𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑: "𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐩𝐢𝐧𝐭𝐨"

Comenzar desde el principio
                                    

Perché era lì?

Pian piano, quasi misurando ogni passo e con una lentezza non umana si avvicinò alle tende e con un gesto secco e repentino le aprì. La luce forte e calda del sole lo investì come uno schiaffo e lui si ritirò spaventato da quell'improvviso bagliore. Ingoiò il groppo che gli era risalito in gola e la stretta allo stomaco per la paura. Sfarfallò gli occhi e si sedette per terra, fra il letto ed il muro, nella parete dove si trovava la finestra. Fissava la porta davanti a lui e la scrivania che di lato appariva ordinata e perfetta. Non sapeva di chi fosse, dove su trovasse e perché. Decise di aspettare perché non aveva il coraggio di uscire e muove altri passi oltre quelli fatti per raggiungere la tenda. Aveva troppa paura di imbattersi in qualcosa che non si sarebbe potuto spiegare. Peggio di tutto quello. Dopo un tempo che non seppe definire, sentì qualcosa sbattere sotto di lui. Intuì che forse non si trovava in una casa in un piano o in un appartamento piccolo. Forse vi abitava una famiglia intera, o un gruppo di coinquilini dalle storie diverse.

Strinse a sé le ginocchia e vi affondò il volto, lasciando gli occhi aperti per la troppa paura. Sentiva il martellare incessante del suo cuore e anche se non aveva idea di chi fosse per bene e come fosse finito lì, aveva il terrore che potesse succedere qualcosa di brutto. Si immobilizzò ancora di più, cercando di non far rumore e di respirare il meno possibile. Ci furono degli istanti di silenzio, come se quel botto poco prima fosse stato un lampo a cielo sereno che non doveva per forza essere seguito da una tempesta. Come uno sbaglio. Infatti le cose ritornarono silenziose. Udibile solo il battito del cuore frenetico del povero ragazzo dai capelli color caramello lisci. Quando finalmente il suo respiro si regolarizzò, si permise di rilasciare un sospiro.

Fu un attimo, quando credette di averla scampata e di essere al sicuro, che la porta che stava fissando intensamente fino a qualche secondo prima si aprì.

<< Harry, hai visto per caso la mia fel->> un ragazzo biondo ossigenato sbucò dentro la stanza, tenendo aperta con una mano la porta, afferrando stretta la maniglia. Il suo sguardo distratto si posò prima sul letto sistemato e vuoto, poi sulle tende spalancate e infine sulla figura rannicchiata al di sotto di essa. Vide un piccolo corpo stretto su se stesso, minuto e tremolante. I suoi occhi blu si incontrarono con quelli glaciali dello sconosciuto. La sua faccia dapprima confusa si mutò in pallido terrore del vedere uno sconosciuto nella stanza del suo amico.

Non aveva visto questo ragazzo prima d'ora, sarebbe stato impossibile non ricordarsi di una bellezza del genere. Occhi color oceano cristallizzato, capelli color caramello lisci a sfiorare le sue lunghe e morbide sopracciglia. Zigomi pronunciati e guance incavate. Labbra sottili rosee e pelle abbronzata come fosse un modello. Le sue piccole mani delicate erano strette a tenersi le gambe più vicine possibili al suo petto come a voler scomparire. Ma Niall era un ragazzo istintivo e non gli importò di aver di fronte un essere chiaramente ed evidentemente innocente. Cacciò un urlo decisamente poco virile e spaventato.

<<AAAAAAAAAA>> spalancò gli occhi e prese dalla scrivania del suo coinquilino un pennello, scuotendolo davanti a sé come una spada. <<CHI DIAVOLO SEI??>> urlò isterico.

Tremolò facendo un passo avanti per cercare di poterlo osservare più da vicino, ma mantenendo sempre una certa distanza di sicurezza per non poter essere attaccato. Il giovane abbronzato sbiancò e si strinse ancora di più su se stesso.

<<T-ti prego non farmi del male. Non voglio morire>> piagnicolò terrorizzato. La voce era singhiozzante e ovatta poiché aveva la testa stretta alle ginocchia, ma nonostante ciò si sentiva quanto fosse leggermente rauca e acuta. Niall deglutì a vuoto, completamente confuso e indeciso sul da farsi.

<<Sei tu che sei qui, a casa mia, nella stanza del mio amico, nascosto sotto la finestra! SONO IO CHE DEVI PREGARTI DI NON UCCIDEREMI!>> sul viso un cipiglio a dir poco confuso per la strana situazione. <<.....C-cosa sei? Un senzatetto? Sei entrato dal salone? Io - Come cazzo sei entrato qui e che cosa vuoi??>> chiese cercando di modulare la voce per sembrare almeno un po' temibile. Ma il biondo tremava leggermente per la tensione.

𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐝  𝐓𝐡𝐞 𝐏𝐚𝐢𝐧𝐭𝐢𝐧𝐠// LARRY STYLINSON Donde viven las historias. Descúbrelo ahora