in camera mia per tutto il tempo. Pensavo ci fosse la guardia a sorvegliarlo», mentii, mettendo a mia disposizione tutte le mie esperienze di attrice che avevo accumulato con anni di esperienza.

«L'ho incaricata di cercare i pochi Rosius fuggiti, a quanto pare si sono spinti fino a Northside», si passò una mano tra i capelli Bilel. Era esasperato, si vedeva e a dirla tutta mi faceva un po' tenerezza. Forse ero troppo sensibile e buona, ma in quel momento ai miei occhi non vedevo l'uomo che aveva rovinato la vita a tante persone, vedevo un uomo che con determinazione voleva portare avanti i suoi obbiettivi e ciò era solo da stimare.

«A Northside? Se hanno attaccato il popolo, significa che i Reali si sono messi in contatto con il branco per capire cosa stia succedendo», ipotizzai ad alta voce. Ero sicura delle mie parole, quando andammo a Northside i sovrani ci dissero che potevamo contare sul loro appoggio; se il loro popolo era in pericolo, sarebbero stati loro venire da noi. Era chiaro.

«Non penso, i vampiri non hanno mai avuto un bel rapporto con i lupi», fece spallucce lui.

«Comunque sia, vado da Anisha, non è ancora uscita dalla sua camera da quando è arrivata», prese parola mia madre, alzandosi dal vecchio divano presente in stanza ed uscendo.

Già Anisha, era arrivata tre ore primq e non aveva spiccato mai parola. C'è l'aveva a morte con Bilel e, chissà, forse anche con me per aver agito impulsivamente ed aver messo a rischio la mia vita. Inoltre c'era anche da considerare che se io non avessi accettato l' alleanza con Bilel e sarei rimasta a casa, le vicende si sarebbero svolte in maniera differente e probabilmente lei sarebbe ancora a casa.

«Oks ti chiedo un favore», si voltò verso di me ed appoggiò entrambe le mani sulle spalle. «Se hai una visione, qualsiasi essa sia, devi riferirmelo subito. Ogni dettaglio, anche il più semplice, può essere di vitale importanza.»

Lo fissai seria e nei suoi occhi non potei che vedere speranza. Se avessi acconsentito, poi sarei stata costretta a mentire per evitare che scoprisse più del dovuto sul branco, inoltre non ci avrei ricavato nulla se non i sensi di colpa per le continue bugie.
«Ad una condizione», riproposi, «ho fatto una richiesta alla mamma in questi giorni, ha detto che ne avrebbe parlato con te, ma con tutti i problemi che si sono susseguiti penso se ne sia dimenticata: accetterò di fornirti ogni singolo dettaglio delle mie visioni a patto che tu mi permetta di ritornare a scuola.»

La mia controproposta lo destabilizzò, tanto che tolse le mani dalle mie spalle e mi fissò sorpreso. «Andare a scuola? Ci tieni così tanto?», annuii, «chi mi assicura che non coglierai l'occasione per fuggire ed andare dai lupacchiotti?»

«Non sono una traditrice, se ti assicuro che ti dirò ogni dettaglio delle mie visioni che ti riguardano, lo farò», affermai convinta.

Rimase fisso su di me senza proferire parola, incrociò le braccia ed iniziò a camminare per la stanza. Stava riflettendo, lo sapevo. Dovevo assolutamente riuscite a convincerlo.

Sentimenti Contrastanti||La Storia Di WoodsvilleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora