1 - Shudder Before The Beautiful

158 3 0
                                    

1 – Shudder Before The Beautiful

Entra con stupore, cercando la fonte del racconto (Cit. Tuomas Holopainen)


Per Alice fu la tana del Bianconiglio.

Per Wendy e i suoi fratelli, la seconda stella a destra.

Per Dorothy, l'uragano.

Anche Josh Lambert aveva avuto modo di capire quando stesse per fare il suo trionfale ingresso nell'Altrove, e prepararsi psicologicamente.

Questi erano i pensieri generali che affollavano la mente di Élan, mentre correva con timorosa aspettativa attraverso il ponte che conduceva alla prima Casa del Grande Tempio, un luogo tanto immenso quanto solenne ed ispiratore di eternità.

Come un sorta di conta delle pecore prima di addormentarsi, Elena non poteva a fare a meno di ripensare alle più famose storie che narravano di un passaggio da un mondo all'altro, e si rammaricava per quando agli altri fosse stata data la possibilità di riconoscere il cambiamento e di come a lei, un segnale innegabilmente ovvio, fosse stato brutalmente negato: non c'era stato richiamo, bagliore, né refolo di vento, e la sorpresa era stata tale da farle pensare che il suo già fragile e provato stato d'animo avrebbe trascinato il corpo in un collasso istantaneo.

Ciò a cui aveva dovuto assistere prima di precipitarsi fuori di casa in preda allo shock, era stato uno spettacolo tanto raccapricciante da potersi definire un trauma, perciò prima di precipitarsi in quella disperata corsa, aveva dovuto prendersi qualche lungo minuto per ricomporsi e azzardare un incerto passo o due.

Il Sentiero di Mattoni Gialli su cui si era lanciata, era un ponte ricurvo che conduceva a un impotente palazzo richiamante lo stile delle cattedrali, il primo di una magnifica serie di dodici costruzioni sorelle, e, se l'esterno prometteva bene, l'interno non fu certo da meno: dal lucido pavimento di marmo bianco, decorato da quadrati neri e rossicci, delle scintillanti colonne di cristallo e marmo si ergevano alternandosi tra di loro, mentre dal soffitto pendevano lampadari composti dello stesso materiale cristallino dei pilastri. Persa nella contemplazione di cotanta magnificenza, Élan quasi non si accorse del solenne ingresso di una figura coperta da una scintillante armatura dorata.

Dorata, certo, perché se fosse stata davvero d'oro puro, chiunque fosse sotto quello scafandro, non avrebbe potuto nemmeno respirare, figuriamoci muoversi in maniera così sciolta; improbabile o meno che fosse, l'armatura era certamente delle più bizzarre che avesse mai visto: dal casco che copriva totalmente il volto del suo cavaliere, partivano due corna certamente vistose, ma non altrettanto quanto quelle d'avorio che gli passavano sopra alle spalle, agganciandosi nella schiena; dai fianchi, invece, pendevano due mantelli bianchi plissettati, lunghi fino alle caviglie e tenuti fermi da due piccole teste d'ariete.

La figura fissava Élan con imperscrutabili intenzioni e dopo una manciata di interminabili secondi, la ragazza cercò un timido approccio.

-Uh, ciao?- quell'impacciato saluto, accompagnato da un'esitante gesto della mano, suonò più come una domanda, immersa com'era la sua mandante in un'imbarazzante insicurezza.

La figura non rispose, cominciò semplicemente a muoversi verso di lei con fare placido ma deciso, non un gesto privo di minaccia, in effetti, ma che spinse Élan a mettersi inspiegabilmente sulla difensiva.

-Ti avverto, sono cresciuta a pane e film cafoni d'azione, di quelli belli trash che violano ogni possibile legge della fisica: so come difendermi- annunciò tutto d'un fiato, con tono perentorio ma indietreggiando a piccoli passi.

Per niente impressionato da quelle dichiarazioni, il cavaliere continuò la sua avanzata lenta ma inesorabile.

Sentendosi vacillare, Élan azzardò un'altra futile minaccia.

Fortuna Favet FortibusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora