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Era appena uscito dalla scuola, aveva passato una bella giornata, tutto sommato. Aveva seguito Shino spesso, per non perdersi per i corridoio.
All'uscita, fuori dai cancelli, parcheggiata stava una macchina che conosceva bene.
<Tuo padre?> sobbalzò sentendo la voce bassa femminile di Shino, proprio accanto a lui.
<Si. Proprio lui.> la ragazza gli passò di fronte, mettendo nella sua mano un foglietto. Appena salì nell'auto, suo padre partì, e lui aprì il piccolo foglietto rosso.
"chiama *** *** ****
-Shino Enoshima"
<Cos'è?> chiuse la mano e getto nella tasca il foglio.
<Non ti interessa.>

"Kuudere Girl"
È così che salvò il contatto di Shino Enoshima, ma non avrebbe chiamato.
Anche se sembrava una ragazza che avrebbe saputo mantenere qualsiasi segreto non si fidata, era normale, la conosceva da appena un giorno.
L'immagine del contatto era una ragazza con scritto HENTAI sulla lingua che tirava fuori, gli occhi erano con le pupille a cuore e si puntava una pistola in testa.
Nella descrizione del contatto c'era scritto: soft hentai girl
Non gli pareva si addicesse a quella ragazza così pacata e solitaria, ma non la conosceva bene, non poteva dire nulla.
Spense il telefono e lo poggio da parte, coprendosi con la coperta e dopo poco addormentandosi.

<Buongiorno Enoshima.> non arrivò risposta, la ragazza continuò a stare con la fronte poggiata al braccio.
Forse era stanca o non si sentiva bene, suppose Shouto. In ogni caso era meglio lasciarla stare.
Si sedette e tirò fuori un libro da leggere nel tempo libero.
Il professore arrivò e cominciò a spiegare la sua materia mentre Shino continuava a stare sempre nella stessa posizione.
Il prof non parve badarvi, Todoroki decise di ignorare la cosa.
Alla pausa pranzo, il ragazzo si ritrovò di nuovo seduto di fronte all'albina. I lungui capelli lisci quel giorno erano scompigliati e cadevano in disordine attorno al suo viso. I guanti erano gli stessi del giorno prima. Oggi avrebbero avuto ginnastica, se li sarebbe tolti di sicuro, pensò Shouto, ma non fu così e la ragazza dagli scatti rimase con un paio di guanti sulle mani.
La divisa da ginnastica risaltava le forme ed era aperta con una maglietta nera sotto; i colori scuri risaltavano la pelle molto chiara.
Il professore non parve badarvi ai guanti.
<Guardi i suoi guanti eh?> si girò verso il broccolo. <si. Sai perché li porta?> <No, ma potresti chiedere a Yaomomo-chan o a Ochaco-chan -indicò le due compagnie- forse loro lo sanno.> <Ci proverò, grazie.> il ragazzo sorrise e si allontanò dal suo gruppetto di amici. Shino era seduta su un materasso, a differenza degli altri era totalmente sola. Shouto decise quindi di avvicinarsi, nessuno meritava la solitudine.
Apparte suo padre, lui si.
<Posso?> la ragazza alzò le spalle, lo prese come un "fa come vuoi" e si sedette affianco a lei, passandole una bottiglietta d'acqua.
Lei guardò prima i suoi occhi, poi la bottiglietta, in fine la accettò. La aprì e bevve un po' d'acqua.
<Grazie.> <Di nulla.>
<Come ti sei fatto quel livido sulla schiena?> sussurrò lei, spezzando il silenzio. Shouto deglitì al ricordo del forte calcio datogli dall'avversario in uno scontro.
Merda.
La ragazza si alzò, il professore li stava chiamando di fronte a lui, Shouto le prese il guanto, la ragazza si fermò subito e lui la mollò.
<Non dire nulla. Per favore.> nessuna risposta arrivò, lei si allontanò solo e lui a suo seguito.

Shouto si avvicinò a Momo, che stava correndo come tutti.
<Yoyorozu, sai perché Enoshima porta i guanti?> la ragazza lo guardò dispiaciuta <mi dispiace non lo so.> chiese poi ad altri, ma nessuno seppe rispondergli.
L'unica soluzione era chiedere a Shino stessa.

Finalmente stavano uscendo dalla scuola, Shino era quasi arrivata all'uscita dal cancello. Shouto vide la macchina di suo padre ma lui all'interno non c'era; si avvicinò alla ragazza mentre ella toglieva dalla cartella un cappellino nero.
La affiancò, il vento muoveva anche la sciarpa di Shino.
Lo guardò alcuni secondi, poi lo fermò afferrandogli la giacca e mettendogli il cappellino, nascondendo i suoi capelli e lasciando che la parte rossa coprisse la bruciatura.
<Grazie.> <tuo padre sta passando qui a fianco, presumo ti cerchi. Baciami.> il ragazzo sgranò gli occhi.
<Come?> <Le dimostrazioni di affetto in pubblico mettono a disagio la gente, baciami.> <Ma-> gli passò la sciarpa sul collo e lo avvicinò a sé baciandolo, Enji gli guardò neanche un secondo, prima di girarsi e continuare a camminare verso l'auto.
La ragazza si allontanò, tenendo Shouto con la sciarpa e facendolo camminare.
<Allora, dove andrai per evitare tuo padre?> lasciò che la sciarpa azzurra scivolasse per le sue spalle, poi legandola a sua gola.
<N-non lo so.> <Mi dispiace se ti ho privato del 'primo bacio', se ti ha infastidito puoi fare quello che vuoi con me. Tanto non importa.> alcuni ragazzini che correvano le lanciarono addosso dell'acqua, ridendo contro di lei e chiamandola in modi cattivi.
Ora capiva perché non importa, si fosse allontanato da lei, non le avesse parlato o avesse cominciato a maltrattarla come gli altri, non le sarebbe importato.
Shino si strinse, infreddolita, continuando a camminare per la sua strada. Todoroki le afferrò la mano e la spinse con sé in un vicoletto buio dietro dei scatoloni.
<Che stai facendo?> chiese la ragazza, guardandolo togliersi la giacca e poi la camicia.
<Toglietele, ti prenderai un raffreddore.> le porse i suoi vestiti.
La ragazza lo guardo con la canotta, poi si tolse la camicia e la giacca anche lei, Shouto tenne gli occhi chiusi finché lei metté i suoi vestiti.
<Grazie mille. Ma ora sarai tu a prenderti un raffreddore.> <va tutto ok, questo è per ripagati di avermi salvato da mio padre.> si poggiò sulle spalle la giacca della ragazza.
Lei lo guardo scuotendo la testa. Si tolse la grossa sciarpa e la legò attorno al suo collo.
<Grazie ancora.> si chinò leggermente.
Uscirono dal vicolo.
Sulla ragazza la giacca e la camicia di Shouto erano un po' larghi, non fosse stata alta quanto lui le sarebbero stati anche lunghi.
<Casa mia è vicina, se non sai dove stare per questo pomeriggio puoi stare... con me. E ti ridarò i tuoi vestiti.>

La casa della ragazza era in un vialetto pieno di alberi e molto lucente, non era poi così piccolo all'interno. Certo, casa sua era praticamente un ventesimo di quella di Shouto, ma lui viveva in una villa giapponese a dir poco enorme.
Era molto carina ed accogliente come casa, davvero bella anzi.
Appena entrati lasciarono le scarpe affianco alla porta d'entrata.
<Benvenuto nel mio piccolo regno.> Poggiò le chiavi sul comodino ed andò alle scale. Prese a spogliarsi, noncurante del fatto che Shouto fosse lì a guardarla.
Lei si girò, mostrando il reggiseno azzurro.
<Togliteli, avrai freddo, ho dei vestiti che dovrebbero starti.> si riferiva ai vestiti, bagnati per via della giacca gocciolante.
Si mise un lungo maglione azzurro, i suoi occhi disinteressati si posarono su Shouto mentre si toglieva la giacca della ragazza e la propria maglietta. Non pensava di dover togliere anche i pantaloni, il ragazzo.
La ragazza prese la giacca e la sua maglietta, passandogli una felpa maschile bianca almeno XL. Indicò i suoi pantaloni.
<Hai tutto il fianco bagnato, togliteli.> stava per ribattere, ma Shino gli passò un paio di pantaloni neri.
<Non guardo.> disse, andando per il corridoio e sparendo dietro una delle uniche porte che c'erano. Una probabilmente il bagno e l'altra forse era la camera della madre o del padre, suppose il ragazzo.
Il ragazzo si tolse e mise i pantaloni in fretta, erano giusti giusti per la sua taglia forse un po' lunghi.
Shino torno dopo qualche attimo.
<Vivi con i tuoi?> la ragazza scosse la testa prendendo i vestiti del ragazzo e sistemando sulla porta di quello che aveva scoperto fosse il bagno, dove era andata poco prima.
<Mh...come mai, se posso chiedere?> Shino lo fissò alcuni secondi con i suoi occhi viola pastello.
<Mia madre è sempre in viaggio per lavoro, non entrando con la borsa ma solo con i punti massimi ho guadagnato l'entrata gratis, ma tutto il resto non è che lo sia.> indicò una foto poggiata sul tavolo dietro al divano.
Raffigurava una donna dai capelli bianchi e gli occhi celeste pastello sorridente affianco ad una Shino più piccola di un paio di anni. Era molto carina e sorridente, somigliava molto alla madre.
<Mia zia e sua figlia vivono con mia nonna in Cina e così anche altri parenti vicini.> Shouto si fermò a guardare i suoi occhi, spenti, come se tutto ciò fosse inutile.
<È tuo padre?> Shino alzò le spalle. <Divorziati da quando ero in fasce, non era vero amore. Tranquillo l'argomento non mi tocca minimamente.> <Non mi pare qualcosa ti possa 'toccare' se astratto.> la ragazza mi guardò per qualche secondo.
<Mh...> alzò la mano, poggiando un dito sulle labbra incurvate in un bel sorriso.
<Già.> Shouto guardò il bel sorriso che gli aveva strappato senza averne la minima intenzione.
Era semplicemente bellissimo ed inusuale su quel viso quasi marchiato dagli occhi spenti e stanchi, occhi di chi sapeva cosa vole a dire vivere ma che non erano mai usciti dalla loro strada. Dalla loro casa.
Che avevano visto troppo senza mai allontanarsi dal loro percorso.
Sulla pelle chiara coperta da cicatrici ormai cancellate dagli anni, era solo un sogno, regalatogli senza un motivo valido, e ora stava sorridendo a lui

Bring me a DreamWhere stories live. Discover now