Chapter 7

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Pov' James
La prima lezione era finita e devo ammettere che non era stata affatto male. La letteratura mi ha sempre affascinato. Leggere è una delle uniche cose che mi rendono realmente felice nella vita. Le ragazze, le feste e tutte le altre cazzate che faccio con i miei amici le faccio solo per sfogarmi, niente di piú. Anche se comunque non mi dispiacciono affatto. Vedo passare davanti a me la ragazza a cui mi ero seduto vicino prima. Cammina in tutta fretta con la coda che ondeggia, il telefono all'orecchio e uno zaino bianco sulle spalle. Era particolarmente bello vederla infuriarsi dopo che le facevo qualche battutina. Un sorriso si stampò sulla mia faccia e poi mi schiarii la voce e mi ricomporsi quando sentii il telefono squillarmi in tasca. Risposi annoiato e sbuffando dopo aver visto il nome sul display. "Ciao mamma" risposi sbuffando. "Oh Luca, non pensavo rispondessi. Come è andata la lezione?" mi chiese con una voce fin troppo acuta per i miei gusti. "Bene...come al solito va la scuola. Perchè mi hai chiamato?" affermai arrivando subito al dunque. Lei non mi chiamava mai a meno che non ci fossero state particolari situazioni e a ne andava più che bene. "Beh come ben sai tuo fratello Dylan si sta impegnando particolarmente all'università e presto ci sarà la sua cerimonia di laurea. Vorrei solo sapere se vorresti venire" affermò lei con un tono particolarmente contento. Ovvio Dylan, figurati se voleva sapere come stessi o se avevo una fidanzata o se avevi amici. No solo Dylan. Lui è il mio fratello gemello è sempre stato il migliore in tutto, a scuola, il piú popolare, il piú educato, il piú intelligente e chi piú ne ha piú ne metta. Ma cosa piú importante è sempre stato il preferito di mamma e papá. "Ma non gli mancano ancora 3 anni?" chiesi io ovvio. Lui frequenta il "Colegge National Math" ovvero favoltá di matematica. Come ha fatto ad entrare a una delle universitá più difficili al mondo? Ha studiato come un matto, ha partecipato a tani corsi per avere piú punteggio, è diventato capitano della squadra di basebool e i miei genitori ci hanno investito una certa somma di denaro. Io sono sempre stato piú chiuso rispetto a lui, passavo tutto il tempo sui libri. Quando sono arrivato al college però ho conosciuto Cole e con lui ho legato subito. A noi si sono uniti gli altri e abbiamo formato un bel gruppo. Siamo i piú popolari di tutti, facciamo quello che ci pare e ne siamo piú che felici. "Beh- rispose mia madre- come ben sai si sta impegnando parecchio e hanno deciso di dargli la laurea anticipata". Come non detto ecco il perfetto figlio di casa. "Ci sarai?" chiese lei dopo un minuto di silenzio. "Ti farò sapere, ma non ti assicuro niente" risposi schietto. "Oh" disse lei col tono deluso. " Bene ora devo andare" conclusi in fretta io chiudendo la chiamata. Passai il pomeriggio nella camera di Selena una mia compagna e poi verso le  sei uscii in corridoio.Qualcuno mi diede una pacca sulla spalla e quando mi girai vidi Ace tutto sorridente e con un bel occhio nero. "Che ti sei fatto?" gli chiesi. "Ah niente solo una piccola rissa" rispose lui vago. Ed io alzai gli occhi al cielo ghignando. "Comuunque- disse con un tono contento e il solito sorriso furbo- oggi dobbiamo uscire con quattro ragazze, e Cole non può venire perchè sta organizzando una festa e bla bla bla" disse lui spingendomi per le spalle.
"Chi sono?" chiesi io con tono malizioso. "Delle primine, ma...sono solo amiche non pensare di fare cose in grande!" ridacchiai alla sua affermazione. Quando arrivai vidi tre ragazze una con i capelli colorati di rosso intenta a parlare con Edward, un altra con la carnagione piú scura che stava ascoltando la musica insieme a Logan. Infine vidi l'ultima con i capelli castani scompigliati che impracava contro un cellulare. Ooookayy stiamo messi bene. "Favoloso - gridò Ace rompendomi quasi un timpano - ci facciamo un giro?" chiese con un sorriso a trentadue denti. "Manca solo una mia amica" disse una delle tre che si presentò affermando di chiamarsi Chiara."Eccola!" disse infine indicando con il mento dietro di me. Mi voltai e la vidi. Era quella ragazza tutta pepe che doveva sempre avere ragione a qualsiasi costo. "Tu?" dissimo in coro mentre lei mi guardava con un sopracciglio alzato e con in viso che sprigionava rabbia da tutti i pori. "Vi conoscete?" chiese una delle sue amiche. "Purtroppo si" affermò lei. La guardai sbigottito. Tutte le ragazze avrebbero voluto avere l'onore di conoscere James Nott, figurati parlarci. Avrebbe dovuto sentirsi onorata. Non scocciata. "Cosa dobbiamo fare?" chiese lei in fretta. Neanche io avevo idea di cosa avessero in mente i miei amici. "Ci facciamo un giro e poi andiamo a mangiare una pizza. Se per tutti è ok." annuimmo tutti alla proposta di Ace. Incominciammo ad incamminarci. Tutti erano intenti a parlare fittamente tra loro. Rigorosamente a coppie. Io e Greta invece eravamo a due metri di distanza come minimo. Lei stava scrivendo a qualcuno mentre io mi guardavo attorno. Ascoltando un pò delle conversazioni dei miei amici. Mi avvicinai lentamente a lei e senza farmi notare e sbirciai la sua conversazione. Lessi il nome Harry. Chi era Harry? Il suo fidanzato? Ma più a me che importava mi chiesi. "Fatti gli affari tuoi" affermò lei fissandomi in cagnesco. Sobbalzai per lo spavento ma senza darlo a vedere. "Sei tu che non vuoi parlare con me e io mi annoio" affermai ovvio. "Se non ti parlo ci sará un motivo" disse lei. Cosí chiesi: " Eh sarebbe?"  sbuffò e torno a scrivere. "Che tipo di libri leggi di solito?" chiesi cercando di instaurare un discorso. Alzò gli occhi, chiuse il telefono e lo infilò in una tasca. "Senti James, lasciami in pace, non hi voglia di parlare con una persona arrogante, maleducata, menefreghista e forse anche parecchio puttaniera come te quindi...." non la lasciai finire "Ci conosciamo fa pochissimo non puoi permetterti di giudicarmi cosí si due piedi" affermai con un gran bel ghigno stampato in faccia. " Beh io conosco i tipi come te e non voglio alcuni rapporto con gente di questo rango" urlò convinta agitando le mani. Continuammo cosí per molto tempo io le rispondevo tanquillo e lei invece mi gridava contro frustata. Adoravo vederla arrabbiata. Ci fermammo davanti a una pizzeria ed entrammo subito.

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