capitolo uno

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Sono uno dei più grandi casini che il mondo abbia creato.

Sono più acida del latte scaduto o di un panino lasciato per terra da dieci giorni o settimane.

Sono sarcastica ma anche misantropa.

Odio chiunque mi stia accanto o appiccicato, ma ho bisogno di una presenza continua, che non mi faccia mai sentire sola, perché, io mi sento sola anche sul pullman all'uscita di scuola o in mezzo alla folla.

E non ho amici, a volte vorrei averli e altre no ma preferisco non averli. Mi piace stare nei miei spazi e la solitudine mi accompagna da quando ero bambina.

Non amo uscire sempre ma amo stare tanto tempo all'aperto, e amo il mare.
Starei a guardarlo tutta la vita.

E sono un disastro nei rapporti sociali e d'amicizia.

Sono impulsiva, fin troppo per i gusti della gente, ma almeno questa parte del mio carattere mi piace. Ho imparato a non farmi mettere mai i piedi in testa da nessuno.

Inoltre non sono il massimo a relazionarmi con la gente che mi circonda.

Sono troppo chiusa, troppo insicura.

Mi sento molto meglio sola invece di star in mezzo alle persone che mi circondano.

Sono nata alle Hawaii, precisamente nella città di Honolulu, e dopo quattro anni mi sono trasferita qui, a Los Angeles, sulla costa di Malibu.

Mio padre era uno surfista professionista e nel tempo libero aiutava i bagnini del nostro quartiere a gestire e sorvegliare la spiaggia. Era una forza della natura in tutto, non mollava mai per le cose in cui credeva e ti sapeva sostenere nel momento del bisogno. Mi ha insegnato a cogliere l'attimo in ogni istante della vita è non voltarsi mai indietro, ma camminare solo avanti a testa alta. In poche parole è stato il mio guardiano e il mio mentore personale.

Mia madre invece, lavorava all' Aquarium of the Pacific di Los Angeles lungo la costa di Long Beach. Era una donna ricca di sorprese, se li davi il tuo cuore se ne prendeva cura come una leonessa fa con i suoi cuccioli. Grazie a lei ho imparato il senso della vita e di quanto sia importante riuscire nei propri intenti e raggiungere i propri sogni, qualunque essi siano.

Ero a contatto con l'oceano ogni istante.

Come avrei potuto non avere acqua salata nelle vene.

Dicono che la casa e dove abita il tuo cuore. E per la maggior parte degli essere umani sono quattro mura e un tetto, ma per me era l'oceano e il calore del sole sulla pelle.

Ho sempre avuto un tipo di vita ideale che sarebbe durata per sempre, proprio come nelle favole: svegliarsi la mattina, stare con le persone che si amano, passando più tempo possibile con loro cogliendo l'attimo in ogni istante.
Una vita semplice e bella, all' avventura di tutti i giorni. Così li avevo vissuti i miei primi 14 anni della mia vita.

Un girono, mi sono svegliata e la vita mi ha tolto tutto quello che avevo di prezioso al mondo, portandosi con se per sempre, pezzi che si sono rotti durante il cammino che percorrevo ostacolando tutto e tutti. Ho sempre portato tutto dentro senza mai lamentarmi di niente per non essere un peso di troppo alle persone, per non avere compassione di nessuno.

Nessuno sa quante volte ho pianto da sola nel mio letto, quante volte mi sono sentita fuori posto, quante volte mi sono sentita emarginata ed esclusa dal mondo intero come se c'è l'avessi contro, quante volte, di notte, non ho dormito fissando il vuoto.

Nessuno sa delle volte che ho sorriso mentre in realtà morivo dentro. Nessuno sa delle mie battaglie, di quando mi alzo la mattina con lo sconforto negli occhi e le mille lame nel cuore. Nessuno sa del vuoto che mi porto dentro ogni giorno, ogni ora , ogni minuto senza di loro.

Nelle tue veneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora