Capitolo 3

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Una lieve musichetta a me familiare mi costringe ad aprire gli occhi e, di conseguenza, anche ad abbandonare quella strana, ma piacevole sensazione di protezione e tranquillità che mi aveva accompagnata per tutta la notte, regalandomi un sonno rigenerante e finalmente privo dei miei consueti incubi. 

Mentre, ancora mezza addormentata, tento di alzarmi dal letto, mi accorgo che il braccio di Cole mi stringe a sé e un'ondata di panico simile a quella che mi aveva travolta dopo quella notte fa la sua comparsa. Ci metto un attimo a realizzare che, stavolta, non ho motivo di correre via. 

Dopo quella festa ero fuggita da quella stanza veloce come il vento, nella vana speranza che tutto quello che era accaduto restasse lì, con le sole lenzuola a fare da testimone del mio immenso errore. Eppure, la realtà non solo mi aveva raggiunta mentre sfrecciavo scalza tra le strade di Miami, ma mi aveva anche presentato il salato conto da pagare per quella notte di incoscienza.

Sposto lentamente il braccio di Cole avvolto attorno alla mia vita e, soltanto quando riesco a sottrarmi a quella presa e sospiro di sollievo, mi rendo conto di aver trattenuto il respiro per tutta la durata di quest'ardua "impresa". Dopo aver infilato i piedi nelle mie stravaganti pantofole a forma di unicorno, inizia ufficialmente la ricerca della fonte di questo suono che man mano che va avanti diventa sempre più snervante. 

Seguo la canzoncina ripetitiva e poco melodica fino a raggiungere il mio computer e, dopo aver alzato lo schermo, mi rendo conto che la causa di questa tortura uditiva è una videochiamata da parte di mio fratello.

Chris non poteva scegliere un momento meno opportuno per farsi sentire. Devo mantenere la calma, fare un bel respiro profondo ed organizzare i troppi pensieri che stanno correndo in modo confuso nella mia mente. 

L'unica cosa che so con certezza è che non posso rispondere nella stanza perché vedrebbe Cole nel mio letto e si farebbe di sicuro idee sbagliate. Rabbrividisco nel pensare che i suoi ipotetici pensieri non sarebbero poi così errati.

Non posso nemmeno accettare la videochiamata in bagno perché capirebbe che voglio nascondergli qualcosa, o meglio qualcuno, che si trova nella stanza adiacente. E probabilmente arriverebbe di nuovo a conclusioni affrettate... 

Costringo il criceto ancora insonnolito nella mia testa a correre, nella speranza di trovare una soluzione a questo rompicapo apparentemente impossibile e, proprio mentre sto per abbandonare ogni speranza e rifiutare la chiamata, scorgo un balconcino che prima non avevo notato. Afferro il portatile con entrambe le mani ed esco fuori, dove accolgo con piacere la presenza di un tavolino probabilmente usato per fare colazione nei mesi più caldi.

Un ultimo respiro profondo nella speranza di cancellare i sensi di colpa e l'ansia dal mio volto, poi premo il pulsante verde per accettare la videochiamata in arrivo.

"Ma quanto ci hai messo?!" chiede mio fratello mettendo su una faccia arrabbiata che viene smentita ben presto da un largo sorriso nel rivedermi, anche se ci siamo salutati dal vivo soltanto ieri.

"Non riuscivo a trovare il computer..." credo che possa reggere abbastanza come scusa, eppure qualcosa nel viso di mio fratello mi dice che il suo cervello sta sfornando tantissime informazioni che presto si ritorceranno contro di me "E poi stavo dormendo!" forse puntargli il dito contro per avermi chiamata così presto lo distrarrà dagli altri pensieri.

"Sei sempre la solita pigrona!" Chris si sbatte una mano sulla fronte mentre di sicuro riflette sul mio essere un eterno ghiro "Com'è andato il viaggio?"

"Benissimo" dico con un sorriso, anche se c'è ben poco da sorridere. Ero felice come non mai alla partenza perché mi stavo finalmente allontanando da mister occhi azzurri, così come dalla scuola e dalla mia famiglia che adesso sono solo d'intralcio alle mie molteplici riflessioni. Avevo bisogno di un po' di tempo da sola con me stessa per riflettere non tanto sulla cazzata fatta, dato che mi ero già distrutta abbastanza concedendole un posto centrale nella mia mente, quanto su ciò che debba fare adesso.

Perfectly WrongWhere stories live. Discover now