Epilogo

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Yunmeng


Sembrava passato un tempo a dir poco infinito dall'ultima volta che avevano messo piede sul suolo natio. Partiti entrambi per prendere parte a una guerra che si prospettava essere più grande di loro, tornati come eroi specialmente, se si teneva in considerazione l'impresa compiuta da uno solo di loro. Wei Wuxian, aveva cercato di vantarsi il meno possibile, per quanto il suo carattere anche troppo esuberante gli stesse gridando di farlo, anche per rispetto al fratello adottivo che aveva compiuto ben magre gesta rispetto a lui. Anche se c'era da dirlo: aveva battuto Xiao XingChen e, non era un avversario da prendere sottogamba considerando la forza che aveva anche sottoforma di burattino d'ombra. Wei Ying non sapeva cosa provare in merito, certo era pur sempre il suo Shishu1 ma meglio saperlo morto in maniera dignitosa piuttosto che controllato da un povero folle senza alcuno scrupolo. Da questo punto di vista non stava granché bene ma, vivere la cosa da questo punto di vista gli aveva permesso di alleggerire parte del suo pesante animo. Fatto sta, che degli oggetti ricevuti dall'Imperatore aveva tenuto per sé solo la spada appartenente a Xue Yang e, il medaglione lo aveva fatto indossare a Jiang Cheng come se fosse una corretta e giusta distribuzione dell'onore. L'erede del clan Jiang aveva cercato di opporsi, come se sentisse di non meritare davvero il peso che gli ornava il collo, ma per Wei Wuxian andava decisamente bene in questo modo e non aveva voluto sentire alcuna replica in merito.


Le labbra di entrambi si curvarono in un lieve sorriso nel momento in cui arrivarono davanti all'ingresso di Approdo del Loto. Non c'era niente fuori posto, tutto era uguale a come lo avevano lasciato prima di partire. Si scambiarono un reciproco sguardo e, facendo una doverosa pressione sul portone per aprirlo, fecero il loro ingresso in quello che era il cortile principale che veniva usato principalmente per gli allenamenti dei discepoli del clan. Allenamenti che, a giudicare dal silenzio percepito dall'esterno, non si stavano tenendo per un motivo a loro ignoto anche se probabilmente erano già giunti alla loro conclusione. Era un peccato però, sicuramente sarebbe stato bello osservare l'espressione di gioia e contentezza dipinta nei volti dei loro shidi2 una volta varcata quella porta. Nel momento in cui presero a camminare verso il centro del campo si fermarono nel sentire un gridolino provenire dai pressi della Sala della Prova di Spada. Allungando lo sguardo non poterono non notare la figura di Jiang Yanli ferma e con lo sguardo spalancato come se avesse appena visto due fantasmi. Un'immobilità che durò una manciata di secondi prima che la figlia maggiore del Clan Jiang, riscossasi dalla sorpresa, riprese a muoversi velocemente verso i due ragazzi lanciando le braccia intorno ai loro colli e portandoli nella condizione di avvicinarsi di più tra di loro e di ricambiare quell'abbraccio con un certo sorriso e commozione.

«A-Cheng... A-Xian... siete tornati!»

«Jie, siamo a casa.»

Mormorò Jiang Cheng con lo sguardo che luccicava, come se si stesse trattenendo dal piangere come un bambino tra le braccia della sorella di cui non ha avuto notizie per tutto questo tempo. Tirando su col naso, Yanli si staccò dai corpi dei due ragazzi facendo un semplice passo indietro ma solo per rivolgere, a Wei Wuxian, un leggero pugno sul braccio.

«Una lettera. Te ne sei andato via con una lettera! A-Xian, sono stata tremendamente in ansia per te.»

«Shijie, mi dispiace. Non potevo fare diversamente ma, non succederà più.»

«Vorrei ben vedere!»

Quel tono freddo e asettico non poteva che appartenere a una sola persona: Madam Yu. Evidentemente si era preoccupata nel sentire quel mezzo urlo provenire da una figlia che, solitamente, era l'emblema della tranquillità assoluta. Quella stessa figlia che adesso si spostò di lato per permettere ai due fratelli di avere la visuale libera non solo sulla matriarca della famiglia ma, anche su Jiang Fengmian al suo fianco. Probabilmente era per la presenza del marito a suo fianco che l'anello viola che portava al dito, Zidian, non stava emettendo uno dei suoi soliti e minacciosi sfregolamenti. O magari stava attendendo il momento giusto per avventarsi contro la schiena di quel fuggitivo adesso ritornato a casa. Entrambi i coniugi scesero i tre gradini avvicinandosi alle figure dei due ragazzi immobili che, però, non dimenticarono di rivolgere loro un inchino formale. Jiang Cheng si tolse il medaglione dal collo allungandolo verso i genitori e, la stessa cosa, fece Wei Wuxian con Jiangzai la cui tagliente lama era stata avvolta da un panno color ocra onde evitare facesse male a qualcuno.

Chi sono e chi saròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora