Mi guardo allo specchio e rimango qualche istante a fissare la mia immagine. La pancia, che in questi ultimi giorni sembra essere lievitata, è messa in evidenza dal maglioncino in modo estremamente carino. Però mi fa ugualmente paura perché mi ricorda che questa volta, a differenza della scorsa, non devo proteggere solo me, ma anche lei. Piccola ed innocente contro un mondo troppo crudele.

Isaac mi raggiunge alle spalle e poggia le mani sul mio ventre, accarezzandolo.

"Mi sembra ancora così strano che la mia piccola sorellina sia incinta. Sapevo che prima o poi avresti perso la tua innocenza, però diventare zio è stata una notizia del tutto nuova"

"Riesci ad immaginarmi come mamma?" metto le mie mani sulle sue e le sposto in modo da formare un cuore.

"Ti immagino come una mamma stupenda. Di sicuro un po' imbranata, però ugualmente perfetta" sorride e mi lascia un bacio sulla testa "È come quando da piccoli giocavamo a fare i genitori, soltanto che questo è un livello più avanzato. Sono sicuro che, così come da bambina superavi le altre mamme, anche da grande farai invidia a tutte"

"Mi sarebbe bastato anche solo un sì, però lo apprezzo molto"

"Non sono cazzate. Credo a tutte le cose che ho detto, dalla prima all'ultima" mi guarda serio attraverso la superficie riflettente "Sarete una bella famiglia" gli sorrido "E ne è una prova Cole, che sarebbe potuto scappare in Messico, eppure è ancora qui al tuo fianco. Quando sono arrivato era in soggiorno a fare avanti e dietro come un pazzo... Deve avere paura anche lui di questo ritorno "in grande stile". Oggi tutta la scuola scoprirà che è lui il padre della piccola, non è mica una cosa da poco" il suono acuto e squillante dell'orologio di Isaac interrompe questo momento magico.

"Adesso devo proprio andare a lavoro" mi abbraccia forte e mi passa una mano tra i capelli come al suo solito "Buona fortuna, leoncina"

"Grazie, ricciolino" lo stringo fortissimo a me "Ti voglio bene"

"Anche io" sorrido contro la sua spalla anche se non può vedermi "Fa' vedere a tutti chi sei"

Io e Cole siamo arrivati a scuola in perfetto orario, però, una volta davanti all'ingresso della nostra scuola, mi sono bloccata senza riuscire più a muovere nessun muscolo

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Io e Cole siamo arrivati a scuola in perfetto orario, però, una volta davanti all'ingresso della nostra scuola, mi sono bloccata senza riuscire più a muovere nessun muscolo.

"Sei pronta?" mi chiede Cole notando la mia esitazione nello spingere la porta d'accesso dell'istituto.

"È troppo tardi per scappare?" lo guardo speranzosa.

"Temo proprio di sì" mi sorride incoraggiante, però continuo a non muovermi.

"Mi sembra che varcare questa porta equivalga ad uscire dalla mia fortezza, dalla bolla in cui mi sono rinchiusa per giorni. Ho paura di farmi male, tutto qui" butto fuori i miei pensieri senza filtrarli come faccio di solito.

"Ti prometto che non ti farai del male, ci sono io con te. Combatterò questa battaglia al tuo fianco, ricordi?" annuisco lievemente. Mi sento una bambina terrorizzata.

"Sicuro che la maglia non sia troppo attillata?" all'improvviso mille domande mi invadono il cervello facendomi sentire inadeguata e la paura aumenta inesorabile.

"Sei bellissima così come sei, smettila di farti paranoie insensate"

"Non posso farne a meno"

"So che è difficile, ma insieme ce la possiamo fare. Possiamo attraversare quel corridoio pieno di gente e fingere di essere soli. Le persone parleranno, però per noi saranno solo echi lontani"

"E se non ci riuscissi?"

"Io so che ci riuscirai" mi rivolge uno dei suoi bellissimi sorrisi "Adesso andiamo, altrimenti rischiamo di restare tutta la giornata qui fuori"

"Va bene" poggio la mano sulla maniglia, però non riesco ancora a premerla.

"Ricorda: questa non è la tua battaglia" la mano di Cole si posa sulla mia "È la nostra" spinge la maniglia e spalanca la porta. Mi prende la mano facendo intrecciare le sue dita con le mie ed inizia a camminare nel corridoio che in questo momento, così pieno di gente, mi fa pensare al Red Carpet.

Tutto sembra andare a rallentatore. Alcuni si fermano a guardarci, altri parlottano mentre ci indicano, ma a me stranamente non importa. Riesco solo a pensare alla mia piccola principessa e a quanto sia felice di essere qui. 

Lo dovevo alla bimba che mi cresce dentro, così come lo dovevo a me. Questa è la mia rivincita per tutte le volte in cui, a causa delle loro parole, mi sono sentita inadeguata, vuota. È una rivincita per tutte le lacrime versate, per tutti i disegni strappati e gli insulti cancellati.

Contro ogni previsione, mi sento felice. Sorrido così forte da sentire dolore alle guance e stringo la mano di Cole che mi è accanto nonostante tutto. Non mi sarei mai aspettata da lui che mi tenesse letteralmente per mano mentre affrontiamo insieme i miei demoni fastidiosi.

A differenza di qualche anno fa, non sono sola. Ho Megan, sempre pronta a difendermi nonostante tutto, Isaac, che questa volta mi è accanto non solo davanti ad uno schermo, e Cole, che a volte vorrei strozzare, ma che il più delle volte riesce a sorprendermi con i suoi comportamenti dolci e protettivi.

Forse, nonostante le tante insidie che si sono presentate sul mio percorso, anche per me, da qualche parte, c'è il lieto fine a cui tanto aspiravo da piccola. La conclusione di una di quelle fiabe che, dopo tante peripezie e avventure spericolate, ti lascia senza fiato e con un sorriso ebete stampato sul volto.

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