Un piccolo frammento di te

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Non sono mai stata la più ordinata delle persone. Quando vivevo a casa dei miei non lo ero affatto, ma confidavo nel fatto che lo sarei diventata, quando sarei andata a vivere da sola. Più facile a dirsi che a farsi.

Il mio appartamento non è poi così grande, ma più mi guardo intorno e meno so da che parte iniziare. Il letto è ancora sfatto e la cassapanca ai suoi piedi è praticamente ricoperta di vestiti che ogni giorno mi riprometto di riporre nell'armadio o nella cesta della biancheria; il divano nel soggiorno è ormai diventato il deposito per la mia borsa ed i miei cappotti; il muro dell'ingresso è costeggiato da paia di scarpe che attendono invano di essere riposte nell'apposita scarpiera ed il bagno trabocca di prodotti e flaconi neanche abitassi in un negozio di casalinghi.

Non posso farci nulla: è Chris quello perfetto e metodico nella coppia. Era lui che si occupava sempre dell'ordine e della pulizia in casa, prima della sua partenza, ed era talmente felice di pensare a tutto ciò che non mi ha mai consentito di muovere un muscolo in quell'ambito. Quando c'era lui la casa era talmente perfetta che sembrava perennemente saltata fuori da un catalogo dell'Ikea.

Mi guardo intorno un'ultima volta per prepararmi psicologicamente prima di mettermi all'opera e butto fuori un lungo sospiro. Per fortuna ho preso un giorno di malattia da Johnny's.

Quando finisco di rassettare il tutto la mia casa sembra grande il doppio. Lancio un'occhiata all'orologio: sono le 12, per fortuna. Ho ancora otto ore prima che Jayden si presenti qui ed ho tempo per raggiungere il supermercato e comprare gli ultimi ingredienti mancanti.

Indosso il mio cappotto ed esco, e mentre raggiungo il Tesco vicino casa telefono squilla. E' una videochiamata da Chris. Strano. Saranno le 4 del mattino lì da lui.

"Chris?" rispondo dopo aver indossato gli auricolari. "Cosa ci fai ancora sveglio?"

"Stai per riavere il tuo lavoro, piccola!" esclama attraverso il telefono nella luce soffusa di quella che sembra essere la sua cabina. "Non riesco a dormire, dopo la notizia che mi hai dato. Non vedo l'ora di sapere come andrà."

Chiacchieriamo un po' e mentre attraverso le corsie del supermercato in cerca di burro, cioccolato e una bottiglia di vino bianco, gli racconto cosa ho deciso di preparare. Quello che ometto di dirgli è che ho intenzione di preparare non solo un dessert, ma l'intera cena per Jayden. Non lo nascondo perché voglia mentire a Chris o fargli del male, ma solo perché si farebbe strane idee mentre ciò che voglio è solo fare colpo sul mio capo. Dal punto di vista lavorativo, si intende.

Quando faccio ritorno a casa ho già salutato Chris. Sistemo la spesa al suo posto e mi prendo qualche ora di pausa prima della serata.


Ho appena finito di sistemare la tavola quando sento il campanello suonare. Il mio cuore comincia a battere all'impazzata e lo stomaco mi si stringe in una morsa. Dannata ansia.

Ho ritardato di proposito a infornare il rombo in crosta di patate che ho preparato credendo per qualche oscuro motivo che Jayden non sarebbe stato affatto puntuale, invece non si è fatto attendere. Corro alla porta sistemandomi l'abito svasato nero a maniche lunghe che ho indossato, e solo quando vedo il viso di Jayden squadrarmi e smorzare una risata mi rendo conto di non aver ancora messo su le scarpe.

"Ciao, Jayden" dico facendo finta di nulla, e di tutta risposta lui si piega in avanti ad imitare un inchino.

"Buonasera, Cenerentola" mi dileggia. "Le sorellastre ti hanno rubato anche l'altra scarpetta?"

"Sei sempre così simpatico o le prepari prima, queste battute?"

Lui fa spallucce ed entra in casa, e mentre si guarda intorno io mi infilo velocemente le mie parigine basse per poi fargli strada verso la cucina. Lo vedo osservare il mio tavolo circolare di vetro, che ho apparecchiato con cura disponendo simmetricamente piatti, posate e calici di vino. Mi guarda con aria interrogativa.

"Mia madre mi caccerebbe dalla famiglia se non offrissi la cena ad un ospite" mi giustifico.

Sul volto di Jayden spunta un sorriso spontaneo, diverso da quei suoi soliti sorrisini derisori, come se capisse in pieno e condividesse ciò che gli ho appena detto.

Io poso la bottiglia di vino sul tavolo, servo il pesce in tavola e cominciamo a cenare.

"E così io sarei il tuo idolo" inizia lui addentando una forchettata di rombo. "Suppongo tu sappia tutto di me."

"Non tutto" rispondo. "Le cose che sanno tutti. Ciò che hai scritto nei tuoi libri e dichiarato nelle interviste."

"Dimmi allora, cosa sai di me?"

"Mi stai interrogando?"

"No. Ma voglio sapere se ciò che tutti sanno di me corrisponde alla verità."

"Beh, so che hai iniziato a lavorare a come pasticcere a 16 anni e che a 20 avevi già tre punti vendita e uno in apertura. E so che ora, a 27 anni, sei il pasticcere più famoso e richiesto di Londra."

Jayden annuisce e beve un sorso di vino. "Ti meriti una B-. Hai studiato ma non hai approfondito."

"E questa non era un'interrogazione?" dico senza sapere se ridere o arrabbiarmi. "Dimmi qualcosa di te, allora, Jayden. Dimmi qualcosa che gli altri non sanno."

Jayden fa roteare il calice smuovendo il vino e sorride. "D'accordo, curiosona. Vediamo... una cosa che gli altri non sanno è che ho un cane - un alano - che si chiama Yahtzee.

"Yahtzee?"

"Già. E' per via di mia nonna. Quando starnutisce urla una cosa del tipo yah... TZEEE!"

Non mi trattengo e scoppio a ridere sguaiatamente. "Aspetta un attimo. Hai chiamato il cane come gli starnuti di tua nonna?"

Jayden annuisce e si unisce alle mie risate.

"Mio Dio, devi volerle molto bene."

"E' così, in effetti. Adoro mia nonna. E' grazie a lei se mi sono innamorato della pasticceria. Passavo molto tempo con lei da bambino, quando abitavamo in Brasile. Preparavamo i brigadeiros per qualsiasi occasione."

Si lascia andare in un sospiro nostalgico.

"Da quanto tempo non la vedi?" gli chiedo.

"Hai un buon intuito, Leah" riconosce. "Mi sono trasferito a Londra con mio padre quando avevo 10 anni. Mia nonna è dovuta rimanere in Brasile perché non avevamo abbastanza soldi per portarla con noi. Ma adesso che potrei portarla qui e farle vivere una vita da regina, lei si rifiuta di trasferirsi. E' troppo legata al nostro paese e la prospettiva di vivere in una città uggiosa e fredda come questa non le va affatto a genio. E' già troppo se riesco a portarla qui due volte l'anno, così appena posso prendo un aereo e volo da lei."

Sento gli occhi che si riempiono inaspettatamente di lacrime mentre lo ascolto. "E' così dolce, Jayden. E' una cosa così rara, questo immenso affetto che provi per tua nonna."

Lui annuisce e addenta l'ultimo boccone del suo piatto. "Almeno adesso puoi dire di conoscermi un po' più degli altri."

"Grazie, Jayden" dico alzandomi e accingendomi a prendere i piatti vuoti dal tavolo.

Lui li afferra prima di me e va a posarli nel lavandino. "Sei un'ottima cuoca, Leah, devo ammetterlo. Ma sbaglio o mi era stato promesso un dessert?"



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⏰ Last updated: Jan 08, 2020 ⏰

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