capitolo tre // il sogno

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Amelie's POV

«Mamma ho paura» dissi abbracciandola. «Tranquilla tesoro, andrà tutto bene» rispose stringendomi.

«Non voglio morire» scoppiai a piangere. «Tu non morirai, ti proteggerò fino alla fine dei miei giorni.» «Me lo prometti?» Dissi alzando lo sguardo verso di lei «te lo prometto» contestò baciandomi in testa.

«Dannazione> venne da noi Alice. Appoggió il suo corpo al muro e si lasciò cadere. «La porta non reggerà a lungo, dobbiamo portare Amelie fuori da qui.» «Dove sono le altre, Alice? Dovevano essere qua un ora fa» disse mia madre con voce malinconica, la ragazza le rispose, che avevano avuto problemi con qualche 'Z' e a breve dovevano essere qua.

Cinque minuti più tardi...

Ero ancora abbracciata a mia madre. Alice stava girando con il walkie-talkie in mano, sperando in una chiamata dalle ragazze fino a quando l'oggetto non iniziò a parlare: era la voce di Samantha.

«Siamo fuori dov'è la ragazza?» Domandò agitata. «Arriva fra poco». Alice si avvicinò a mia madre «Sono fuori» «okay» la ragazza tornò alla porta, sapeva che non poteva reggere ancora al lungo.

Mamma mi staccò da lei e mi disse: «Amelie, devi andare fuori, ti stanno aspettando Sam e le altre» disse sorridendo, aveva gli occhi lucidi. «No, non lascio sole te e Alice» mi opposi.

«Tesoro, noi ce la caveremo, ma ci serve che tu vada dalle altre!» Si alzò, prese il mio braccio e mi tirò su. «No..No..Non ti voglio lasciare» dissi abbracciandola. «No, piccola mia tu non mi lascerai mai perchè sarai sempre nel mio cuore, ora serve che tu vada prima che gli zombie sfondino la porta» mi prese la mano e mi portò alla scala:

«Ora prendi queste e ti ritroverai fuori da qui.» Arrivò alice «Non c'è più tempo, amelie sali queste scale, ti prego» annuii. Prima di salire, mia mamma mise qualcosa nelle mie tasche, ma non ci feci molto caso.

Sentì la porta cadere e la corsa degli zombie verso le due donne. Spari. Unico modo per difendersi da quei esseri. "manca poco amelie" continuai a dire tra me e me. Ad un tratto sentii le urla strazianti delle due... Mi girai e vidi gli zombie divorare mia zia e mia madre. «Alice! Mamma!»

«Amelie! sveglia» mi urlò Diecimila. sgranai gli occhi e trovai il suo viso a pochi centimetri dal mio. Mi buttai tra le sue braccia. Stavo piangendo a dirotto. lo strinsi più forte e affondai il mio viso sulla sua spalla. Lui iniziò ad accarezzare la mia schiena.

«Andrà tutto bene.» Disse sussurrandomi nell'orecchio. Non volevo più staccarmi dal suo abbraccio, mi sentivo protetta.
lui si staccò e mi asciugò le lacrime con il pollice.

«Ti sentì un po' meglio?» annuii. «Andiamo, è il nostro turno di guardia» mi prese la mano e mi aiutò a mettermi in piedi. Lui prese il fucile e andò fuori. Lo seguii. Mi sedetti sul dondolo vicino alla finestra.

Ripensai al sogno che avevo fatto. Era la prima volta che sognavo quel momento, pensavo di averlo scordato...Ma invece no.. È sempre lì a distruggermi dentro. Spostai la mia mano, dentro alla tasca della mia giacca e trovai la collana di mia madre.

Nel ciondolo c'era scritto il suo nome. Lo aprì, al suo interno si poteva vedere una foto di me e di mia madre. Ricordai tutti i momenti felici passati con lei, i sorrisi, gli abbracci e le sensazioni che ti poteva dare solo un genitore.

Una lacrima scese dal mio viso, seguita da altre. Diecimila se ne accorse e si sedette affianco a me. Lui appoggiò la sua mano sopra alla mia spalla, girai il viso verso di lui e sorrisi appena. Mi accarezzó la guancia per poi spostarmi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

«Vuoi parlarne con me?» Strinsi la sua mano e sorrisi dolcemente. «Stavo..Stavo..Pensando ai momenti felici passati con mia madre» mi guardò incuriosito e continuai a raccontare ciò che era successo quel pomeriggio.

Gli raccontai di come sono riuscita a salvarmi e anche di quando ho dovuto concedere la grazia a mia madre e mia zia. Finì di raccontare per poi stringermi a diecimila e rincominciare a piangere sulla sua spalla.

Dopo qualche minuto mi calmai. Lo guardai e arrossì. «Sai, ti capisco. Anche io ho dovuto uccidere mio padre a causa degli zombie» mi confessò. Portai una mano stretta in pugno alla bocca «mi..Mi dispiace..» Abbassai lo sguardo, ma lui mi mise due dita sotto al mento e mi costrinse a guardarlo; mi sorrise e mi asciugó le lacrime coi i pollici.

«Non preoccuparti. È da quel giorno che decisi di cambiare il nome» ridacchiò Diecimila, facendomi sorridere. Lo ringraziai.

lost in the apocalypse // ~ZNation~Where stories live. Discover now