"È incinta" dice il moro dopo qualche attimo scatenando una nuova ondata di chiacchiere a bassa voce.

"Adesso mi è tutto molto più chiaro... Krystal, so che è difficile, però puoi farcela" mi guarda negli occhi intensamente e mi prende entrambe le mani con le sue "Adesso devi far prevalere la mente sul tuo respiro e controllarlo, non lasciare che accada il contrario" il mio respiro corto e affannoso sembra proprio non volermi lasciare "Chiudi gli occhi e fai un bel respiro" faccio un tentativo con piccoli risultati "Stringimi le mani e fanne un altro, lentamente. Stai andando benissimo, Krystal. Un altro ancora" i miglioramenti cominciano ad essere notevoli "È tutta una questione di mente, devi domare il tuo respiro" diverse frasi motivazionali e respiri profondi dopo riprendo totalmente il controllo di me.

"Grazie" continuo a fissarlo negli occhi incapace di guardare altrove perché so che troverei solo espressioni di disapprovazione e non so se potrei sopportarle.

"Sei stata bravissima e hai reagito alla situazione con calma" mi sorride e sto per chiedergli la causa di questo avvenimento, però mi precede "Presumo che adesso vorrai sapere ciò che ha scatenato il problema" annuisco "In un determinato periodo della gravidanza l'utero comincia ad allargarsi in modo vertiginoso e non sempre i polmoni reagiscono bene allo spazio ridotto" mi sorride rassicurante. 

Io continuo a non alzare lo sguardo, ma riesco benissimo a percepire tutte le occhiate di pura critica che i presenti mi stanno lanciando.

Sono sguardi di fuoco vivo che bruciano roventi sulla mia pelle. E fanno male. Molto male. Troppo male.

Il silenzio in cui mi ero rifugiata per due giorni interi viene improvvisamente interrotto dal bussare alla porta

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Il silenzio in cui mi ero rifugiata per due giorni interi viene improvvisamente interrotto dal bussare alla porta. In effetti mi sembrava strano che stessero rispettando il mio desiderio di stare da sola e di potermi deprimere in pace.

"Avanti" dico nascondendomi ulteriormente sotto le coperte. Da quando tutti hanno scoperto della gravidanza, oltre a sentirmi scoperta e vulnerabile, non riesco a smettere di pensare alle loro risatine che sembrano risuonare amplificate nella mia mente.

Una figura familiare dai lunghi capelli rossi fa irruzione nella mia camera.

"Ciao" il suo imbarazzo per essersi presentata a casa mia senza preavviso è tangibile, però, nonostante il disagio, si avvicina al letto in cui sono comodamente stesa "Ho saputo ciò che è accaduto..." si tortura le mani "Mi dispiace"

"Sapevo che prima o poi sarebbe successo, eppure non ho la forza di affrontarlo. Patetico, no?" le mie parole suonano dure alle mie stesse orecchie.

"Quando ci siamo incontrate per la prima volta hai avuto il coraggio di metterti contro tutti soltanto per inseguire ciò che ritenevi giusto. Ti sei battuta per me senza preoccuparti delle conseguenze e mi hai detto che potranno tagliarti le ali, ma non potranno mai impedirti di volare. La ragazza forte che non bada a ciò che dicono gli altri è ancora dentro di te" Annabelle fa incrociare il suo sguardo con il mio facendo scomparire il timore che aveva quando è arrivata "Adesso ti trovi davanti a un vuoto e devi avere il coraggio di saltare, per quanto faccia paura, perché solo così ti ricorderai come si vola. Perché le tue ali forti e pronte a sostenerti sono sempre state lì e lo sono ancora. Devi solo ricordarlo"

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