capitolo due // i morsi

143 6 0
                                    

«Vi voglio qua fra venti minuti.» ordinò Warren, io e il ragazzo come risposta annuimmo. «Seguimi» disse il cecchino facendo strada verso il benzinaio.

Una volta arrivati sul posto ci preparammo per entrare: «al mio tre entriamo, okay?» Annuii. «Uno... Due... Tre!» Aprii la porta d'ingresso, da essa uscirono due Z; si catapultarono entrambi sul ragazzo, ignorandomi completamente come se non fossi lì.

Il cecchino non poté far fuoco; uno dei due vaganti stava per azzannarlo, mi buttai sopra al mostro per poi bucarli il cranio. Diecimila uccise l'altro senza problemi e dopo di che si rimise in piedi.

«Grazie, mi hai salvato» mi disse il ragazzo «sono qui per questo.» risposi sorridendo. il ragazzo entrò, io rimasi a fissare il non vivo che avevo appena ucciso.

iniziai ad immaginare le mie amiche trasformate in questi esseri orrendi, al solo pensiero sentì qualche lacrima scendermi lungo le guance.«Amelie, ci sei?» Quelle parole mi riportarono alla realtà.

«Eh?» «Sei qua fuori a fissare quello zombie da ormai due minuti» «ah sì, giusto, entriamo qua dentro.» Ci affrettammo ad entrare, ma non fummo molto fortunati.

Dopo dieci minuti d'ispezione, raggiunsi Diecimila nel luogo d'incontro per fare il punto della situazione. Appoggiai sul tavolo gli oggetti che trovai, anche lui fece lo stesso. Il ragazzo mi fece cenno d'iniziare ad elencare ciò che avevo trovato.

«Due bottiglie d'acqua e tre barrete proteiche, tu invece?» «Una tanica mezza vuota e dei proiettili per il fucile» aggiunse lui. <poteva andare peggio, non pensi?> dissi per poi Alzare lo sguardo e mi ritrovai i suoi occhi azzurri che mi fissavano.

Rimanemmo così, entrambi a guardarci fino a quando lui non mi fece una domanda. «Amelie, quanti anni hai?» mi domandò distogliendo lo sguardo.

Mi ripresi dai miei pensieri e risposi con ciò che avevo detto ad Addy e Doc, lui come risposta mi fece un cenno del capo.

«Tu?» Gli domandai
«diciotto»
«wow, te ne avrei dati di meno» «grazie» mi rispose. Prendemmo la roba che avevamo trovato e tornammo dagli altri, poi riferimmo a Warren ciò che era successo.

«Bene ragazzi, da ora proseguiremmo a piedi, niente lamenti, d'accordo?» disse il tenente con autorità. «Sissignora» rispose in modo sarcastico Murphy, per poi iniziare a camminare e lasciare in dietro il resto del gruppo.

Misi il mio zaino in spalla e raggiunsi il ragazzo con la pelle blu. «Ehi, Murphy» «che vuoi ragazzina?» Mi rispose lui scontroso «perché gli altri ancora non ti hanno ucciso? Sei davvero uno stronzo, se fossi stata in loro ti avrei dato la grazia da un bel pezzo.» Commentai io, e l'uomo rimase spiazzato.

Si girò verso di me e rispose: «tesoro, io sono la cura per tutto questo, mi stanno portando in California, per elaborare un vaccino con il mio sangue.» Scoppiai a ridere a quelle parole «se tu sei la cura, io sono la principessa dell'apocalisse.» «Non mi credi?» Si tirò su la maglia.

Non riuscivo a metabolizzare ciò che stavo vedendo, otto fottuti morsi di zombie. Cittadino Z, me ne aveva parlato ma pensavo che fosse una leggenda. L'uomo si ritirò giù la maglia e rincominciò a camminare.

mi domandò addy «sì» dissi pensierosa «sorpresa?» Si aggiunse doc «abbastanza, me ne avevano già parlato di questo Murphy, ma pensavo che le nostre strade non si sarebbero mai incontrate» dissi chiudendo il discorso.

«Ragazzi, vedo qualcosa...» Disse il tenente guardando con il mirino del fucile di Diecimila. «C'è una cittadina poco più avanti, potremmo cercare un edificio o una casa per la notte per poi ripartire la mattina, ci state?» Chiese Roberta, tutti noi annuimmo per ordine del nostro capo per poi rincominciare il nostro cammino.

«Non è molto loquace il ragazzo, vero?» domandai ad Addy indicando Diecimila con lo sguardo. La rossa scosse la testa e rise sotto i baffi.

Quando fummo arrivati in quella città ormai senza nome ci dirigemmo verso una casa rosa a due piani. Dall'esterno sembrava priva di zombie, ma la prudenza non è mai troppa.

I primi ad entrare nella dimora furono Hector e Warren e a seguire Doc e Addy. Appena confermato che la zona fosse pulita, io e gli altri entrammo. Murphy si buttò sul divano e doc fece altrettanto.

«D'accordo, io ed Hector facciamo il primo turno di guardia, poi tocca ad Addy e Doc, e come ultimi Amelie e Diecimila.» Disse il capo uscendo dalla porta insieme al compagno.

Mi sedetti su una poltrona e tirai fuori dallo zaino il mio diario e iniziai a scrivere ciò che mi era successo oggi. Addy prese la mia radio per lavorarci sù, Doc e Murphy trovarono delle carte e si misero a giocare; Diecimila si sedette nella poltrona di fronte alla mia e iniziò a pulire la canna del fucile.

I minuti sembravano infiniti, io e Diecimila ci eravamo scambiati alcuni sguardi, in quell'arcata di tempo. Fino a quando non ruppe il silenzio. «Amelie, che fai?» Mi domandò il ragazzo, dopo aver finito di pulire la canna del suo fucile.

Alzai lo sguardo verso il cecchino e risposi «Sto scrivendo sul mio diario» «cosa scrivi?» «Ciò che mi succede tutti i giorni dall'inizio dell'apocalisse, le persone che ho perso e le persone che ho incontrato, scrivo i miei pensieri su quello che accade. Però a volte faccio piccoli disegni, per rappresentare ciò che mi stupisce.» «Interessante» disse lui, fissandomi.

«Se vuoi ti posso mostrare qualche disegno che ho fatto» il ragazzo annuii, si alzò e venne verso di me. Gli feci spazio nella piccola poltrona e si sedette. Iniziai a mostrarli ciò che avevo disegnato in questi anni.

Hector e Warren rientrarono, ma non ci feci molto caso, guardai Diecimila non sembrava annoiato dalla spiegazioni dei miei disegni. Roberta ci esaminò per qualche secondo per poi andare da Doc e Addy. I due uscirono dalla casa e proprio in quell'istante terminai di illustrare i miei disegni al ragazzo.

«Wow, disegni proprio bene!» Disse lanciandomi un sorriso sincero. «Grazie» risposi arrossendo un po'. «Quando finisco questo disegno te lo faccio vedere, okay?» «Va bene» il ragazzo si alzò e riandò nella sua poltrona.

Dopo un po' le mie palpebre si fecero sempre più pesanti finché non mi addormentai.

Diecimila's POV

Vidi che la ragazza di fronte a me si era addormentata, mi alzai e presi una coperta dal divano e glie la misi addosso, lei sorrise, aveva le labbra di un bellissimo color pesca... Rimasi a fissarla per un po'. Dovevo ancora spiegarmi perché quando ero vicino a lei provavo strane sensazioni. Dopo un po' mi misi sul divano e mi addormentai.

lost in the apocalypse // ~ZNation~Where stories live. Discover now