Capitolo 3

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«Beh, insomma... ti eri addormentata?»

«Cos... no! Non mi ero addormentata... un attimo prima il professore ci stava dando il benvenuto, l'attimo dopo tutti quelli affianco a me hanno cominciato a prendere appunti. Ammetto che stavo pensando a tutt'altro in quel momento, ma ritrovarsi a fissare il professore mentre tutti gli altri scrivono... è stato piuttosto imbarazzante» gli spiegò cercando di dare un filo logico al suo discorso, anche se si poteva notare da un miglio di distanza l'imbarazzo sul suo viso.

Emily e Michael si erano ritrovati alla fine della lezione al caffè universitario, luogo d'incontro preferito per chi vuole godersi una pausa tra le varie lezioni o incontrarsi con i propri coetanei per studio o semplice svago.

«Mi sembra ovvio che delle persone prendano appunti mentre il professore sta spiegando... a volte è molto meglio studiare da quelli che dal libro» ribatté Michael poggiando sul piattino la tazzina di caffè già vuota.

«Mike... il professore non stava spiegando!» esclamò Emily con un entusiasmo che attirò più di un'occhiataccia da parte dei vicini di tavolo.

Prese un lungo sorso del suo cappuccino, sperando che potesse in un certo modo calmarsi, e continuò. «È questo il problema. Ha fatto il riepilogo degli orari delle lezioni e spiegato il programma che svolgeremo»

«E loro scrivevano?»

La sua espressione allibita attirò in lei una lieve risata, sollevata che alla fine il suo fidanzato avesse capito quale fosse la sua perplessità. Stava poi per cambiare discorso quando venne interrotta da una voce sconosciuta alle sue spalle.

«Guarda chi c'è! Michael e...»

Emily si voltò a guardare il ragazzo che si fermò al loro tavolo con un'aria fin troppo amichevole. Insieme a lui c'era uno schieramento di ragazzi più o meno della stessa età, tutti con fisico atletico quasi come il ragazzo in questione -che invece sembrava un armadio- e l'espressività al minimo come se dovessero partire per la guerra nel giro di pochi giorni. Dopo un po' si rese conto che il ragazzo armadio ce l'aveva con lei, così appoggiò il cappuccino sul piattino e si presentò.

«Emily»

Il ragazzo replicò con un lieve sorriso; o forse era un ghigno compiaciuto?

«Allora, come sta andando? Primo giorno di corsi, giusto?» chiese rivolgendo di colpo tutta la sua attenzione verso Michael, quasi come se volesse volontariamente escludere la ragazza; forse stonava troppo nel loro gruppo di maschi.

Emily non capiva se fosse solo la sua immaginazione a cavalcare in uno dei suoi soliti film mentali, oppure la tensione sempre più crescente che percepiva nell'aria era reale. Anche Michael gli sembrò a disagio, quasi come se si stesse trattenendo dal parlare. Non capendo il motivo di quella sensazione e il disagio del suo ragazzo, che ancora non aveva aperto bocca, optò per quella che le sembrava la soluzione più semplice per quel momento: andarsene e cambiare aria. Pensava infatti che quel ragazzo, quelle persone, non gli fossero simpatiche o che fossero un vecchio gruppo di amici con il quale si erano chiusi i rapporti e che quindi fosse quello il motivo del suo totale silenzio. Peccato che si sbagliava perché Michael li conosceva molto bene e se non gliene aveva mai parlato, e anche in quel momento non sapeva come presentarli, era per una ragione ben precisa e per lui congrua.

«Vai già via?» disse il ragazzoarmadio avvicinandosi ad Emily quel poco che bastava per sovrastarla con la sua altezza e portarla ad indietreggiare.

The soul in your eyesWhere stories live. Discover now