Capitolo 2 - Cattive sorprese

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Isabel

Il sole che filtra dalle finestre semichiuse mi fa svegliare e mi volto, scoprendo accanto a me il ragazzo della scorsa notte.

Dorme profondamente e io ho modo di ammirare i suoi lineamenti perfetti. Così perfetti da sembrarmi irreale.

Sorrido perché la notte è stata fantastica. Lui lo è stato, coi suoi modi passionali ma gentili.

Mi chiedo chi sia, cosa faccia nella vita e se sia un uomo per bene e non uno stronzo che voleva passare una notte di divertimento con una sconosciuta e che, magari, ha una fidanzata che lo aspetta dall'altro lato della città.

Cavolo, non ci siamo nemmeno detti i rispettivi nomi!

Sorrido ancora e mi alzo, camminando in punta di piedi per uscire dalla stanza.

Recupero la borsa che mi era caduta in salotto e controllo l'orario col cellulare.

Cazzo, se non mi sbrigo rischio di fare tardi il mio primo giorno di lavoro!

Ripongo il telefono in borsa, ignorando i messaggi che campeggiano sullo schermo. Sono del gruppo whatsapp che ho con le mie amiche e mi chiedono come sia andata la notte, ma non è il momento di perdere ulteriore tempo perché voglio fare una cosa.

Cerco un pezzo di carta per lasciare un messaggio allo straniero.

Trovo carta e penna nella cucina e scrivo: "Grazie per stanotte, straniero. Alla prossima discoteca".

Gli lascio il messaggio sul tavolo, con tanto di faccina sorridente.

Mi chiedo se io non sia stata un po' troppo ridicola o invadente. Ma si capisce che è una battuta, no?

Me la svigno, smettendola di arrovellarmi il cervello, e chiamo un taxi che mi riporti a casa.

Voglio prepararmi al meglio per il mio primo giorno di lavoro e fare colpo sul mio capo, che ancora devo conoscere.

La persona con cui ho fatto il colloquio era il vicedirettore del settore pubblicità e se sono dentro è grazie a lui, ma dovrò comunque sempre fare riferimento al direttore, di cui non so nulla, a dire il vero, quindi sono davvero curiosa di conoscere.

Da oggi partirà una nuova vita, per me, ricca di sorprese. E io non vedo l'ora di scoprirle e godermele tutte, una ad una.



Arrivo al lavoro in orario e quando sono dentro, seduta a quella che, a quanto mi ha detto Mike, un collega, è la mia scrivania, mi sento importante, come se questa azienda non potesse andare avanti senza il mio contributo.

Sistemo le mie cose e poi vedo arrivare Timothy Ward, la persona con cui ho fatto il colloquio.

Mi alzo immediatamente e lo guardo, sperando mi noti. Quando si accorge di me gli sorrido e lui ricambia. Lo saluto con la mano e lui mi fa cenno di seguirlo.

Lo raggiungo nel suo ufficio e lui mi invita a sedermi e a richiudere la porta.

Faccio quanto mi ha detto, continuando a tenere un sorriso enorme sul viso.

La mia immagine si riflette nel grosso vetro che è al lato sinistro rispetto alla mia posizione, e riguardo il look scelto per l'occasione.

Ho indosso un tailleur di lino beige, con sotto una canotta accollata bianca. Professionale ma non elegante. Una via di mezzo, insomma.

Ho legato i capelli in una coda bassa e ordinata e mi sono truccata leggermente, per non risultare troppo appariscente, nonostante io ami il trucco pesante.

Let's hurt tonight (su Amazon)Where stories live. Discover now