Chapter 1

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Il Sole svetta già alto sulla prefettura di Juuban, ed i ciliegi, come ogni primavera, perdono i loro petali che cadono lievi lievi come fiocchi di neve.
Sembra un giorno come un altro e forse per molti è davvero così. Ma qualcuno ha segnato questa data sul calendario, l'ha segnato con la penna rossa. Spicca, infatti, sul calendario a caratteri cubitali la scritta: "Mamo-chan torna in Giappone!" costellato da diversi cuoricini.
Nonostante l'importanza dell'evento Usagi è ancora nel suo letto accoccolata sotto le coperte.
Dorme tanto profondamente da non sentire la sveglia che suona ripetutamente ormai da diversi minuti.
Anche sua madre la chiama a squarciagola dal piano di sotto "Usagi! Alzati, le frittelle sono pronte!"
Oramai la signora Tsukino è rassegnata alla pigrizia della figlia. Anche se non riesce credere che sia davvero così stanca. "Avranno studiato per l'ammissione all'università fino a tardi!?" pensa tra sé. "Ma chi? Usagi-chan?" conosce bene la figlia, sarebbe davvero impossibile. Più per un suo scrupolo di coscienza che per una reale speranza di successo continua a gridare: "Guarda che se non ti alzi, darò la tua parte di frittelle a Shingo!"
Rassegnata, torna verso la cucina e continua a sbrigare le sue faccende.
Usagi è ancora avvolta nel suo sonno profondo, il suo viso sembra sereno e rilassato. Dorme come un angioletto, nonostante il suono della sveglia si sia fatto ancora più insistente.
Luna, la sua gattina, sale sul letto e osserva la sua padroncina che dorme. Deve svegliarla, deve riuscirci. Luna avvicina la sua piccola capoccietta a Usagi e urla a squarciagola: "Usagiiiiiiii!"
Non ricevendo alcuna reazione la gattina prova una seconda volta, tentando di sovrastare il suono incalzante e fastidioso della sveglia. "Usagiiii!"
Ma nonostante abbia usato tutto il fiato che avesse in gola, Usagi continua a dormire.
Ora Luna è determinata a svegliare la padroncina ad ogni costo e con ogni mezzo. È troppo importante per Usagi svegliarsi presto questa mattina. La aspetta da un sacco di tempo.
Luna alza il capo dal viso di Usagi, deve riflettere, deve trovare un modo per svegliarla. Si muove in cerchio velocemente, come se inseguisse la sua coda. È agitata e non sa cosa fare.
Si ferma di colpo, ha avuto un'idea. Si muove lentamente, abbassa la testa e "ZAC". Morso sul braccio sinistro.
Usagi salta in aria, svegliandosi, e piagnucolando. Si tiene il braccio dolorante con l'altra mano stringendosela forte. Il viso è presto rigato dalle lacrime.
Usagi vede Luna sul pavimento ed urla: "Ma sei impazzita?" Ora il dolore la riavvolge. È molto sofferente e continua singhiozzando: "Mi hai fatto malissimo! Whaaa...! Guarda il mio braccio! Whaaa...!"
Luna scuote la testa farfugliando tra sé e sé: "Oh, Benedetta ragazza!"
In effetti le ha lasciato un bel segno sul braccio. L'impronta dei suoi denti spicca di un rosso acceso sulla pelle bianca di Usagi. I piccoli puntini dei denti circondano una parte lievemente livida del braccio che ha ormai un colore rosso chiaro. Usagi continua a piagnucolare: "Che male! Whaaa...! Whaaa...! Ma che bisogno c'era di mordermi così forte?"
Luna è così abituata alle dimenticanze e disattenzioni della sua padroncina che oramai non la sorprendevano più, ma questa è davvero grande come dimenticanza.
Così Luna inizia a rimproverarla: "Se tu avessi sentito la sveglia, o almeno me o tua madre che urlavamo a squarciagola per svegliarti non avrei dovuto morderti!"
Usagi è davvero triste per essere stata rimproverata, ma le ramanzine della sua amica gatta sono sempre molto utili e preziose per lei. Anche se non riesce a placare il dolore al braccio né le copiose lacrime che le solcano il viso, Usagi si sente più sollevata e serena, pronta a sentire il resto della ramanzina della sua amata gattina.
Così Luna continua: "... e poi credevo che ci tenessi ad andare a prendere Mamoru all'aeroporto! È quasi un anno che non vi vedete... non dirmi che non vuoi vederlo per quello che è successo un anno fa?"
Luna si prende una pausa, ha visto che la sua padroncina ha cambiato espressione. Crede di sapere cosa le passa per la testa, ma ha bisogno di esserne sicura. La guarda fissa e riprende con tono più severo: "Usagi-chan! Sto parlando con te!"
Usagi è visibilmente scossa dalle parole di Luna. L'ultima frase l'ha come risvegliata dai suoi pensieri, troppi. Non piange neanche più. Il dolore del morso non è nulla a quanto pare. La foto sulla scrivania richiama la sua attenzione. La sua amica micina è passata in secondo piano. Usagi continua ad osservare la foto. Ricorda bene il giorno in cui l'hanno scattata: lei e Mamoru si erano riabbracciati dopo tanto tempo dopo che era scomparso durante lo scontro con Galaxia. Rivederlo era stato così bello, così emozionante.
Distoglie lo sguardo dalla foto. Quella felicità le sembra oggi così lontana che quasi non le appartiene.
Osserva di nuovo la sua fedele compagna di mille avventure che sembra aspettare solamente un suo segno, una decisione. "Ok Luna, - dice Usagi - andiamo all'aeroporto!"
Detto questo si alza e corre in bagno, è già molto in ritardo. Deve davvero sbrigarsi se vuole essere all'aeroporto in tempo. Si asciuga le lacrime e si lava abbondantemente il viso. Nessuno deve capire che ha pianto. E non per il morso, no. Ha pianto tutta la notte pensando a quel momento, a quando avrebbe rivisto Mamoru. Non sa nemmeno fino a che ora ha pianto, ma tanto tardi perché non sentisse la sveglia l'indomani. Vorrebbe poterla dimenticare quella notte, quella infinita notte di lacrime e singhiozzi.
Luna si affaccia alla porta del bagno, sa che Usagi vorrebbe piangere ma si trattiene con tutte le sue forze. Lei era lì, l'ha sentita singhiozzare tutta la notte, ma nonostante tutto non poteva lasciarla dormire. Non oggi.
"Amica mia, devi essere forte!" dice Luna con un flebile sussurro. Un incitamento muto ma di cui Usagi ha bisogno anche se non sa di doverlo ricevere.

Il Ritorno della RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora