Creep - Capitolo unico

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"Oh, I wish I was special,
you are so fuckin' special.
But I'm a creep, I'm a weirdo"


Eravamo lì, l'uno di fronte all'altra a due metri circa di distanza, al centro di quella grande stanza avvolta nella penombra a causa dell'orario - da poco passate le cinque di pomeriggio ed essendo ai primi di Dicembre, stava ormai iniziando a far buio presto - e del tempaccio che non accennava a calmarsi, quasi come se fosse una metafora delle nostre anime agitate. Il rumore della pioggia che si scontrava con il vetro della grande finestra alle mie spalle, era l'unico suono presente in quel momento, nessuno di noi due fiatava, non dopo quanto avevo appena detto:

«Io sono un disastro Fabrizio, lo vuoi capire?»

Fabrizio mi guardava ancora cercando di metabolizzare quanto aveva appena sentito. Non ce la facevo nemmeno a guardarlo negli occhi, per questo gli ho dato le spalle e ho rivolto lo sguardo verso la finestra, iniziando ad osservare con particolare attenzione le gocce che si appoggiavano al vetro ed iniziavano a rincorrersi tra loro. Ero talmente presa dai miei pensieri, che non ho neanche sentito i passi di Fabrizio che si stava avvicinando a poco a poco, accorgendomene solo nel momento in cui ho sentito le sue braccia avvolgermi in una stretta dolce e protettiva. Ed è stato proprio tra quelle braccia ricche di tatuaggi che mi sono rilassata, lasciando andare tutta la tensione con un sospiro, fermo nel mio petto chissà da quanto tempo.

«Non sei un disastro.»

Me lo ha detto a voce bassa, quasi sussurrando, in modo da calmarmi. Ho appoggiato la schiena contro il suo petto, coperto solo da una t-shirt nera leggera, in netto contrasto con il mio maglione di lana color bianco panna. Quella corazza che avevo tirato su in quei pochi minuti, era già sparita: l'aveva buttata giù con un solo abbraccio. Siamo rimasti in quella posizione, abbracciati, in silenzio per qualche minuto, poi lui ha ripreso a parlare.

«Tu sei speciale. Sei così speciale e non te ne rendi neanche conto!»

Si è abbassato di poco, appoggiando la testa sulla mia spalla.

«Però ti prometto che te ne farò accorgere io.»

Un sorriso era apparso sul suo volto, ne ho sentito chiaramente il rumore. Quando poi mi ha posato delicatamente un piccolo bacio sulla guancia, facendomi il solletico con la barba, è riuscito a contagiare anche me.

«Sei tu quello speciale, Fabrizio.»

La tempesta fuori si era calmata e anche Fabrizio era riuscito a calmare me: come fa sempre.
















Note:
Che dire? Una cosina breve ma intensa, che gironzolava nella mia testa da un po' di tempo. Finalmente sono riuscita a buttarla giù e pubblicarla! Questa è solo una delle tante storie che ho in programma per questo 2020, aspettatevi di tutto! Fatemi sapere se questa storia vi è piaciuta con una stellina o un commento.
A prestissimo,
-Reb.

Creep || Fabrizio MoroWhere stories live. Discover now